Il superkiller aveva una fobia: le bombe. E temeva le imboscate dei nemici
BRINDISI - Vito Di Emidio, il contadino diventato killer spietato, aveva paura delle bombe. Non di essere ammazzato con una bomba, ma degli ordigni in genere. “Io da quegli oggetti dovevo stare lontano”, ha detto ieri in aula durante la deposizione nel processo che lo vede imputato assieme a suoi ex complici da lui chiamati in correità in una dozzina di omicidi. Numerosissime rapine, estorsioni e anche attentati dinamitardi. “Il mio artificiere era Tannisi Pasquale. Molto bravo nel costruire le bombe artigianalmente. Quando le mettevamo eravamo costretti a farlo, perché dovevamo costringere i commercianti a pagare le tangenti e senza creare paura non lo facevano”.