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Galigani perde la prima causa con i Barretta e non riesce a bloccare le cambiali. La crisi si fa cupa

BRINDISI – Il giudice Palmieri ha respinto la richiesta presentata da Vittorio Galigani, presidente del Football Brindisi 1912, di sequestrare le quattro cambiali ipotecarie rilasciate ai fratelli Barretta a saldo della cifra pattuita nel luglio scorso per l’acquisto della società calcistica da parte delle mogli di Galigani e del vice presidente Antonio Pupino. L’istanza era finalizzata a bloccare il pagamento delle cambiali la prima delle quali è scaduta il 30 novembre, perché secondo i ricorrenti ci sarebbe stata una sopravalutazione della società e quindi loro avrebbero pagato più del dovuto. Ma il giudice non ha accolto la richiesta ed ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali in favore dei Barretta.

BRINDISI – Il giudice Palmieri ha respinto la richiesta presentata da Vittorio Galigani, presidente del Football Brindisi 1912, di sequestrare le quattro cambiali ipotecarie rilasciate ai fratelli Barretta a saldo della cifra pattuita nel luglio scorso per l’acquisto della società calcistica da parte delle mogli di Galigani e del vice presidente Antonio Pupino. L’istanza era finalizzata a bloccare il pagamento delle cambiali la prima delle quali è scaduta il 30 novembre, perché secondo i ricorrenti ci sarebbe stata una sopravalutazione della società e quindi loro avrebbero pagato più del dovuto. Ma il giudice non ha accolto la richiesta ed ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali in favore dei Barretta.

Ora Galigani molto probabilmente ricorrerà in appello. Ma al momento è un’altra tegola che cade da un castello che si sta sgretolando giorno dopo giorno e sta inghiottendo chi ha pensato di poter sbarcare  a Brindisi e gestire la locale squadra di calcio senza adeguati capitali, acquistandola dando un acconto e il resto a cambiali. La querelle giudiziaria con i Barretta è solo alle prime battute, perché gli ex proprietari del Football Brindisi, tirati in ballo da Galigani per presunte irregolarità contabili nella gestione dello scorso anno della società, hanno deciso di tutelare i loro interessi. Intanto pretendendo il pagamento delle cambiali e anche della fidejussione emessa da loro per iscrivere la squadra al campionato che Galigani e Pupino si erano impegnati a sostituire con una loro e non l’hanno ancora fatto.

A proposito del bilancio dello scorso anno, Galigani in una trasmissione televisiva aveva parlato di 690mila euro di debiti certificati dalla Covisoc, invece si apprende che la Covisoc ha rilevato un debito di 111mila euro che il Football Brindisi ha nei confronti dei Barretta. Debito che non è stato azionato per cui il denaro è rimasto nelle casse del Football Brindisi 1912. A prescindere da queste querelle tra vecchia e nuova società,  la sorte del Football Brindisi sembra ormai segnata. Come già anticipato questa mattina sei giocatori hanno messo in mora la società perché da mesi sono senza stipendio. A questo si aggiunge la massa debitoria che via via cresce per via delle tante spese che si accumulano, prima fra tutte quella riguardante gli stipendi dei giocatori che, anche se messi fuori rosa, debbono essere pagati.

E sono davvero tanti i giocatori inseriti nel libro paga. Mai vista una società che arruola quaranta e passa giocatori. Che peraltro lamentava i contratti biennali, decisamente onerosi, per una decina di elementi ricevuti in eredità dalla precedente gestione. E che fa per  risolvere il problema? Dimezza loro lo stipendio e gli allunga il contratto di un altro anno. Il consulente di mercato Mariano Grimaldi, un napoletano al quale il presidente Vittorio Galigani si è appoggiato, al momento non è riuscito a piazzarne nemmeno uno. E non è detto che ci riesca. Perché con la crisi che attanaglia il calcio di serie C, non c’è nessuno disposto a caricarsi giocatori che costano un occhio. Anzi sono tante le società che hanno messo in vendita i pezzi pregiati per alleggerire i costi.

Il Brindisi, invece, nonostante tutto, continua a tesserare atleti. L’ultimo è D’Avanzo. Con la speranza che non si tratti di un secondo caso Manoni, preso per rafforzare il centrocampo e sin da quando è arrivato stava sempre con la borsa di ghiaccio sulle ginocchia perché era stato già operato ai legamenti di destra e di sinistra. E in effetti dopo poche gare si è dovuto fermare. Una serie di errori incredibili che stanno portando il Football Brindisi diritto nel baratro del fallimento. Anche se il presidente Vittorio Galigani continua a ripetere che a gennaio la situazione si riprenderà perché prevede l’arrivo di una consistente massa di denaro portata da alcuni sponsor. Allo stato, però, il disastro è alle porte e non sarà facile venirne fuori. A meno che l’attuale dirigenza non decida di mollare tutto, cercando di salvare il salvabile. Anche per evitare un disastro personale di chi si è assunto l’onere di rilevare il Football Brindisi.

