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Restituiti 47mila euro al Città di Brindisi. PerBrindisi e Marino rivogliono i soldi

L’associazione PerBrindisi e Nando Marino chiedono la restituzione dei soldi, 13mila 500 euro in tutto, versati la scorsa estate per l’iscrizione della Ssd Calcio Città di Brindisi al campionato di Serie D. Lo hanno fatto attraverso una pec a firma dell’avvocato Giacinto Epifani inviata pochi giorni fa al derelitto sodalizio biancazzurro

BRINDISI – L’associazione PerBrindisi e Nando Marino chiedono la restituzione dei soldi, 13mila 500 euro in tutto, versati la scorsa estate per l’iscrizione della Ssd Calcio Città di Brindisi al campionato di Serie D. Lo hanno fatto attraverso una pec a firma dell’avvocato Giacinto Epifani inviata pochi giorni fa al derelitto sodalizio biancazzurro. Già, perché nonostante la radiazione da ogni campionato, la società che fu di Antonio Flora è ancora in piedi e, come confermato a BrindisiReport dal presidente regionale della Figc Vito Tisci, ha ottenuto la restituzione dei soldi trattenuti dalla Federazione, attraverso un assegno circolare partito prima delle festività natalizie.

Si parla di una somma pari a 47mila euro, di cui 10mila elargiti dall’associazione PerBrindisi attraverso la raccolta fondi lanciata fra i mesi di maggio e giugno, 3500 arrivati dal presidente dell’Enel Basket Brindisi, Nando Marino, 3500 euro donati da imprenditori locali (sempre per sostenere i costi di iscrizione al campionato di Serie D), 30mila euro risalenti alle vecchie gestioni.

“In nome e per contro dell’associazione PerBrindisi – dichiara l’avvocato Giacinto Epifani – ho inviato una pec alla società, chiedendo che vengano restituiti alla stessa associazione i soldi versati la scorsa estate da centinaia di tifosi. Nel caso in cui tale richiesta dovesse cadere nel vuoto, intraprenderemo le iniziative legali del caso”.

Grazie alla mobilitazione dei tifosi e al contributo di alcuni imprenditori, i collaboratori che rilevarono le redini della società dopo l’uscita di scena di Flora & co riuscirono nel miracolo di iscrivere la squadra al campionato di Serie D entro il termine del 10 luglio. Ma a partire da quel momento, le cose cominciarono a precipitare.

Intorno al capezzale del Brindisi si instaurò un clima di contrapposizione. Più di qualcuno antepose il proprio tornaconto personale all’interesse della città. E così dopo l’esclusione dal campionato di Serie D decisa il 20 agosto dalla giustizia sportiva per il coinvolgimento della vecchia dirigenza nello scandalo delle partite truccate, non si riuscì neanche a iscrivere la società (schiacciata da alcune centinaia di migliaia di euro di debiti) al torneo d’Eccellenza, nonostante il nulla osta del presidente federale Carlo Tavecchio.

Ma la società non si è mai sciolta ed era pienamente legittimata a chiedere la restituzione dei soldi depositati in Federazione. E’ tutto da vedere, però, cosa ne sarà di quei 47mila euro. 

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