BRINDISI - Rino Casilli era uno dei candidati alla poltrona di presidente dell’Autorità portuale, ma la scelta cadde su Haralambides, docente universitario a Rotterdam con cittadinanza greca. Casilli fece ricorso al Tar e i giudici gli hanno dato ragione. Eppure lui appare soddisfatto ma con moderazione.
BRINDISI – “Vorrei chiarire bene una cosa – dice l’ingegnere Calogero Casilli -, non ho presentato il ricorso avverso la nomina del professor Haralambides per prendere il suo posto in caso di accoglimento. Come è evidente, le cose non funzionerebbero così: all’annullamento del decreto di nomina dovrebbe seguire un nuovo decreto da parte del ministro in carica. Insomma, la proceduta andrebbe ripetuta, ma interessando figure idonee di nazionalità italiana. E’ questo il senso della mia iniziativa davanti ai giudici amministrativi: affermare le norme in materia che escludono la possibilità che un cittadino di un altro Paese comunitario possa assumere in Italia un ruolo come quello di presidente di un’autorità portuale”.
BRINDISI - “Tanto tuonò che piovve” questa frase che si attribuisce a Socrate, forse descrive meglio di tante altre parole quello che è avvenuto in questi anni nella portualità brindisina. L’attuazione di una politica dissennata di scelte errate, ha portato alla distruzione di una risorsa economica fondamentale per il territorio, il porto e le attività di logistica da esso indotte. Oggi, a ben vedere, il porto non rappresenta più una risorsa economica per la città. Le poche navi che occupano le grandi banchine brindisine sono le carboniere, un paio di traghetti per la Grecia e Albania, qualche gasiera carica di GPL e sparute navi da crociera low cost. Ad oggi l’unica prospettiva certa è l’arrivo di qualche nave carica di olio vegetale per rifornire l’ennesima centrale elettrica costruita sul nostro territorio appartenente allo zuccherificio.