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Sabato, 20 Aprile 2024
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I giocatori del Brindisi rompono il silenzio: "Non accettiamo sospetti sul nostro operato"

BRINDISI - "Nonostante il silenzio stampa imposto dalla società, i giocatori del Football Brindisi 1912 intendono chiarire la propria posizione a seguito delle pesanti accuse ricevute in settimana dalla dirigenza. Seppur consapevoli delle deludenti prestazioni in campo, e per questo inevitabilmente amareggiati, i giocatori non intendono comunque subire critiche che vadano oltre l’aspetto puramente tecnico. Gli stessi forniranno ulteriori delucidazioni alla ripresa dell’attività agonistica, un atto dovuto nei confronti della città e della tifoseria alle quali nel frattempo sono rivolti i migliori auguri di un Santo Natale e di un felice anno nuovo”.

BRINDISI - "Nonostante il silenzio stampa imposto dalla società, i giocatori del Football Brindisi 1912 intendono chiarire la propria posizione a seguito delle pesanti accuse ricevute in settimana dalla dirigenza. Seppur consapevoli delle deludenti prestazioni in campo, e per questo inevitabilmente amareggiati, i giocatori non intendono comunque subire critiche che vadano oltre l’aspetto puramente tecnico. Gli stessi forniranno ulteriori delucidazioni alla ripresa dell’attività agonistica, un atto dovuto nei confronti della città e della tifoseria alle quali nel frattempo sono rivolti i migliori auguri di un Santo Natale e di un felice anno nuovo”.

I giocatori del Football Brindisi hanno rotto il silenzio imposto dal presidente Vittorio Galigani e dal vice presidente Antonio Pupino dopo che gli stessi dirigenti avevano diffuso una nota con la quale informavano “di avere provveduto ad inoltrare presso i competenti organi federali esposto inerente presunti fatti illeciti accaduti durante e al termine della gara Brindisi-Vibonese del 19 dicembre 2010”. Non ci stanno ad essere tacciati di manipolatori di risultati e fanno sapere, nonostante il diktat della società, che alla ripresa del lavoro forniranno delucidazioni.

La replica della società non si è fatta attendere. “La società Football Brindisi 1912 specifica che il silenzio stampa era stato deciso partendo dalla constatazione che in un momento tanto delicato la riservatezza sarebbe stata auspicabile. Aveva, cioè, ritenuto il silenzio stampa una ‘protezione’ a tutela dei giocatori. Dopo aver, però, saputo del comunicato emesso dai giocatori, si è deciso di revocare la decisione presa originariamente, non avendo nulla in contrario rispetto alla volontà dei giocatori di dire la loro”.

Probabilmente arrivata troppo tardi la decisione della società di consentire ai giocatori di difendersi. E la giustificazione addotta per il silenzio stampa (“una ‘protezione’ a tutela dei giocatori”) sembra voler proprio irridere l’intelligenza altrui. La vera protezione, se non sono tutti coinvolti i giocatori, sarebbe stata non emettere quella nota inviata agli organi di informazione con la quale si informava dell’iniziativa presa dalla società. Nessuno ne avrebbe saputo niente. E semmai fosse trapelata, avrebbero potuto limitare i danni di immagine nei confronti di tutti i giocatori, dicendo chiaro e tondo come stanno le cose. Cioè effettuando una resezione chirurgica dal resto del gruppo di chi viene ritenuto responsabile di fatti poco chiari.

Ma il pasticcio è ormai fatto ed è giusto che i giocatori si difendano. Fermo restando che i giocatori non possono certo essere assolti per le prestazioni deludenti e a volte irridenti, come il secondo tempo contro la Vibonese. E’ vero che ci sono problemi economici. E’ vero che ci sono alcuni che non hanno ricevuto un soldo e che gli altri sono stati pagati sino a settembre. E’ vero pure che ci sono tanti altri problemi collegati sempre alla crisi finanziaria della società. Ma perché protestare in quel modo? Quando invece mettendoci impegno, giocando e cercando di fare punti, avrebbero avuto l’appoggio incondizionato dei tifosi, che ora invece li attaccano e li criticano per quel loro atteggiamento.

Purtroppo, ed è questo il male del calcio, di queste situazioni sull’orlo del crack economico, ce ne sono tante. I giocatori hanno protestato in modo civile, sedendosi in campo e bloccando per un minuto il gioco. Avessero fatto così i calciatori del Brindisi. Invece hanno protestato (almeno riteniamo) tirando i remi in barca nel secondo tempo della gara contro la Vibonese, rifiutando di scendere in campo (alcuni) e di conseguenza si sono tirati addosso sospetti di illeciti. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario della società biancazzurra, al momento non ci sono novità. C’è il ponte di Natale. Il presidente Galigani e il vice presidente Antonio Pupino se ne stanno nella loro Taranto in attesa dell’arrivo della sponsorizzazione che ritengono certa e dovrebbe loro consentire di proseguire il campionato.

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