CASERTA - E’ durata poco meno di tre ore l’autopsia eseguita questo pomeriggio sul corpo dell’ex boss della Scu Francesco Sparaccio, morto a 53 anni nella cella del carcere di Carinola, in provincia di Caserta, dov’era detenuto da circa sei anni. La procura della Repubblica di Caserta ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per scandagliare le cause e le responsabilità di questa tragedia annunciata. Sparaccio è morto in cella nella notte fra domenica e lunedì, dopo due mesi trascorsi in preda a dolori atroci allo stomaco e al ventre per i quali l’avvocato difensore Daniela D’Amuri un mese e mezzo fa aveva chiesto il ricovero d’urgenza. Richiesta rimasta senza ascolto e senza conseguenze: in ospedale il boss ergastolano non ci è mai arrivato.
CASERTA - Da tempo accusava atroci dolori allo stomaco e al ventre, per i quali il 25 gennaio scorso l’avvocato difensore Daniela D’Amuri aveva chiesto il ricovero con urgenza, ma in ospedale l’ex boss della Scu Francesco Sparaccio, 53 anni, non ci è mai arrivato. E’ morto a mezzanotte fra domenica e lunedì nella cella del carcere di Carinola, dove stava scontando l’ergastolo per l’omicidio di Francesco Incantalupo, scomparso la sera del 12 aprile 1992 e mai più ritrovato, il primo caso di lupara bianca in terra di Brindisi. Per la morte di Sparaccio la famiglia ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Caserta, nei prossimi giorni l’autopsia che stabilirà se la mancanza delle cure richieste e il mancato ricovero siano stati determinanti oppure no nel cagionare la morte del detenuto.