Speranzoso il primo approccio, assolutamente deludente, se non disastroso il seguito. Da un inizio scoppiettante caratterizzato dal lavaggio notturno di alcune strade si è subito passati al disastro causato dalla mancata raccolta dei rifiuti
A processo il conducente del Tir che, fermo sui binari, fu la causa di un incidente ferroviario il 24 settembre scorso all’altezza del passaggio a livello di Pozzo Faceto, poco distante dalla stazione di Cisternino. C’è l’evidenza della prova, considerati l’arresto in flagranza e l’ammissione di responsabilità del 26enne rumeno, Ianut Cociabab, che è tutt’ora in carcere.
BRINDISI - Quella tragedia va ricostruita, attimo per attimo, perché va assolutamente constatato se il disastro ferroviario del 24 settembre scorso fosse evitabile, se ci fu errore umano o se invece furono le macchine a fallire. La procura di Brindisi, proprio per questo, ha disposto una maxi-perizia che è in corso dal 18 ottobre scorso. Uno solo è il quesito cui i consulenti tecnici della procura e i colleghi nominati dalle parti sono chiamati a rispondere entro 60 giorni.
BRINDISI – Il camionista rumeno accusato di disastro ferroviario e omicidio colposo per aver provocato, lunedì scorso, la morte del macchinista di Acquaviva delle Fonti, Giuseppe Campanella, sui binari di Pozzo Faceto, nel Fasanese, continua a sostenere la versione rilasciata ai poliziotti subito dopo la tragedia: le sbarre si sono abbassate improvvisamente e l'abbassamento delle stesse non era stato segnalato.
BRINDISI – Estratta la seconda scatola nera installata sul treno Freccia Argento che lunedì scorso si è schiantato contro un camion comparso all'improvviso sui binari del passaggio a livello di Pozzo Faceto, nel Fasanese, provocando la morte del macchinista 49enne di Acquaviva delle Fonti, Giuseppe Campanella. Si tratta del terzo e ultimo apparato di registrazione (uno è quello della stazione e due, uno di coda e uno della cabina, sono quelli presenti sul treno) che la Polfer di Bari per fare chiarezza sulle indagini e ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente ferroviario che ha tolto la vita al macchinista del Barese, ha acquisito.
Sopra le aree di verde attrezzato della città, Parco Di Giulio e Parco Maniglio, sotto, a poche centinaia di metri e lungo i canneti del Canale Patri, l'inferno di amianto, solventi, scarti di falegnameria e di autocarrozzeria, materiale di risulta edile, pneumatici che ostruiscono il corso d'acqua. La strada che costeggia il Canale Patri, a Brindisi, in quel tratto diventa uno stretto sterrato, ma la vegetazione la nasconde dalle videocamere dell'area urbana sovrastante. E' un disastro ambientale autentico, sul percorso di una strada di competenza della Provincia, che passa anche alle spalle degli uffici giudiziari brindisini. E ancora una volta la domanda è: dov'è chi deve controllare? E quando saranno eseguite le bonifiche? Una storia che si intreccia con la constatata abitudine di nascondere rifiuti speciali sotto i carichi dei rifiuti solidi urbani. E adesso che il gioco è stato scoperto, l'amianto e il resto finiscono nuovamente nelle campagne.