ROMA – Colpo di scena a margine del procedimento penale in corso a seguito della morte (per la Pubblica accusa determinata da una dose letale di sostanza stupefacente) di Gianguarino Cafasso, il presunto pusher delle trans capitoline, trovato privo di vita in una stanza di un albergo a via Salaria, a Roma nella notte tra l'11 e il 12 settembre del 2009. L’esito dell’autopsia sul corpo del pusher sarebbe frutto di un “falso ideologico”. Tanto avrebbe ipotizzato il Gip del Tribunale di Roma, Nicola Di Grazia, che ha disposto il Giudizio immediato a carico di due periti della Procura laziale. E così sotto accusa sono finiti i medici legali Stefano Moriani (54 anni, milanese) e Marco Iacoppini (49 anni, romano).
ROMA - La Procura di Roma ha chiuso le indagini sui casi del presunto ricatto nei confronti dell'ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, dell'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso e di altri episodi minori. In arrivo, dunque, la richiesta di rinvio a giudizio per otto indagati: quattro carabinieri, tre pusher e la trans Josè Alexander Vidal Silva (detta Natalie). Tra loro figura anche il carabiniere ostunese Carlo Tagliente (32 anni). Al pari degli altri tre colleghi, Tagliente è accusato di aver fatto immotivatamente irruzione il 3 luglio del 2009 nell'appartamento di via Gradoli, a Roma, al cui interno si trovava l’ex governatore del Lazio in compagnia di Natalie. Incontro immortalato nelle riprese del video, che sarebbe diventato poi oggetto di ricatto e estorsione da parte dei quattro militari. Ma non è solo di questo episodio che i militari saranno chiamati a rispondere. C’è di più e c’è di peggio.
ROMA - “Gianguarino Cafasso non morì di overdose”. A sostenerlo è il superperito. Colpo di scena, dunque, stamane nell’ambito del procedimento penale in corso per fare chiarezza sul decesso del pusher dei viados del giro di via Gradoli e via Due Ponti a Roma, morto il 12 settembre 2009 in un albergo sulla Salaria. Per quel decesso sono indagati, tre dei quattro militari finiti in carcere nell'ottobre del 2009 nell’ambito del presunto ricatto orchestrato ai danni dell’ex Governatore del Lazio Piero Marazzo, pizzicato in compagnia di un trans. Tra loro, indagato a piede libero, figura anche il militare ostunese Carlo Tagliente (32 anni), accusato di concorso in omicidio
OSTUNI - Si complica ulteriormente, nell’ambito del torbido sexgate orchestrato ai danni dell’ex Governatore del Lazio Piero Marazzo, la posizione del carabiniere ostunese Carlo Tagliente (32 anni).
Il militare risulta formalmente indagato dalla Procura di Roma anche per la morte di Gianguarino Cafasso, il pusher dei viados del giro di via Gradoli e via Due Ponti a Roma, morto il 12 settembre 2009 in un albergo sulla Salaria.
Dopo quelle rivolte a Nicola Testini (38 anni, di Andria, tornato in carcere nelle scorse settimane con l’accusa di omicidio) nuove accuse piovono dunque anche su Luciano Simeone (31 anni, di Napoli) e sull’ostunese Tagliente, i due militari dell'Arma già detenuti per il presunto ricatto ai danni di Marrazzo.