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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'Enel studia da "grande", ma non ha casa

BRINDISI – Che ci farà l’Enel Brindisi in vetta alla classifica della serie A con Varese, Bologna e Cantù? Tre vittorie nelle prime quattro partite, una straordinaria affermazione sul campo- tabù di Venezia ha rilanciato la squadra di coach Bucchi nelle prime posizioni.

BRINDISI – Che ci farà l’Enel Brindisi in vetta alla classifica della serie A con Varese, Bologna e Cantù? Tre vittorie nelle prime quattro partite, una straordinaria affermazione sul campo- tabù di Venezia ha rilanciato la squadra di coach Bucchi nelle prime posizioni della classifica a stretto contato con i giganti del basket. Che ci fa accanto alla più prestigiose formazioni italiane ricche di gloria e con le bacheche piene dei più prestigiosi trofei nazionali ed europei?

E’ chiaro! L’Enel Brindisi studia da “grande”. Accumula crediti importanti e, intanto, ha già battuto con una certa facilità l’EA7 Milano, poi ha messo sotto impietosamente Cremona, che era stata giudicata formazione modesta ma che ha battuto sonoramente Sassari, e infine ha sbancato il Taliercio di Venezia vincendo una partita storica per il basket brindisino che da anni perdeva regolarmente in ogni categoria appartenesse, dalla B1, all’A/2 all’A/1. La squadra studia da “grande” per arrivare ai play off, dove i tifosi e finalmente anche la società, sperano di traguardare a conclusione della stagione regolare.

Sono assolutamente bandite dichiarazioni di salvataggio, perché magari qualcuno potrebbe fantasticare ora di annunciare che la squadra ha già guadagnato sei punti e ne mancano….altri per il raggiungimento della permanenza in serie A e per vincere lo “scudetto dei depressi”. L’Enel Brindisi è la squadra rivelazione per i risultati conseguiti, che ha sorpreso e stupito per la facilità con cui ha cancellato i forti e seri dubbi sulla sua tenuta iniziale, per essersi presentata ai nastri di partenza completamente rivoluzionata, con un gruppo da ricostituire, con giocatori che non si conoscevano fra loro, alcuni dei quali alla prima esperienza nel campionato italiano.

Oggi, dopo appena quattro giornate di campionato, la squadra di coach Bucchi ha già trovato i suoi leader nei ruoli-chiave, così come ha confermato la partita di Venezia, e può tranquillamente individuare precisi punti di riferimento in Jerome Dyson, Alade Aminu “Miminu” e Delroy James, tre giocatori che in diversi ruoli stanno conferendo alla squadra sicurezza e personalità, spettacolo, gioco, punti, assist e rimbalzi.

Con loro è in continua crescita Campbell protagonista anche a Venezia di una prestazione eccezionale fatta anche di ben sette assist e quattordici punti realizzati, con una valutazione complessiva di diciannove. Con Dyson, Aminu, e James, Campbell è il quarto asso del poker in mano a coach Bucchi. Le note liete, che sono delle conferme, giungono da Zerini, sempre più sicuro e determinato, mentre stentano a entrare in condizioni accettabili Ron Lewis e soprattutto Michela Snaer. I risultati positivi conseguiti finora dalla squadra e una ragionevole decisione, invogliano il coach e la società ad aspettare i due giocatori.

E’ evidente, però, che quando il campionato entrerà nella sua fase cruciale e ci sarà bisogno di avere tutti i giocatori nelle migliori condizioni fisiche e di forma, la squadra dovrà poter contare su tutti i suoi giocatori migliori, su rotazioni importanti e non potrà più attendere chi resta indietro, chi non ha le capacità tecniche ed atletiche per garantire un rendimento costante e l’integrazione nel gruppo.

I risultati finora ottenuti spiegano l’andamento di squadra da play off. Ma il palazzetto? Risoluzione: si giocherebbe Bari, (una città della svizzera pugliese?), che certamente avrà risolto tutti i problemi socio-economici della città, che non ha altre priorità cui fare fronte, che non ha una squadra di basket ma che ha un palazzetto di cinquemila posti, e volendo anche un’arena da ventimila e uno stadio da sessantamila posti. Brindisi? Aspettando il “palaeventi”e il “palagiallo”. costruisce il ”palasogno”.

 

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