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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Oltre agli arbitri, solito suicidio finale

BRINDISI - L’Enel Brindisi avrebbe dovuto chiarire proprio contro la Virtus Roma cosa fare da “grande”, ma non è riuscita a superare l’esame più difficile ed ha offerto su un piatto d’argento una vittoria preziosa agli avversari. In questa partita c’è tutto il merito di una squadra che fino ad ora ha saputo inserirsi autorevolmente nel gruppo delle migliori formazioni del campionato e che, invece di ingaggiare battaglie rabbiose con squadre di pari fascia per non lasciarsi trascinare in zona retrocessione, ora ha spostato le proprie ambizioni in programmi da Final Eight, sognando anche qualcosa di più.

BRINDISI - L’Enel Brindisi avrebbe dovuto  chiarire proprio contro la Virtus Roma cosa fare da “grande”, ma non è riuscita a superare l’esame più difficile  ed ha offerto su un piatto d’argento una vittoria preziosa agli avversari. In questa partita c’è tutto il merito di una squadra che fino ad ora ha saputo inserirsi autorevolmente nel gruppo delle migliori formazioni del campionato  e che, invece di ingaggiare battaglie rabbiose con squadre di pari fascia per non lasciarsi trascinare in zona retrocessione, ora ha spostato le proprie ambizioni in programmi da Final Eight, sognando anche qualcosa di più.

Con le “grandi” del campionato l’Enel Brindisi ha giocato alla pari, vincendo in casa della capolista Sassari e lasciandosi sfuggire vittorie con  Varese e Cantù. Per questo la squadra di coach Bucchi era attesa alla verifica più importante contro la Virtus Roma per ottenere un posto fra le “grandi” del campionato ed il pass per una storica partecipazione alla Final Eight di Milano.

Nella sconfitta subita contro Roma (82-86) c’è, invece, tutto il campionario di errori commessi in precedenti occasioni che lasciano il segno perché ripetuti (in particolare contro Varese e Cantù) e che, probabilmente, ne individuano i limiti, a cominciare da alcune determinanti ingenuità commesse che sono particolarmente gravi, considerato l’atteggiamento contrario assunto dalla terna arbitrale fin dai primi istanti della partita.

In seguito ad un “tecnico” fischiato a Goss su Grant si è presentato ai tiri liberi Gibson sotto gli occhi degli arbitri che non hanno di certo gradito il tentativo di furberia d’altri tempi ed hanno annullato il “tecnico” concedendo la rimessa alla Virtus Roma. Un danno non di poco considerato l’andamento che avrebbe poi assunto la partita.

Peggiore conseguenza ha avuto poi il fallo tecnico fischiato a coach Bucchi. Per un’infrazione di passi non fischiata a Jones,  coach Bucchi si è lasciato andare ad una reazione che gli arbitri hanno giudicato eccessiva e da punire con un “tecnico”. Si era sul 52-46 per Enel Brindisi e la Virtus Roma, sfruttando adeguatamente i tiri liberi ed un successivo canestro di  Lawal, ha riaperto la partita portandosi su 52-50.

Un'imperdonabile ingenuità di coach Bucchi che dall’alto della sua notevole esperienza avrebbe dovuto ben valutare l’atteggiamento costantemente negativo tenuto dagli arbitri Sabetta, Paternicò e Di Francesco nei confronti della sua squadra ed evitare una qualsiasi forma di reazione. Coach Calvani, infatti, ha fatto molto peggio sulla sua panchina ma gli arbitri compiacenti lo hanno per ben tre volte ripreso verbalmente senza mai decretare un “tecnico”. La squadra ha sicuramente preparato bene la partita, ha condotto con buon margine di vantaggio fino al terzo quarto fin quando, cioè, non si è dato inizio ad un serie di imperdonabili errori che hanno trasformato l’andamento della partita.

Nulla, però, al confronto di ciò che sarebbe poi accaduto nel corso dell’ultimo quarto che, se eliminato dal regolamento, porterebbe l’Enel Brindisi in testa alla classifica ed allo scudetto. Coach Bucchi ha schierato in campo le secondo linee (anche questa una decisione ripetuta e che ha sempre prodotto la rimonta delle formazioni avversarie), che fino a quel momento non avevano certamente brillato, favorendo il clamoroso recupero della Roma.

L’Enel Brindisi è rimasta inchiodata sui 61 punti  con cui aveva chiuso il terzo tempo facendosi rifilare un incredibile parziale di 19 a 0 che ha portato la squadra di coach Calvani a + 15 ,ed ha consentito a Gibson di realizzare il primo canestro solo quando mancavano poco più di 3 minuti alla fine di una partita già irrimediabilmente compromessa.

Circa 7 lunghissimi minuti in cui la squadra è sembrata come un pugile sull’orlo del kappaò, come fosse assopita e sedata, incapace di una minima reazione di fronte al dilagare di quegli stessi  avversari che pure aveva saputo dominare in precedenza.

A nulla è valsa poi l’apprezzabile  reazione della squadra che ha disperatamente cercato fino alla fine di riprendere in mano la partita e rimediare un risultato già irrimediabilmente compromesso. La partita contro la Virtus Roma ha riproposto un superlativo Jeff Viggiano brillante in attacco ed in difesa che è stato indubbiamente il migliore giocatore in campo della squadra di coach Bucchi.

Con le ultime superlative prestazioni Jeff Viggiano è entrato nelle grazie della tifoseria brindisina e ripropone la propria candidatura alla convocazione nella Nazionale italiana. Non ha brillato come di consueto Scottie Reynolds, e la squadra ne ha certamente risentito, ma il giocatore americano era stato costretto ad un viaggio di andata e ritorno in America e si era messo a disposizione di coach Bucchi solo il giorno prima della partita, senza potersi allenare regolarmente e con alle spalle il condizionamento del fuso orario.

Ma Enel Brindisi ha perso la sua partita principalmente sotto i tabelloni dove la Virtus Roma ha catturato ben 46 rimbalzi di cui 25 in difesa e 21 in attacco contro i 28 complessivi di Brindisi di cui 22 in difesa e 6 in attacco, a documentare della modesta prestazione dei “lunghi” schierati da coach Bucchi, in difficoltà contro avversari cha vantano maggiore fisicità e migliori doti tecniche.

Gli arbitri? Sabetta, Paternicò e Di Francesco sono stati certamente i peggiori visti a Brindisi in questo campionato per aver interpretato e gestito in malo modo la partita ed aver contribuito a far esaltare gli errori  e le ingenuità commessi dalla squadra di coach Bucchi. I 30 tiri liberi concessi a Roma (23 realizzati con il 77%) ed 10 accordati a Brindisi (6 realizzati) spiegano completamente qual è stato il loro atteggiamento in campo e quale indirizzo hanno voluto dare alla partita.

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