Furto di rame, presi 5 giovani
SAN PIETRO VERNOTICO – Hanno tra i 18 e 21 anni i cinque ragazzi sanpietrani arrestati ieri sera perché sorpresi a rubare tubi di rame.
SAN PIETRO VERNOTICO – Hanno tra i 18 e 21 anni i cinque ragazzi sanpietrani arrestati ieri sera perché sorpresi a rubare tubi di rame.
Nella scuola di domenica: denunciati
BRINDISI – Per arginare il gigantesco fenomeno dei furti di cavi elettrici per ricavarne rame, che sta devastando l’industria del fotovoltaico, ma che colpisce anche capannoni industriali, linee ferroviarie, cabine di trasformazione, abitazioni private, linee Enel, bisogna colpire anche il livello superiore a quello dei ladri, della manovalanza alla quale spetta la fetta più piccola del business clandestino e il lavoro sporco. Il gradino superiore a quello dei ladri è la prima intermediazione, quella dei raccoglitori del materiale, che poi lo avviano a chi sa dove e come collocarlo sul mercato. E il deposito di Arcangelo Urso, 54 anni, era uno dei luoghi di raccolta.
BRINDISI – Evidentemente non legge i giornali e crede di più a ciò che sente raccontare nel suo ambiente – a quanto pare – il camionista rumeno che ieri sulla superstrada 379 ha tentato di corrompere una pattuglia della Polizia stradale, che lo aveva fermato, con la spaventosa cifra di 5 euro. L’uomo, che lavora a quanto pare senza registrazione per una nota società di autotrasporto di San Vito dei Normanni, è stato denunciato a piede libero per istigazione alla corruzione.
BRINDISI – Continuano le operazioni dei militari della Guardia di Finanza di Brindisi. Questa volta, sono stati scoperti all’interno di una macelleria nel capoluogo a parziale conduzione familiare cinque lavoratori in nero. Dopo i dovuti controlli, i finanzieri hanno denunciato uno degli stessi addetti all’autorità giudiziaria per aver indebitamente percepito erogazioni dall’Inail presso un altro esercizio, e sospeso l’attività della stessa attività commerciale.
TARANTO - Nel suo diario, dopo lo stupro che aveva subito alla fine del 2006 in un camper al quartiere Tamburi, scriveva sempre: "Io sono Carmela". La traccia più viva della 13enne che dopo la violenza di gruppo fu considerata disturbata mentalmente, allontanata dai genitori e affidata a due diverse case famiglia, una a Lecce e un'altra a Gravina, la stessa di Ciccio e Tore. E una volta tornata a casa, esattamente cinque anni fa, si lasciò cadere nel vuoto dal settimo piano del palazzo dove si trovava il suo appartamento, al quartiere Paolo VI. Solo dopo quella tragica fine le indagini accertarono che c'erano cinque responsabili di quelle violenze, e che Carmela Cirella non aveva inventato nulla.