La ricerca applicata ai biomateriali, di fatto pronti per l'industrializzazione, si può fare anche a casa propria, trasformando colonie batteriche in fabbriche e applicando le nanotecnologie tra le mura di laboratori salentini e brindisini
BRINDISI – Ancora una mattinata di agitazione per i lavoratori ormai in mobilità dall’1 gennaio 2012 della ex Biomateriali (protesi aortiche sintetiche) che si trova in Cittadella della Ricerca. Ancora una mattinata in cerca di risposte da parte della classe politica di Brindisi, del territorio provinciale e della Regione che ad oggi ancora non è pervenuta ad una ipotesi di soluzione, dopo quasi quattro mesi dall’ultimo incontro. Sindacati e lavoratori stamani erano presenti davanti alla sede aziendale, oramai vuota di ogni attrezzatura di laboratorio e produzione che a suo tempo gli americani di la Maitre hanno trasferito nelle proprie sedi negli Usa, assieme ai brevetti.
BRINDISI – Sindacati in pressing per raggiungere un accordo con un nuovo soggetto imprenditoriale, che consenta la ricollocazione dei lavoratori (tutti laureati) della ex Biomateriali, l’azienda più importante in Europa per la produzione di protesi aortiche sintetiche, svuotata di know-how ed attrezzature dal gruppo statunitense La Maitre oltre un anno fa, con il trasferimento di tutte le attività nell’area di Boston. Ma è necessaria una apposita istruttoria da parte della Task force regionale per l’occupazione, e quindi una convocazione preliminare delle parti, alla presenza dell’assessore al Welfare, Elena Gentile.
BRINDISI – Resta critica la situazione per i dipendenti di Tecnimont Brindisi e ed ex Biomateriali, cento unità altamente specializzate nella progettazione di impianti di chimica industriale nel primo caso, e di protesi sintetiche nel secondo. Venerdì 9 settembre i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil hanno infatti appreso da Tecnimont che nessuna delle quattro verifiche della possibilità di passaggio del personale ad altre imprese ha dato esiti, mentre altre due società non si sono presentate agli incontri. Per Biomateriali senza seguito l’ipotesi del passaggio dei dipendenti ad un’altra società del polo biomedico operante in Cittadella della Ricerca, e nessuna risposta né dalla Regione né dalla Provincia di Brindisi.
BRINDISI – Ben impacchettata con efficienza tedesca dall’impresa incaricata dall’americana LeMaitre Vascular, se ne va a pezzi verso Boston il cuore di una delle società più importanti in Europa nel settore delle protesi aortiche, la Biomateriali di Brindisi. E se ne va nel silenzio assordante delle istituzioni locali in tutt’altre occupazioni prese, a partire dalla Bit di Milano con inutili micro - offerte territoriali, o smarrite nel polverone senza senso sollevato attorno al settore dell’energia fotovoltaica (e perché non di quella eolica?) con l’introduzione di una parola magica (mafia), infiniti danni adducendo alle imprese senza aver saputo per tempo parare quelli al territorio pur disponendo di polizie locali e contabilità dei progetti in arrivo a pioggia. Ma gli americani sono americani, e un dito fuori dal polverone hanno lavorato con efficienza per portare a termine l’annunciato - con sapiente ritardo – obiettivo di smobilitazione.
La puntuale ricostruzione giornalistica della vicenda che sta interessando in questi giorni i dipendenti della Biomateriali Srl, è lo spaccato di ciò che, in materia di politiche industriali, sta accadendo nel nostro Paese. E non è un caso, proprio in questi ultimi giorni, che il Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano, dall’alto della sua competenza oltre che autorevolezza, ha richiamato l’attenzione del Governo sulle politiche industriali (o sulla loro assenza) dell’Azienda Italia.
