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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Up and down" anche ad Avellino, Brindisi ancora alla ricerca della sua identità

Ma qual è la vera Enel Brindisi? Dopo nove partite dall'inizio del campionato la squadra di coach Sacchetti è ancora tutta un quiz

BRINDISI - Ma qual è la vera Enel Brindisi? Dopo nove partite dall’inizio del campionato la squadra di coach Sacchetti è ancora tutta un quiz. E’ la squadra che va allo sbando e rimedia un preoccupante -17 (49-32) a poco più di metà partita o quella della straordinaria rimonta del + 14 a1 che, in casa di Avellino, rimette in discussione il risultato e si porta a -1 (72-71 e poi 74-73) ad una manciata di secondi dalla fine della gara?

Ed in effetti non si sa ancora bene se l’Enel Brindisi è quella di Avellino o quella che regala punti preziosi a Pistoia, Varese e Brescia e delle altre imbarcate passive viste finora, o se , invece, è la squadra che tiene testa e sfiora la vittoria con Reggio Emilia e riesce anche a vincere  quattro partite delle nove finora disputate, spesso esibendo anche spettacolo. 

Di certo Avellino è un’altra clamorosa occasione persa dalla squadra di coach Sacchetti per vincere sul campo di una formazione che insieme a Reggio Emilia ambisce a contendere la prima posizione a Milano, ma anche una straordinaria opportunità sfuggita per blindare una posizione di classifica che già a questo punto del campionato potrebbe rappresentare una giusta garanzia  per tenere ben lontana la zona retrocessione ed allo stesso tempo lasciarsi aperta una buona possibilità per accedere alle Final Eight ed aspirare a conquistare un posto per entrare nei play off.

La panchina dell'Enel Basket ad Avellino-2

E’ anche vero, però, che i punti per consolidare la classifica e dare corpo agli obiettivi di tifosi e società l’Enel Brindisi non avrebbe dovuto pretenderli da una campo incandescente come quello di Avellino, ma proprio per questo sarebbero stati due punti pesanti che avrebbero fatto la differenza con le altre squadre che hanno pari ambizioni di quella di coach Sacchetti. L’evoluzione della partita di Avellino, uguale alle precedenti esibizioni, dimostra ancora una volta e senza mezzi termini che la squadra ha bisogno di trovare il giusto equilibrio in campo, sia pure in rapporto alle caratteristiche tecniche  e fisiche dei propri giocatori, stringendo le maglie della difesa e ottimizzando il gioco d’attacco, e di acquisire  una sua precisa e definitiva identità  che non l’esponga a clamorosi rovesci costringendola ad affannosi e spesso inutili rimonte. 

Coach Sacchetti dovrà stabilire una distribuzione più razionale ai suoi cambi che a volte squilibrano il quintetto in modo decisivo, fissare ruoli e compiti ai propri giocatori, e proporre soluzioni coerenti delle rotazioni proprio per evitare che la squadra ne risenta in modo determinante, giusto per evitare di subire break importanti difficili da superare mentalmente e fisicamente. A meno che “up and down” spesso temuti e richiamati da coach Sacchetti non debbano diventare una costante definitiva tale da acquisirli come…schemi! 
Rimontare 17 punti in gara, come ad Avellino, infatti, costa alla squadra ed ai singoli giocatori un sacrificio enorme in termini di spreco energie fisiche e mentali, risultano determinanti ed incidono sul risultato, e alla fine si pagano rendendo vano lo sforzo per rimettersi in partita. E così che gli ultimi 12 secondi della partita di Avellino, quando una squadra vince solo se ha la giusta freschezza atletica e la fondamentale lucidità mentale, diventano un incubo anche per giocatori fra i più bravi ed esperti come Durand Scott, che commette 3 falli in pochi secondi e poi,  su 72-71 sfrutta un rimbalzo catturato da Robert Carter e si catapulta a canestro in una impresa disperata, per realizzare da sotto, anche se coperto dai difensori di Avellino, ma perde palla e commette fallo (sia pure molto dubbio), dando l’opportunità a Green Marques di realizzare due tiri liberi. 

Carter ad Avellino 2-2

Ed infine, sia pure con la squadra di coach Sacripanti sorpresa ed intimorita dal concreto ritorno in partita di Brindisi ed in evidente difficoltà di tenuta, prima Nic Moore  sbaglia un tiro da 3 punti e poi Amath M’Baye chiude la partita con un tiro della disperazione che va fuori, sono il chiaro sintomo di uno sforzo pagato a caro prezzo,  compiuto per rimontare una partita che a -17 punti sembrava già irrimediabilmente persa. In un campionato che non ha ancora espresso tuti i suoi valori e che, comunque, finora ha manifestato un chiaro livellamento medio-basso, la partita di Avellino ha dimostrato che con le dovute correzioni e ritrovando il giusto equilibrio tattico e mentale, l’Enel Brindisi ha le potenzialità per esprimere un gioco più produttivo ed ambire a posizioni di classifica adeguate alle aspirazioni della società e della tifoseria, mettendo a frutto quanto di buono ha fatto vedere in campo, così come dichiarato dal capitano Marco Cardillo a fine partita. 

M'Baye e Cardillo ad Avellino-2

L’operazione-rimonta, infatti, ha spiegato ancora una volta che l’Enel Brindisi ha doti potenziali per fare meglio e di più, con un roster che dispone di un giocatore di straordinario valore assoluto come Amath M’Baye,  miglior realizzatore del campionato ed autentico uomo-squadra, che può contare  sulla capacità tecnica di Scott, sull’esperienza e sulla classe di Goss, ancora sotto tono ma avviato al recupero del giusto ritmo-partita, sulla rapidità e sul tiro di Moore, e che aspetta la migliore condizione di forma e l’inserimento completo di Joseph che ha doti tali da diventare protagonista se solo riuscisse ad impegnarsi di più ed essere più presente nei giochi di squadra. 

E coach Sacchetti dovrà dare una urgente sistemazione definitiva in difesa, dove spesso si registrano ingiustificabili casi di amnesia collettiva, e chiedere più consistenza e determinazione a Robert Carter, protagonista di una buona prestazione ad Avellino (con 19 punti realizzati e 7 rimbalzi catturati), ma ancora troppo molle contro i giganti avversari, ed ha il difficile compito di rendere più incisivo il compito di Agbelese, troppo falloso e spesso assente nelle marcature, per dare un valido aiuto ed un contributo a Marco Cardillo che è sempre presente quando c’è da lottare e difendere sotto i tabelloni. 

Le foto sono di Vito Massagli

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