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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Da S.Pietro alla corte di Del Bosque

BARI – “Tutto quello che ho lo devo alla Spagna. Non ho mai pensato di giocare con la nazionale azzurra. In Italia del resto ci sono stato pochissimo, solo un paio d'anni»”. Lo dice un pugliese ma solo di nascita, quel Thiago Alcantara, astro nascente della Spagna di Del Bosque a soli 20 anni. Il centrocampista della nazionale che ha vinto tutto negli ultimi anni è nato nel 1991 a San Pietro Vernotico. Ai tempi il padre, il mediano brasiliano Mazinho, vestiva la maglia del Lecce, per poi passare alla Viola.

BARI – “Tutto quello che ho lo devo alla Spagna. Non ho mai pensato di giocare con la nazionale azzurra. In Italia del resto ci sono stato pochissimo, solo un paio d'anni»”.  Lo dice un pugliese ma solo di nascita, quel Thiago Alcantara, astro nascente della Spagna di Del Bosque a soli 20 anni. Il centrocampista della nazionale che ha vinto tutto negli ultimi anni è nato nel 1991 a San Pietro Vernotico. Ai tempi il padre, il mediano brasiliano Mazinho, vestiva la maglia del Lecce, per poi passare alla Viola.

Naturalizzato spagnolo, Thiago Alcantara ha però il passaporto brasiliano (“nell'amichevole di domani tra Germania e Brasile tiferò per i verde oro, il paese della mia famiglia, nel quale ho trascorso le vacanze con i miei genitori”, dice chiaro e tondo) ma non gli è mai passata per la testa l’idea di giocare con la maglia azzurra. Oltretutto, per richiedere la cittadinanza avrebbe dovuto soggiornare in Italia per cinque anni e seguire tutte le procedure del caso.

Il suo futuro prossimo è il Barcellona di Pep Guardiola (se resterà), che lo ha sotto contratto fino al 2015, ed ha predisposto una clausola rescissoria da ben 90 milioni di euro, una cifra in grado di spaventare Abramovich con il suo Chelsea e il Manchester United. Aveva fatto un pensierino al giovane talento anche Luis Enrique, che lo allenava nella squadra B del club catalano quando Pep Guardiola lo chiedeva per la prima squadra.

Il neotecnico della Roma non ha mai nascosto che lo avrebbe voluto Thiago Alcantara nell'avventura che sta vivendo nella Capitale, magari assieme al fratello minore, quel Rafael Alcantara, detto Rafinha, che si dice sia ancora più bravo di Thiago e fa parte anche lui delle giovanili del Barca. Del Bosque ha ricoperto Thiago Alcantara di elogi nella conferenza stampa barese (“ha tutte e tre caratteristiche dei nostri centrocampisti: difende bene, costruisce gioco ed entra nell'area avversaria”), ma il ragazzo tiene i piedi per terra e conserva una profonda umiltà.

“Ho fatto colazione e mi sto allenando con i campioni del mondo. Un sogno. In che ruolo vorrei giocare? Non ho nessuna pretesa se non di mettermi a disposizione dell'allenatore per dare il mio contributo”. Il giocatore sprizza felicità da tutti i poli e in vista del probabile esordio di domani al San Nicola non può non sottolineare la fatalità: “Il mio battesimo nel Barca B è stato a Vigo, che considero la mia città natale (il padre, Mazinho, giocò a lungo nel Celta) ora sono qui in Puglia con la nazionale maggiore. Una gioia immensa. Sarà destino...”.

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