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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Scommesse: veleni su Pennetta

BRINDISI - La notizia, diffusa ieri dalla versione online del quotidiano svedese ''Svenska Dagbladet'', ha fatto in poche ore il giro del mondo. Esisterebbe una black list con i nomi di 41 tennisti coinvolti in un presunto scandalo scommesse. E tra i nomi eccellenti, il gotha delle racchette rosa made in Italy, a partire dall’atleta brindisina Flavia Pennetta. Accuse all’arsenico che all’indomani fanno ribollire di rabbia le tenniste tirate in ballo. Flavia in testa.

BRINDISI - La notizia, diffusa ieri dalla versione online del quotidiano svedese ''Svenska Dagbladet'', ha fatto in poche ore il giro del mondo. Esisterebbe una black list con i nomi di 41 tennisti coinvolti in un presunto scandalo scommesse.  E tra i nomi eccellenti, il gotha delle racchette rosa made in Italy, a partire dall’atleta brindisina Flavia Pennetta. Accuse all’arsenico che all’indomani fanno ribollire di rabbia le tenniste tirate in ballo. Flavia in testa.

A poco serve che la “Tennis Integrity Unit” si sia affrettata a negare di aver divulgato la “lista nera”: ''Le voci riportate sono molto gravi, ma si basano su informazioni prive di fondamento", ha spiegato ad Agipronews un portavoce della Tennis Integrity Unit.

“E' irresponsabile – prosegue il portavoce - riportare nomi di giocatori e farli divenire di dominio pubblico. La Tiu non rilascia mai alcun tipo di informazione né commento in merito a eventuali indagini in corso, a meno che non si tratti di un procedimento concluso''. La Tennis Integrity Unit lavora con la collaborazione di Wta e Atp e degli organizzatori dei quattro tornei dello Slam, ed é dotata di una serie di ''Memorandum d'intesa'' sottoscritti con le principali società di scommesse che forniscono all'agenzia accesso diretto ai dati in caso di flussi di scommesse anomali.

Secondo gli analisti che si occupano di monitorare i dati, il tennis è uno degli sport più soggetto a rischi di combine, in particolare nel corso di tornei minori: nella frode possono essere coinvolti solo due atleti, quindi il “match fixing” diventa più agevole e soprattutto più redditizio rispetto alla vittoria in un torneo dal montepremi non elevato.

Undici i tennisti italiani finiti nel calderone dei sospetti: Potito Starace, Andreas Seppi, Fabio Fognini, Filippo Volandri, Francesca Schiavone e Sara Errani (che indiscrezioni vorrebbero fra gli ''indagati''); Simone Bolelli, Flavio Cipolla, Roberta Vinci, Romina Oprandi e Flavia Pennatta, appunto, (tra i ''sorvegliati'').

La tennista brindisina, incalzata dai cronisti, sfoga stupore e rabbia: “Lo dico con chiarezza: scommettere non rientra nel mio profilo di persona. E su partite di tennis poi? Se non fossi furibonda mi verrebbe da ridere. Ma come possono permettersi di generalizzare in questo modo? Sono esterrefatta. Un conto è se scrivessero che nei confronti di Tizio o di Caio è in atto un procedimento disciplinare perché si è reso responsabile di questo o di quello; ma così non ha senso. E' diffamazione bella e buona”.

Poi la stessa Pennetta sottolinea: “Mai scommesso in vita mia, neppure un centesimo. Non so nemmeno come si fa. C'è qualcosa che non mi torna in tutta questa questione. L'associazione delle giocatrici (la Wta) ci fornisce delle indicazioni molto chiare sul tema-corruzione, proprio per invitarci al massimo della vigilanza. Ci dicono: tenete sempre d'occhio l'ambiente che vi circonda quando giocate. Se vi accorgete che c'è qualcuno con un telefonino che parla a scambio in corso o qualcuno con un computer segnalatelo immediatamente. E poi scopri, invece, che ci sono tornei, dove tra gli sponsor ci sono anche agenzie di scommesse. E altri, come Palermo, dove vicino ai campi di gioco ci sono postazioni dove puoi scommettere”.

Imbufalito anche papà Oronzo:  “Che cosa avrebbe fatto Flavia? Scommesso su partite? Ne avrebbe truccata qualcuna? Ma per favore. Primo: non lo farebbe mai. Secondo: chiunque la conosca un pochino sa anche quale sia il Suo rapporto con la tecnologia...». E' già difficile che risponda al telefono quando la si chiama, figuriamoci pensarla piegata su un computer a scommettere su qualcosa. Reagiremo a questa cosa. Non possiamo accettare che il nome di Flavia venga accomunato a situazione assurde come questa”.

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