BRINDISI – Comincia a prendere forma una soluzione per la vertenza di Biomateriali Srl, l’unica società italiana che produce protesi vascolari, nata nel 1989 con un finanziamento della legge 64 e dalla sinergia di due aziende dell’ex gruppo Fiat, Snia e Sorin, per essere poi ceduta nel 2007 da Invesco all’americana LeMaitre Vascular, che intende chiudere l’azienda entro il 31 dicembre prossimo. Dopo un incontro senza esito il 2 settembre in Confindustria, e un altro molto interlocutorio in Provincia la scorsa settimana, oggi nel primo pomeriggio, sempre presso l’assessorato provinciale al Mercato del lavoro, per i lavoratori in sciopero a oltranza da giorni si vede qualche spiraglio.
BRINDISI – Giornata importante nella vertenza per evitare la chiusura di Biomateriali. Oggi si dovrebbe svolgere un nuovo incontro con la società Usa che possiede l’azienda con sede in Cittadella della Ricerca, ma questa volta non con un procuratore come nei giorni scorsi, ma con un manager della LeMaitre Vascular Inc. di Boston. A meno che il gruppo americano non abbia deciso di riaffidare la partita ad un rappresentante esterno.
BRINDISI – Sulla vertenza Biomateriali interviene il PD. “Il Partito Democratico di Brindisi condanna fermamente – si legge in una nota - il comportamento della società e manifesta la propria convinta solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori in sciopero”, ed inoltre “eserciterà quanto è in suo potere perché le procedure di garanzia sindacali e legislative siano tutte rispettate nell’interesse dei dipendenti”.
BRINDISI – I 29 dipendenti di Biomateriali avevano ragione: dopo aver sfruttato e clonato know-how e produzione dell’unica azienda italiana che produce protesi vascolari, la multinazionale americana LeMaitre vuole liquidarla entro il 31 dicembre prossimo e mettere in mobilità i lavoratori. L’annuncio è stato fatto nel tardo pomeriggio di oggi nel corso di un incontro presso l’assessorato provinciale al Mercato del lavoro da un procuratore della stessa LeMaitre Vascular di Boston. Con una concessione: se il personale interromperà lo sciopero a oltranza, il gruppo Usa chiederà il ricorso agli ammortizzazioni sociali per un anno, posponendo la chiusura e la mobilità. Il rappresentante di Le Maitre ha incassato un no netto.
BRINDISI – Quinto giorno di sciopero dei 29 lavoratori di Biomateriali, la società con laboratori in Cittadella della Ricerca di Brindisi, unica in Italia a produrre protesi vascolari e da tre anni di proprietà della corporate americana LeMaitre Vascular Inc. che, secondo le organizzazioni sindacali, potrebbe presto chiudere l’azienda dopo averne clonato know-how e produzione. Ipotesi che la multinazionale respinge, assicurando che al momento non lascerà Brindisi e che, non appena approvate, comunicherà le sue nuove strategie di mercato.
BRINDISI – I 29 dipendenti di Biomateriali continuano il presidio della sede e dei laboratori in Cittadella della Ricerca, a Brindisi, contro la possibilità di una chiusura dell’azienda con il trasferimento delle produzioni in Massachusetts. Biomateriali, come già sottolineato nel servizio di ieri, è l’unica società italiana che produce protesi vascolari, ed è nata con il sostegno dei fondi della legge 64 nel 1989. Intanto ieri è stata diramata una nota firmata dal senior vice president, operations, di LeMaitre Vascular Inc., Trent Kamke.
BRINDISI – L’unica azienda biomedica italiana specializzata nella produzione di protesi vascolari, la Biomateriali che ha sede produttiva in Cittadella della Ricerca, a Brindisi, potrebbe essere smantellata con trasferimento di know-how in un’altra delle sedi della corporate americana che l’aveva acquisita nel 2007, la LeMaitre Vascular di Boston. O almeno questo temono i 29 dipendenti di Biomateriali, tutti tecnici e ricercatori altamente qualificati, e tutti salentini, che oggi hanno cominciato uno sciopero ad oltranza che ha un obiettivo preciso: obbligare il gruppo statunitense a rivelare i propri progetti circa la controllata italiana. Particolare non trascurabile, la Biomateriali è nata nel 1989 con i finanziamenti della legge 64, e la formazione dell’intero personale, come pure la ricerca, sono stati sostenuti con il concorso di fondi pubblici.