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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Un pivot che viene dal freddo per l'Enel

BRINDISI - E’ stato il botto di fine anno più atteso e assordante, esploso fra l’entusiasmo di 3 mila e 500 tifosi in delirio come da molto tempo non si vedeva al PalaPentassuglia, e che ha avuto l’effetto di riportare l’Enel Brindisi al vertice della classifica della serie A di basket.

BRINDISI - E’ stato il botto di fine anno più atteso e assordante, esploso fra l’entusiasmo di 3 mila e 500 tifosi in delirio come da molto tempo non si vedeva al PalaPentassuglia, e che ha avuto l’effetto di riportare l’Enel Brindisi al vertice della classifica della serie A di basket. E poi, che botto! Di fronte c’erano i campioni d’Italia del Montepaschi Siena, una delle più conosciute e gloriose società italiane ricca di un pedigree fatto di 8 scudetti, 5 Coppa Italia, 7 super Coppe italiane, una Coppa Saporta e partecipazioni ai quarti di finale della Coppa Europa, ma i ragazzi di coach Bucchi non si sono impressionati ed hanno giocato alla pari, senza alcun timore reverenziale, piazzando il colpo finale, lottando con grande autorità ed assicurandosi un’altra vittoria prestigiosa (71-67).

Questa volta ha vinto anche lui, coach Bucchi, da tempo sottoposto alle valutazioni dei tifosi e della stampa per l’applicazione al suo basket del sistema “…. questa la vince e questa la perde….!”. Ha vinto (anche) il coach, infatti, perché contro Siena ha voluto insistere con lo schema “4 + Jerome”, schierando nel finale un quintetto basso con il quale in altra occasione aveva perso, perché ha trovato in Dyson e James due autentici condottieri che hanno messo in grande difficoltà coach Marco Crespi, incapace di trovare il giusto rimedio, ed in Snaer un giocatore recuperato che potrà essere ancora più utile alla squadra se solo saprà tenere un rendimento più continuo ed essere più convinto delle proprie capacità.

L’ Enel Brindisi ha accelerato il ritmo con l’imprendibile Dyson che, ben seguito da compagni “bassi”, ha dettato tempi di gioco rapidissimi ed evitato così che Siena opponesse una difesa schierata con la perfida zona, nemica giurata dei brindisini, propiziando così la più bella vittoria di questo campionato. Non ha partecipato alla festa il bravo Alade Aminu. Il “pivot con la valigia” ha lasciato Brindisi fra gli elogi generosi ed umani di coach Bucchi che in conferenza stampa dopo-partita non ha esitato a rimarcare e per poco pure a cantare che “….Miminu era una bravo ragazzo”, ma che aveva già tanto di biglietto di solo andata verso il Tartu Rock, da cui dovrebbe arrivare al suo posto il nazionale estone Janar Tults ( ex Varese), con una operazione a costo zero che Alessandro Giuliani avrebbe già concluso (riuscirà finalmente il nostro amato general manager dopo Akin Akingbala e Alade Aminu ad avere “due pivot in cambio di uno”, come al supermarket, prima che finisca il campionato?).

Ma l’Enel Brindisi ha vinto contro i campioni d’Italia soprattutto perché nel quarto finale ha saputo realizzare una straordinaria intensità difensiva di fronte alla quale Montepaschi è rimasto letteralmente sconcertato, finendo con il perdere il filo logico del suo gioco e lasciando l’iniziativa a Dyson e compagni. Ed ha vinto anche perché il pubblico del PalaPentassuglia questa volta è stato il vero sesto uomo in campo, grazie all’incitamento costante e trainante della “curva” a cui finalmente ha aderito tutto il palazzo ed in particolare anche il parterre in edizione effervescente naturale, svegliatosi dal consueto letargo che durava dai tempi di Mario Scotto e del“Palidea”.

Ma questa volta la curva è andata oltre i soliti cori ed al canto antico della nostra terra, l’ormai celebre “il palazzettooooooo, vogliamo il palazzetto…. “ , i “coristi” esasperati hanno intonato un esplicito canto all’indirizzo del sindaco Mimmo Consales, “quaquaraquà” perché è venuto meno alle promesse ripetutamente fatte per costruire il palaeventi. In conferenza stampa il sindaco Consales ha preannunciato che chiederà all’Enel di costruire il palazzetto anche per avere un ritorno di immagine dello stesso sponsor ma anche, e perché no, signor sindaco, affinché il colosso elettrico lasci alla città un tangibile segno di riconoscenza, che non sia solo carbone.

Consales ha anche affermato la sua consapevolezza di non aver mantenuto la promessa di costruire il “palaeventi” ma ha anche aggiunto che “ ..una parte della città sa bene dove sono le responsabilità”. Con la stessa franchezza, allora, è bene che il sindaco dica apertamente a tutta l’altra parte della città che non sa dove sono le responsabilità, chi e perché ostacola la realizzazione del progetto. Che si sappia, quindi, se “quaquaraquà” sia indirizzato al sindaco solo perché inaffidabile, così come si spiega il termine in siciliano,oppure, considerata l’attuale situazione politica ed amministrativa della città, deve essere meglio decifrato più estesamente come “ il giorno della civetta”.

 

 

 

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