BRINDISI - L’ex primula rossa della Scu, Francesco Campana, non conosce i fratelli Raffaele e Giovanni Brandi, non sa chi sia Errico Colucci nè Giuseppe Gerardi: “Mai visti, né sentiti”, né sa sa esistesse un qualche clan marchiato Scu a Brindisi e dintorni. Il super-boss fedelissimo di Pino Rogoli, presunto capo del clan già presieduto da Salvatore Buccarella, è apparso ieri mattina in videoconferenza dal carcere di Alessandria, chiamato in causa nel processo scaturito dalla operazione Berat-Dia. Nel collegamento in video-conferenza dal carcere di Alessandria, il detenuto difeso dall’avvocato Cosimo Lodeserto, ha risposto alle domande che gli sono state rivolte nei panni di imputato di reato connesso, chiamato in causa dal collegio difensivo composto dai legali Gianvito Lillo e Ladislao Massari.
BRINDISI - L’ex primula rossa della Scu, Francesco Campana, smentisce il pentito Ercole Penna. Il super-boss fedelissimo di Pino Rogoli, presunto capo del clan già presieduto da Salvatore Buccarella, è apparso ieri mattina in videoconferenza dal carcere di Voghera per testimoniare nel processo Canali, scaturito dall’operazione che decimò il clan Bruno di Torre Santa Susanna. Nel collegamento il detenuto, difeso dall’avvocato Cosimo Lodeserto, ha chiarito di avere conosciuto Ercole Penna nel corso del monumentale processo Mediana, ma di non avere mai avuto con lui rapporti di nessun genere, tanto meno di confidenza. La testimonianza di Campana è stata invocata dal collegio difensivo, sulla scorta delle dichiarazioni rese dall’ultimo collaboratore di giustizia della Scu.
BRINDISI - Interrogatorio-lampo per l’ex primula rossa della Scu, il 38enne Francesco Campana finito in manette sabato scorso per mano della Polizia di Stato. Il boss a capo del clan Buccarella è stato interrogato dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brindisi, Giuseppe Licci, questa mattina, alla presenza del difensore Cosimo Lodeserto. Il giudice ha chiesto all’indagato, relativamente al fascicolo sulla violazione degli obblighi di soggiorno imposti in forza dello status di sorvegliato speciale, quali fossero le ragioni della fuga.
ORIA - Operaio all’Ilva, incensurato, marito e padre di famiglia. Quando ha saputo che l’uomo che abitava in casa sua pagando regolarmente l’affitto era un pericoloso latitante ricercato da anni, è trasecolato. Se lo sbigottimento di Angelo Mingolla sia autentico o inscenato ad arte, sarà la magistratura a stabilirlo, per il momento l’uomo è indagato per favoreggiamento, punto, senza l’aggravante contestata al padrone di casa dell’altro latitante arrestato nelle scorse settimane, il mesagnese Daniele Vicientino: il carico pesante dell’accusa è quello previsto dal favoreggiamento per persone con posizioni di spicco nelle associazioni di stampo mafioso.
ORIA – L’unico rimasto fedele ai vecchi capi, tra i luogotenenti della Scu di Mesagne, comunicava con loro utilizzando brani di Seneca e di Orazio Flacco. Francesco Campana voleva farsi strada anche usando il cervello e non solo la pistola o la lupara. In carcere si era iscritto ai corsi universitari di Sociologia. Ora potrà laurearsi anche due o tre volte, se vuole, perché lo aspetta una condanna in giudicato a nove anni, e un’altra di 14 anni e 8 mesi (in Appello) attende la decisione della Cassazione. Poi arriveranno altre contestazioni dalle indagini ancora in corso, come quella sul tentato omicidio di Vincenzo Greco l’1 luglio a Mesagne. Ma lui stamani sorrideva agli obiettivi, perché un capo deve mandare questo genere di segnali e non messaggi di sconfitta.
MESAGNE – Francesco e Alessandro Campana, fratelli mesagnesi, sono stati iscritti nel registro degli indagati quali esecutori del tentativo di omicidio compiuto a Mesagne l’1 luglio scorso nei confronti di Vincenzo Greco, 35 anni, muratore nativo di San Donaci, residente a Mesagne. Sui Campana gravava il sospetto che fossero stati loro verso le 12,30 di quel giorno ad arrivare dinanzi all’abitazione di Greco, in via Virgilio, in sella ad una Yamaha di grossa cilindrata, di colore scuro, ed ha sparare su Greco che si era affacciato sull’uscio per vedere chi stava passando e ripassando a bordo della motocicletta. I poliziotti del Commissariato di Mesagne avevano acquisito diversi elementi sulla loro probabile responsabilità. Ma entrambi erano latitanti. Francesco perché condannato in via definitiva a diversi anni di carcere; Alessandro per sottrarsi alla sorveglianza speciale.
MESAGNE – Francesco e Sandro Campana, fratelli mesagnesi, sono ricercati dalla polizia per il tentativo di omicidio di Vincenzo Greco, 35 anni, di San Donaci, residente a Mesagne, compiuto giovedì scorso. Stando alle indagini svolte dai poliziotti del commissariato locale, diretto dal vice questore Sabrina Manzone, i due mesagnesi avrebbero cercato di ammazzare Vincenzo Greco, muratore di 35 anni,per far capire al fratello minore del ferito, Leonardo di 31 anni, che non doveva intromettersi negli “affari” mesagnesi.