Ebbene sì, quell'articolo del codice di procedura penale è incostituzionale nella parte in cui non consente all'imputato di chiedere il giudizio abbreviato nel caso in cui gli venga contestato in sede dibattimentale un fatto diverso da quello originariamente formulato.
Sono imputati per aver preso parte a un giro di ‘diplomi facili’, ma non avevano scelto come gli altri un rito alternativo per essere giudicati. A luglio tutto è cambiato: è bastata una sentenza di assoluzione con la formula ‘perché il fatto non sussiste’ per i 12 "pezzi da 90"
BRINDISI - Entrarono nella gioielleria in pieno giorno, nel cuore di Brindisi. Puntarono la pistola alla tempia della proprietaria, la legarono e imbavagliarono. Le pene sono esemplari: 6 anni e 8 mesi per Roberto Andriulo, 41 anni; 5 anni per Giuseppe Di Bello, 34 anni.
BRINDISI - Le indagini sull’attentato di Brindisi vanno avanti tracciando un quadro che si distanzia sempre più dalle ipotesi di terrorismo della prima ora. Non c’è nulla che faccia ritenere che si sia poi così vicini alla chiusura dell’inchiesta sulla strage della Morvillo, anche perché l’attività investigativa procede parallelamente agli accertamenti che si stanno compiendo sull’attentato del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna, quello in cui stava per andarsene all’altro mondo un imprenditore agricolo, Cosimo Parato.
BRINDISI – Otto anni al pentito Ercole Penna, il collaboratore di giustizia che ha messo in chiaro la rete più recente di affari e riciclaggio dei nuovi gruppi nati nel brodo di coltura della Sacra corona unita, che hanno sempre Mesagne come centro di equilibrio ma filiali per il business a Francavilla Fontana, Brindisi, Ceglie Messapica e altri centri. Penna - che aveva rinunciato a presenziare - è stato giudicato con il rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare di Lecce, Marco Cazzella (l’indagine è infatti della Direzione distrettuale antimafia salentina), in una anticipazione – se così si può definire – del processo ordinario alle nuove colonne della Scu del Brindisino colpite il 29 settembre 2010 dall’Operazione Calipso del Ros dei carabinieri. Il pm antimafia Alberto Santacatterina aveva chiesto 10 anni, ma il giudice ha accolto le richieste dell’avvocato Sergio Luceri, che ha difeso il collaboratore di giustizia, emettendo un giudizio con una pena inferiore.