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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Una squadra brindisina campione d'Italia di quidditch, lo sport di Harry Potter

Dalle fantasia alla realtà: il quidditch, sport praticato dai protagonisti della saga di "Harry Potter" a cavallo di una scopa volante, raccoglie migliaia di adepti in tutto il mondo. E anche a Brindisi c'è una squadra che lo pratica a livello agonistico: la Lunatica Quidditch club, fresca vincitrice dei campionati italiani della disciplina svoltisi a Torino

BRINDISI – Dalle fantasia alla realtà: il quidditch, sport praticato dai protagonisti della saga di “Harry Potter” a cavallo di una scopa volante, raccoglie migliaia di adepti in tutto il mondo. E anche a Brindisi c’è una squadra che lo pratica a livello agonistico: la Lunatica Quidditch club, fresca vincitrice dei campionati italiani della disciplina svoltisi a Torino. La compagine brindisina (Video) è uno dei quattro sodalizi affiliati all’associazione italiana Quidditch, legata alla Uisp (Unione italiana spor per tutti). Nel capoluogo piemontese, i ragazzi allenati da Andrea Miglietta, coach della rappresentativa nazionale e consigliere dell’associazione, hanno superato: Milano Meneghins Quidditch, Spqr (Società Professionistica Quidditch Roma) e GreenTauros Torino.

Sono una decina le squadre di quidditch attive in Italia. Lentamente, dunque, comincia a prendere piede anche nel Belpaese un'attività codificata Lunatica Brindisi in azione nel torneo nazionale di Torino-2con regole riconosciute a livello internazionale solo nel 2005. In America, lo sport partorito dall’immaginazione di J.K. Rowing, autrice di Harry Potter, è ormai una realtà consolidata e istituzionalizzata. Le regole sono simili a quelle seguite dai protagonisti del romanzo, con un’importante differenza: le scope volanti esistono solo nella fantasia; nella realtà, i giocatori restano con i piedi ben piantati per terra e non devono mai lasciar cadere il bastone (non necessariamente una scopa) trattenuto fra le gambe gambe. Ogni squadra deve schierare sette giocatori: tre cacciatori, due battitori, un portiere ed un cercatore. Si gioca in un campo ovale di dimensioni paragonabili a una pista di hockey.

L’obiettivo del gioco, in estrema sintesi, è far passare una palla attraverso uno dei tre cerchi (di dimensioni differenti l’uno dall’altro) retti da altrettanti bastoni posizionati alle due estremità del campo. Ricorda per molti versi la pallamano, ma vi sono elementi in comune anche con il calcio, il rugby e il basket. “Ma soprattutto – dichiara coach Andrea Miglietta – il quidditch è uno dei pocchissimi sport in cui non vi sono discriminazioni sessuali: donne e uomini giocano insieme”. L’idea di costituire una squadra brindisina di quidditch è nata nel 2012. “Nella fase di organizzazione di Lunatica, la fiera del fantasy di Brindisi – dichiara Miglietta – ho scoperto l’esistenza di questo sport e ho provato a tirare su una squadra. Ammetto di essere un fan di Harry Potter. Ma non è stato solo questo a spingermi. Mi sono avvicinato al quidditch con un approccio sportivo”.

Grazie alla fiera, Miglietta ha reclutato un gruppo di giocatori che almeno tre giorni alla settimana si allenano nel parco Di Giulio. “L’età media – spiega ancora Miglietta – va dai 20 anni in su. Ma già a partire dai 16 anni ci si può affacciare in questo mondo”. Quasi tutti i praticanti brindisini sono studenti, ad eccezione di un paio di lavoratori. Coltivare questa passione non è semplice. “Non avendo sponsor – ammette Miglietta – dobbiamo autofinanziarci. A spese nostre abbiamo organizzato il primo torneo internazionale di quidditch svoltosi a Brindisi, al quale ha preso parte la squadra di Parigi: una delle più quotate in Europa”.

La palla va a bersaglio-2La prima trasferta risale invece allo scorso febbraio, quando i brindisini si sono recati a Bruxelles per partecipare a un torneo in cui si sono classificati al quarto posto su 12 formazioni. “Negli Stati uniti – dichiara Miglietta – esistono già una miriade di team, soprattutto a livello universitario. In Europa abbiamo ancora grossi margini di crescita”.  Il sogno è di costituire una federazione affiliata al Coni. “La diplomazia sportiva – spiega Miglietta – è molto lenta. Siamo partiti come associazione. In futuro speriamo di essere legittimati in ambito federale. Perché il quidditch è un vero e proprio sport, che sviluppa varie attitudini. Si tratta di una disciplina polivalente che aiuta a socializzare e a stare all’aria aperta”.

Messo in saccoccia il titolo italiano con la squadra di Club, Miglietta, nelle vesti di coach della nazionale, punta adesso ai “Global games” che a luglio si svolgeranno in Canada. “Ci saranno le rappresentative di Usa, Australia, Inghilterra e Canada. Se tutto andrà bene – conclude Miglietta – dovremmo esserci anche noi”. Chi volesse avvicinarsi a questa disciplina, può chiedere informazioni attraverso la fan page “Lunatica quidditch club”, online sul social network Facebook

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