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In attesa del budget Enel, che squadra sarà? Meno americani e più fedeltà

Gli obiettivi della prossima stagione agonistica sono condizionati e strettamente vincolati alle risorse finanziarie che l'Enel metterà a disposizione della New Basket Brindisi, ma la società brindisina deve iniziare a pensare ad una ristrutturazione più generale della parte prettamente sportiva ed anche di quella gestionale

BRINDISI - In attesa che l’Enel faccia piena luce sul budget da mettere a disposizione della New Basket Brindisi per il prossimo o, meglio ancora, per i prossimi, campionati si parla già della squadra che verrà. L’Enel Brindisi sarà affidata ancora una volta alla conduzione di coach Piero Bucchi ed al giemme Alessandro Giuliani ( a meno di clamorose sorprese dell’ultima ora) , nel rispetto del contratto biennale stipulato lo scorso anno dai due responsabili  del settore, mentre ha già fatto le valigie  il preparatore atletico Marco Sist e attende nuove disposizione il direttore sportivo Renato Nicolai.

Gli obiettivi della prossima stagione agonistica sono condizionati e strettamente vincolati alle risorse finanziarie che l’Enel metterà a disposizione della New Basket Brindisi, ma la società brindisina deve iniziare a pensare ad una ristrutturazione più generale della parte prettamente sportiva ed anche di quella gestionale. La squadra che verrà? Sarà ancora una volta interamente rivoluzionata, da ricostruire in ogni elemento con la sola riconferma di David Cournooh, e che deve non solo fare gruppo e realizzare nuove intese tecniche e tattiche, ma anche rinnovare il  feeling con una tifoseria sempre ben disposta ma che da anni non ha una bandiera o un leader a cui legarsi.

E’ una difficoltà che si rinnova annualmente, frutto della precarietà di un progetto fin troppo legato allo sponsor principale, un problema comune a molte società, è vero, ma la passione dei tifosi brindisini richiederebbe certamente  ben altro legame e rapporto affettivo  con la squadra ed i singoli giocatori, e almeno il mantenimento di parte del gruppo su cui porre le basi per costituire il nuovo roster.

Jacob Pullen-8La squadra che verrà dovrà necessariamente ripartire da Jacob Pullen! Ecco, nel senso che coach Bucchi e Giuliani devono far sì che non metta più piede nella squadra brindisina un giocatore così, senza cuore e senz’anima, privo del minimo senso di appartenenza, incapace di interpretare il gioco di squadra, solo di pessimo esempio per tutti i compagni, che ha sfidato la pazienza dei tifosi brindisini per tutto il campionato. Nel caso specifico, però, Pullen aveva già giocato a Biella e Bologna e la sua lunga serie di trasferimenti-lampo avrebbe dovuto perlomeno far riflettere esperti di mercato come Bucchi e Giuliani, ma anche la società,  e chiedere più dettagliate informazioni sul suo carattere prima di chiuderne l’ingaggio.

Pullen ha fatto certamente rimpiangere Sek Henry, “tagliato” con troppa disinvoltura ed impazienza  nel mese di novembre  e che a Capo d’Orlando ha dispensato per i suoi compagni di squadra in tutto il campionato ben 82 assist, da sommare ai 12 con cui aveva chiuso la sua breve esperienza a Brindisi. Non più i Pullen, insomma, e neppure i “pivot per caso”, qual è stato Michael Eric, aggregato alla squadra brindisina, ingaggiato con evidente superficialità, acquisto forse condizionato da limite di budget, e che non ha prodotto alcun beneficio alla squadra.

E poi, ancora, non se ne può proprio più di un roster composto da otto/nove americani , come se in Europa e, meglio ancora, in Italia, non ci fossero giocatori di valore, fra quelli che scendono in campo con più determinazione, più grinta e senso di appartenenza, professionisti che non hanno sempre pronto un nuovo ingaggio, il volo per l’America e la valigia in mano già a metà tempo dell’ultima partita di campionato.

Bucchi, Marino e Giuliani-001-2Negli ultimi anni si sono visti a Brindisi autentici fuoriclasse, è vero, ed è anche merito di Bucchi e Giuliani, ma pure giocatori di valore medio-basso che si stentava a credere fossero americani in grado di giocare in serie A, ed anche troppi “tagli” annunciati ed affrettati. La “carrellata” è molto lunga e se nel campionato appena concluso è stato tollerato Jacob Pullen dal novembre 2014, e accettato Eric Michael dal dicembre 2014, e registrati “tagli” dopo meno di due mesi dall’inizio del campionato, di Sek Herny e soprattutto di  Dejan Ivanov, straordinario protagonista di un campionato eccellente  a Caserta (quest’ultimo, però, sacrificato per far posto a Cedric Simmons che era stato il vero colpo dell’anno per l’intera serie A!), anche altri precedenti negativi sono da evitare per scongiurare ulteriori rimpasti tecnici azzardati e pesanti costi di gestione.  (Nella foto, Bucchi, Marino e Giuliani)

Il caso eclatante di Akin Akingbala, ingaggiato in agosto e “tagliato” a settembre, cui ha fatto seguito immediato Aminu Alade, arruolato e subito rifiutato a dicembre per far posto a tale David Chiotti, e poi ancora  Darryl Jackson, Jurtom Martin per finire a Michael Umeh, ed a giocatori che non hanno lasciato traccia, come Mitchel Poletti, Jakub Wojciechowsky, Kosta Charalambidis, e ad altri “impresentabili” che si fa gran fatica a ricordare (e che solo Roberto Guadalupi può riportare nel suo straordinario archivio).

De Gennaro e Morciano con Cournooh (ph V.Massagli)-001-2 Alla stagione agonistica che verrà  la società brindisina dovrà finalmente chiedere a coach Bucchi l’impegno di verificare in campionato le capacità dei giovani del vivaio brindisino. I successi conseguiti in quattro anni di gestione Bucchi, i risultati positivi raggiunti dalla prima squadra, parlano sicuramente di grossi meriti in favore del coach bolognese, ma in questi anni  a Brindisi non si è mai visto in campo un solo giovane e non si saprà mai se Francesco Morciano, Matteo De Gennaro, Matteo Di Salvatore, Matteo Giarletti e gli altri giovani curati dal vivaio New Basket, siano in grado di giocare qualche minuto in serie A o se sono assolutamente inadeguati e devono continuare a far bella mostra in panchina solo per far numero. (Nella foto, De Gennaro e Morciano con Cournooh)

E’ appena il caso di richiamare le scelte operate da Reggio Emilia, che ha investito sui giovani e si trova a competere per lo scudetto, e ricordare la straordinaria tradizione del vivaio brindisino che per anni ha prodotto giocatori eccellenti per la prima squadra, perché la società possa pretendere un nuovo indirizzo dall’allenatore e da tutto il settore tecnico. C’è bisogno, infine, di una “operazione simpatia” intorno alla squadra ed il presidente Nando Marino, particolarmente abile nella comunicazione e nel marketing, saprà certamente come indicare gli uomini ed i ruoli giusti e trovare le soluzioni più efficaci ed opportune per creare una immagine più piacevole  dell’Enel Basket Brindisi. Tanto in attesa che l’Enel faccia piena luce sul futuro del basket brindisino. (Le foto sono di Vito Massagli)

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