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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Marino: "Gibson? Credo che resterà"

BRINDISI - Erano in 500 ad attendere in aeroporto la squadra neopromossa in A1, e per Gibson e compagni è stato un altro bagno di folla tra i tifosi, dopo quello di ieri sera. L’Enel Basket Brindisi è tornata a casa, trionfante e gongolante per essere di nuovo in A dopo un solo anno di Legadue. Domenica si festeggia al PalaPentassuglia, contro Pistoia, con raccolta fondi in favore della popolazione emiliana colpita dal terremoto. Accanto alla squadra appena scesa dall’aereo, come sempre quest’anno, c’era anche lui, il vicepresidente Nando Marino, il dirigente che più di tutti si è dato da fare. E in questa intervista Marino parla dell’Enel, di Gibson e del tormentone palazzetto.

BRINDISI - Erano in 500 ad attendere in aeroporto la squadra neopromossa in A1, e per Gibson e compagni è stato un altro bagno di folla tra i tifosi, dopo quello di ieri sera. L’Enel Basket Brindisi è tornata a casa, trionfante e gongolante per essere di nuovo in A dopo un solo anno di Legadue. Domenica si festeggia al PalaPentassuglia, contro Pistoia, con raccolta fondi in favore della popolazione emiliana colpita dal terremoto. Accanto alla squadra appena scesa dall’aereo, come sempre quest’anno, c’era anche lui, il vicepresidente Nando Marino, il dirigente che più di tutti si è dato da fare. E in questa intervista Marino parla dell’Enel, di Gibson e del tormentone palazzetto.

Ieri al fischio della sirena sembrava indemoniato. Come avete festeggiato?

«Con sobrietà. Siamo rimasti fino a tardi nel palazzetto, per le docce di rito vestiti, e per le foto ricorso. Poi ci siamo concessi una “bella” cena. Ma siccome si rischiava di andare a gara-5, avevamo detto allo chef di preparare pasta in bianco, petto di pollo e insalata. Per farci perdonare abbiamo concesso ai ragazzi una festa in discoteca».

E il coach glaciale ha gioito?

«Sì certo, anche Bucchi si è sciolto. Era emozionato anche lui, pur essendo al terzo campionato vinto, dopo quelli con Napoli e Rimini».

Ora tutti si chiedono se Bucchi e Giuliani rimarranno.

«Hanno tutti e due un contratto biennale...».

Ma?

«Giuliani ha delle offerte, ma godiamoci la promozione».

Ce la godiamo, ma la domanda che tutti i tifosi del basket si fanno oggi è: Gibson resta o va via?

«Gibson aveva un contratto per un mese, e sia lui che il suo procuratore avevano posto una conditio sine qua non per rimanere: la serie A, perché il ragazzo, com’è giusto che sia, vuole fare carriera. E la serie A è arrivata».

Mi pare di capire che non dovrebbero esserci rivoluzioni nel roster. È vero?

«L’intenzione è quella di fare solo qualche innesto su questo bel gruppo. Non sappiamo se opteremo per la formula “5 extra-5 italiani” oppure “3 extra-5 comunitari più gli italiani”.

In effetti forse è presto per mangiarsi la testa con queste formule...

«Infatti, godiamoci questa bella festa, che per la città arriva dopo un periodo di forte emozione dovuto all’attentato e alla morte di Melissa Bassi».

Lo sa che ora si ricomincia col tormentone del palazzetto? È necessario?

«In serie A possiamo giocare al PalaPentassuglia, ma è ovvio che con 5000 posti potremmo programmare una stagione in maniera diversa. Detto questo, però, mi rendo conto che Brindisi ha tanti problemi, e se la costruzione del nuovo palasport dovesse essere un problema, non ci sentiamo di richiederlo. Ripeto: se si potesse fare saremo contenti, ma siamo coscienti che la priorità per questa città non è il palazzetto».

Dica la verità, ci ha sempre creduto?

«Noi ci abbiamo sempre creduto, e lo abbiamo sempre detto. Purtroppo siamo stati sfortunati con gli infortuni. Con Ndoja al top nella regular season, forse saremmo arrivati primi».

È la vittoria di un gruppo e di un progetto.

«Per me è una grande soddisfazione da condividere con tutto il gruppo di dirigenti, perché a volte le cordate nascono e si sciolgono come la neve, invece questa è rimasta in piedi. Siamo diventati un gruppo di amici, più che di soci. Sono e siamo fieri di aver regalato questo sorriso alla gente di Brindisi. Mi lasci dire però che il nostro successo è dipeso dalla scelta, vincente, di comportarci come un’azienda: abbiamo programmato e operato con professionismo e professionalità. Ecco perché abbiamo voluto tre professionisti che tutta Italia ci invidia: Bucchi, Giuliani e Puglisi».

Ora dovrete porre di nuovo mano al portafogli: la serie A costa di più.

«Non è detto, perché il mercato è calato. Forse la serie A del prossimo anno costerà quanto la Legadue di quest’anno. Ad ogni buon conto, nei prossimi giorni abbiamo una riunione per l’ennesimo aumento di capitale necessario per chiudere i conti di quest’anno. È evidente però che tutto questo non si sarebbe potuto fare senza un grande sponsor come l’Enel».

Che ovviamente rimarrà sulle maglie anche l’anno prossimo, vero?

«Il contratto è in scadenza, ma siamo fiduciosi che il sodalizio possa continuare

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