BRINDISI - Ancora un riconoscimento per il “72100”, il negroamaro in purezza di Cantine Risveglio. Entra, infatti, nell’annuario dei “Migliori vini italiani 2014” di Luca Maroni, in distribuzione sul territorio italiano ed europeo a partire dai prossimi giorni.
BRINDISI - Questa sera, a partire dalle ore 20,30, l'enoteca brindisina "Vino e Dintorni" (via Carmine), festeggia la fine dell'anno con il "72100". Una vera e propria degustazione accompagnata con musica e buon atmosfera mirata a fare festa con il negroamaro in purezza di Cantine Risveglio.
BRINDISI - Il “72100”, il negroamaro di Cantine Risveglio, approda nella storica enoteca “Anelli” di Brindisi. Venerdì 16 novembre a partire dalle ore 20 speciale serata di degustazione. “Un percorso non solo circostanziato all’analisi sensoriale di questa produzione enoica, ma anche alla ricerca delle sue caratteristiche organolettiche e i più coerenti abbinamenti al cibo”, promettono gli organizzatori.
BRINDISI - Si può dare un piccolo contributo alla lotta alla fame nel mondo anche sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso: l'iniziativa, sicuramente originale oltre che utile, è stata fortemente voluta da Giovanni Nardelli, presidente della cooperativa Risveglio Agricolo di Brindisi, che ha aderito al progetto del World Food Program che, attraverso alcune collaborazioni con aziende locali punta a dare una mano alle popolazioni più povere. Ed è così che 5000 bottiglie del negroamaro "72100”, vino divenuto simbolo della rinascita della cantina del capoluogo, si sono arricchite del bollino del WFP.
BRINDISI - La riscossa delle cantine Risveglio Agricolo passa attraverso il successo dell’ultima etichetta nata nell’azienda presieduta da Giovanni Nardelli: è il 72100, vino-manifesto che nasce dal vitigno autoctono brindisino per eccellenza e che vuole rappresentare l’orgoglio di una realtà storica che negli ultimi 10 anni ha sofferto, come tutte le cantine sociali, gli effetti della crisi ed il radicale cambiamento del mondo vitivinicolo. «Questo Negroamaro in purezza non poteva che avere questo nome», spiega Nardelli al Vinitaly, ed il perché è presto spiegato: «Volevamo un vino che rappresentasse la nostra città. Ma volevano anche un vino di cui sentirci fieri. E a giudicare dai consensi ottenuti in fiera, penso che abbiamo raggiunto l’obiettivo».