MESAGNE - “In quell’azienda lavorano 70 dipendenti. Sfama altrettante famiglie”. Lo ha detto l’avvocato Massimo Manfreda nella sua arringa difensiva ed è probabilmente questa la chiave di volta di una vicenda giudiziaria conclusasi con l'assoluzione per tutti, pure per l'azienda: Tenuta Moreno, nota attività ricettiva di Mesagne, è stata realizzata con i fondi ottenuti grazie alle agevolazioni previste dalla legge 448.
OSTUNI - Fondi già di per sé sussidiari, elargiti per favorire la crescita di un’economia stantia, incassati puntualmente dall’Italia che finge di produrre, invece di rimettersi davvero in corsa. Questo lo scenario, mortificante e irritante. E purtroppo diffuso. A capitolare miseramente sulla “Legge 488”, stavolta è toccato a sette imprenditori ostunesi: dopo le denunce, a loro carico sono scattati anche i sequestri. Ad ingrossare la stagione dei “sigilli”, i soci di un paio di aziende locali, operanti nel settore manifatturiero.
OSTUNI - Assunzioni a intermittenza, prive di copertura previdenziale, a fronte di circa 380.000 mila euro, solo in parte già incassati, quale contributo statale. La Finanza scopre il presunto “giochetto” e blocca i finanziamenti. Per un imprenditore del posto, titolare di una società della Città bianca operativa nel campo turistico-alberghiero, sono dunque scattati gli opportuni adempimenti da parte dei militari della Compagnia della Guardia di finanza di Ostuni, entrati in azione al comando del capitano Massimo Otranto.
CEGLIE MESSAPICA – Prescrizione e dissequestro di tutti beni. La Corte di appello di Lecce, presieduta da Rodolfo Boselli, ha chiuso la vicenda giudiziaria nei confronti dell’imprenditore cegliese Franco Laneve, 68 anni, del commercialista francavillese Salvatore Di Castri, 43 anni, e dell’architetto, pure lui francavillese, Angelo Fedele di 43 anni. Erano accusati di truffa aggravata consumata nei confronti della Comunità europea per avere ottenuto un finanziamento con la legge 488 per realizzare una struttura alberghiera in una zona agricola.
CEGLIE MESSAPICA – La conferma delle condanne comminate in primo grado è stata chiesta dal procuratore generale Francesco Agostinacchio nel processo in Appello, a Lecce, nei confronti dell’imprenditore Franco Laneve, 68 anni, di Ceglie Messapica, dell’architetto Angelo Fedele di 43 anni, e del commercialista Tommaso Di Castri, 43 anni, entrambi di Francavilla Fontana. Laneve in primo grado fu condannato a due anni di reclusione; gli altri due a un anno e nove mesi ciascuno. I tre sono accusati di truffa aggravata perché attraverso la legge 488 avrebbero incassato una parte del finanziamento comunitario di complessivi 1.170.000 euro finalizzato alla ristrutturazione di una masseria in territorio cegliese da destinare a scopi turistici.