Soprattutto il vice presidente  Pupino, imprenditore tarantino, con una grande passione per il calcio e la convinzione che il figlio potesse trovare spazio nel Brindisi. I figli “so piezz e core” e per loro si fa tutto, affrontando  avventure probabilmente più grandi di quanto si possa immaginare.  Del pacchetto societario la moglie di Pupino si è accollato il 98% delle quote, mentre appena il 2% la moglie di Galigani. Pupino in garanzia delle cambiali rilasciate ai Barretta per il pagamento di una parte della società, ha fatto iscrivere ipoteca sulla sua villa.

Ma perché questa avventura. Si dice che Galigani volesse chiudere la sua carriera quarantennale nel calcio da presidente. Ed ha colto l’occasione del Brindisi che era in vendita. Spingendo in questa avventura Pupino. Ha fatto i suoi conti ed ha ritenuto che si potesse gestire questa società con pochi soldi iniziali. Tanto sarebbero arrivati gli sponsor, e magari qualche imprenditore locale a dargli una mano. Ma Brindisi non è città facile per  nessuno, tanto meno per chi fa sport. I Barretta, che hanno le spalle decisamente forti, hanno mollato dopo sei anni perché sono stati lasciati soli, senza uno straccio di sponsor. Non poteva essere diversamente per Galigani&Pupino. Solo che questi due, al contrario dei Barretta, da soli non hanno nessuna possibilità di andare avanti. Se poi tesserano una caterva di giocatori, è chiaro che si cola a picco.

Che succede ora? Alcuni giocatori (Luca Minopoli, Axel Vicentini, Lorenzo Prisco, Emanuele Papa, Cosimo Camposeo e Giancarlo Lenti) hanno messo in mora la società perché vogliono essere pagati. Scatterà un punto di penalizzazione, come previsto dal regolamento federale: un punto per ogni inadempimento societario, che va dagli stipendi non paganti, alla tenuta dei registri contabili, ai versamenti previdenziali e così via. Il problema non sono solo gli stipendi. Ci sono da pagare anche il personale amministrativo, gli steward, gli alberghi, le trasferte. Nelle casse al momento non entra denaro non entra denaro.

Galigani sperava nei tifosi, ma dopo le prime tre gare il rapporto si è sfilacciato per i risultati negativi della squadra. Anche questo prevedibile. E’ accaduto che il Brindisi nelle prime tre gare volava perché non aveva fatto preparazione atletica. L’allora allenatore Carlo Florimbj non aveva voluto un preparatore perché riteneva di poter fare da solo. Li faceva giocare e correre. Per cui ad inizio campionato i giocatori erano freschi, al contrario delle altre squadre che avevano ancora nelle gambe i carichi di lavoro.

Poi il Brindisi si è ritrovato con i giocatori che sono piano piano scoppiati per la mancanza di preparazione, mentre gli altri hanno cominciato a correre. Ed la classifica è precipitata. E c’è un altro dato di fatto. La squadra è stata allestita male. Il centrocampo è lento e non si sposta oltre i dieci metri di raggio d’azione. Questa serie di risultati negativi ha fatto precipitare anche il numero di presenze. Domenica erano si e no quattrocento persone tra abbonati e paganti. E chiaro che continuando così non si andrà lontano.  Peraltro l’allenatore Massimo Rastelli, al quale era stata prospettata una diversa situazione, molto probabilmente lascerà. Ieri ha detto che in questi giorni rifletterà sul da farsi. Per restare vuole garanzie concrete e almeno dieci giocatori.

E allora? Per porre un freno a questa situazione probabilmente l’unica soluzione potrebbe essere che Galigani e Pupino (che peraltro, stando a indiscrezioni, non andrebbero più molto d’accordo, da quando il maggiore azionista ha capito che rischia di affogare nei debiti) facciano un passo indietro,  dimettendosi, in modo che la società, che ancora non è totalmente sfasciata, possa essere salvata da qualche imprenditore del posto. Se ce ne sono disposti a farlo, conservando la C2. Altrimenti l’anno venturo, nella migliore delle ipotesi, si ricomincerà dall’Eccellenza. Contestualmente Pupino potrà cercare un accordo con i Barretta in modo che, anche se ha bruciato i suoi risparmi, almeno salvi la casa.

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