Da 27 a 23 anni di reclusione nel processo d’Appello bis in corte d’Assise a Taranto: ha confessato oltre venti esecuzioni: dall’uccisione di don Ciccio Guadalupi a Giuliano Maglie. Assolto Cosimo Poci dall’accusa di aver fatto parte del sodalizio
BRINDISI – Poco meno di 160 anni di carcere e sanzioni pecuniarie per 460 mila euro. Queste complessivamente le richieste di condanna avanzate dal procuratore generale Giorgio Oliva, durante la requisitoria che ha tenuto banco oggi nel processo d’appello scaturito dall’operazione Paradise, eseguita dalla polizia sette anni fa. Sono 14 in tutto gli imputati inchiodati dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vito Di Emidio. All’alba dell’11 giugno 2003 finirono nella rete 59 indagati (20 dei quali furono assolti, gli altri scelsero il giudizio abbreviato).
BRINDISI – Vito Di Emidio, il “Bullone” del quartiere Sant’Elia, ritrova la memoria e ritorna ad accusare suo cognato Giuseppe Tedesco, il braccio destro e fidatissimo Pasquale Orlando e Daniele Giglio. Ritrova la memoria dopo che due giorni fa è stato arrestato per la revoca del beneficio della detenzione domiciliare di cui stava godendo come collaboratore di giustizia. Resta sempre un collaboratore, si trova rinchiuso in un carcere riservato ai pentiti e i suoi familiari sono protetti. Ma la legge si è riservata una chance nel caso improvvisamente il collaboratore perda la memoria. Come era accaduto a “Bullone”.
BRINDISI – E’ stata un’udienza brevissima quella di stamattina dedicata agli omicidi di Vito Di Emidio, soprannominato “Bullone”, e ai suoi complici. La Corte di Assise ha sentito la moglie di uno degli uccisi, assistita dall’avvocato Rosario Almiento, e dopo che il legale ha rinunciato ad altri suoi testi, ha aggiornato al 3 giugno per l’ascolto di tutti i testimoni della difesa. L’interrogatorio ha riguardato Grazia De Luca, vedova di Vincenzo Scarcia, ammazzato a colpi di pietra sul cranio e finito con un colpo di fucile, sempre al capo.