BRINDISI – Aveva dichiarato fallimento per sganciarsi da un debito di 2milioni 371mila euro contratto con l’erario e con la previdenza sociale, e con l'aiuto di altri tre complici aveva costituito due nuove società con gli stessi beni patrimoniali sottratti a quella fallita. E c’è un’evasione dell’Iva di 360mila euro. Un imprenditore sanpietrano, Antonio Simone di 62 anni, è stato perciò arrestato oggi dai militari del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Brindisi per bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento di imposte.
CEGLIE MESSAPICA - Documenti e soldi spariti prima di chiudere baracca. I titolari di una azienda tessile di Ceglie Messapica che, dopo il fallimento del 2006, avrebbero occultato ogni spicciolo (sarebbero circa 30 milioni delle vecchie lire) sono stati oggi condannati a pene piuttosto pesanti per bancarotta fraudolenta.
BRINDISI - Ci fu distrazione di capitali in favore di società inscatolate come una “matrioska”, e quindi anche una bancarotta fraudolenta da 3 milioni di euro reato per il quale sono stati condannati l’imprenditore Antonio Bozzetti, 71 anni, e la moglie Luigia Micelli, 65 anni, entrambi di Brindisi, il primo legale rappresentante della Tubisaldo Eco Industriale.
BRINDISI – Si sono svolti stamani davanti al giudice delle indagini preliminari Paola Liaci gli interrogatori di garanzia dei quattro componenti della famiglia D’Astore arrestati dal Nucleo di polizia tributaria nei giorni scorsi con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale aggravata nonché di omesso versamento delle imposte, conseguente al fallimento della Cantieri Balsamo Srl per un debito di 5,5 milioni con gli enti previdenziali, l’erario e l’Autorità portuale di Brindisi, e ad una presunta distrazione di beni della società fallita a favore della nuova società Cantieri Balsamo Shipping Srl per un valore di 3 milioni di euro.
BRINDISI - Nell'ambito della vicenda della bancarotta Cantieri Balsamo Srl, che portato all'arresto di quattro indagati (con contestuale assegnazione ai domiciliari), e gestendo la famiglia D'Astore anche altre società, la difesa di Gaetano D'Astore, della consorte, e dei figli Daniele e Michela, ha diramato poco fa una nota in cui si precisa che la società Damarin Srl non è interessata dalle indagini, e che la stessa è operativa ed aperta.
BRINDISI – Una bancarotta milionaria ha condotto la procura di Brindisi a chiedere ed ottenere l’arresto degli amministratori e proprietari di uno dei cantieri navali brindisini più noti, i D’Astore. L’operazione è stata condotta col massimo riserbo nella serata di ieri dai militari del Nucleo di polizia tributaria, che ha notificato quattro ordinanze di custodia cautelare, con la contestuale concessione dei domiciliari, agli imprenditori Gaetano D’Astore, alla figlia Michela, alla moglie e al figlio Daniele D’Astore, consigliere della sezione nautica di Confindustria Brindisi e amministratore della Damarin, una delle tre società di famiglia, che si occupa di costruzioni su licenza, vendita, manutenzione nel settore del diporto ed è concessionaria di noti marchi della nautica.
BRINDISI – Mario Salucci, ex patron, e Luciano Morosi, ex presidente del Brindisi Calcio Srl, sul banco degli imputati per la bancarotta che nel 2004 portò al fallimento e alla radiazione della squadra che militava nel campionato di C2. I due imputati non sono comparsi in aula. Salucci, difeso dall’avvocato Pietro Balestra, è praticamente irreperibile. La precedente udienza saltò perché non era stato possibile notificargli la citazione, questa volta è stata notificata ad un avvocato di Cosenza. Morosi, difeso da Simona Attolini, invece arriverà quando deciderà di far sentire le sue ragioni. Parte civile si è costituito il curatore fallimentare Davide Frigione assistito dall’avvocato Carlo Carriere.
BRINDISI - Bancarotta fraudolenta formato famiglia. Prime battute del processo a carico di Antonio Bozzetti, ex presidente della sezione metalmeccanica di Confindustria Brindisi, della moglie Luigia Micelli e i figli Francesco Domenico e Fabiana Bozzetti. Le due generazioni di imprenditori in quota alla Tubisaldo Srl prima, alla Plus Service Srl poi, finirono in manette il 3 giugno scorso per mano della Guardia di Finanza, braccio operativo del pubblico ministero Adele Ferraro che aveva chiesto e ottenuto la misura di custodia cautelare per il capofamiglia e i suoi presunti prestanome, figli e moglie. Bozzetti senior, per inciso, è ancora recluso ai domiciliari.
BRINDISI – Interrogati oggi anche moglie e figli dell’imprenditore Antonio Bozzetti, 67 anni, di Brindisi, arrestati venerdì scorso dalla Guardia di Finanza con l’accusa di bancarotta fraudolenta pluriaggravata e bancarotta documentale nel corso dell’operazione denominata “Matrioska”. Bozzetti senior è rinchiuso in carcere, moglie e figli sono ai domiciliari. Assistiti dall’avvocato Ladislao Massari, sono stati sentiti questa mattina nell’ufficio del giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò. I tre sono stati autorizzati a recarsi liberamente al tribunale.
BRINDISI – Resta in carcere l’imprenditore Antonio Bozzetti, 67 anni, brindisino, accusato di bancarotta fraudolenta pluriaggravata e bancarotta documentale. L’imprenditore è comparso questa mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, assistito dal suo legale, avv. Massari. Due ore di interrogatorio nel corso delle quali Bozzetti ha respinto le accuse. E comunque si è riservato di entrare più nei dettagli della vicenda non appena avrà letto le carte.
BRINDISI – E’ un vecchio sistema, quello di accumulare debiti con il fisco e la previdenza pubblica, e poi abbandonare la società inguaiata per passare ad una nuova. Non prima, però, di avere spremuto bene il limone. Che nel caso della Tubisaldo Eco Industriale Srl di via Alessandro Artom, zona industriale di Brindisi, aveva fruttato circa 3 milioni di euro. Operazione che, tuttavia, in presenza del fallimento della stessa azienda dichiarato il 15 luglio del 2008, è diventata bancarotta fraudolenta in tutte le sue accezioni, e questa mattina è sfociata nell’arresto dell’intera famiglia dell’imprenditore brindisino Antonio Bozzetti, per il quale il gip Antonia Martalò ha disposto la custodia cautelare in carcere. Arresti domiciliari invece per Luigia Micelli, moglie dell’imprenditore, per il figlio Francesco Domenico e per la figlia Fabiana.
BRINDISI - Quattro arresti per bancarotta fraudolenta e altri reati di natura fiscale sono stati eseguiti stamani dal Nucleo di polizia tributraria della Guardia di Finanza di Brindisi, che ha indagato sulla situazione di un'azienda metalmeccanica del capoluogo specializzata in carpenteria, costruzioni e realizzazione di tubi. Gli investigatori avrebbero accertato che negli anni dal 2003 al 2006 la società, gestita da un'unica famiglia (quella colpita dai provvedimenti restrittivi) aveva accumulato sette milioni di euro di passività, ma nel contempo che al patrimonio aziendale sarebbero stata sottratta una ingente somma sia in danaro che in beni.