CELLINO S. MARCO – Ha raggiunto in carcere il fratello Joseph, il 26enne Antonio Orofalo, che il 19 giugno del 2010 alle 17,40 aveva partecipato alla caccia e all’eliminazione del pregiudicato Gianluca Saponaro di S. Pietro Vernotico, ammazzato con una fucilata sotto l’orecchio destro per vendicare il pestaggio che poche ore prima, alle 15 circa, proprio Antonio Orofalo aveva subito da parte di Saponaro. I fratelli Orofalo, dopo una breve assenza per sfuggire alla cattura, si erano consegnati il 24 giugno ai carabinieri, ma il solo Joseph – all’epoca dei fatti 21enne – era stato sottoposto a fermo essendosi accusato dell’esecuzione materiale dell’omicidio e definendo marginale la posizione del congiunto. E in galera ci finì il più giovane dei due.
CELLINO SAN MARCO - Un altro passo avanti nelle indagini, dopo l'arresto del responsabile dell'omicidio di Gianluca Saponaro, avvenuto nel pomeriggio del 19 giugno a Cellino San Marco. La Squadra Mobile di Brindisi ha dato notizia stamani del ritrovamento dell'arma del delitto, al termine di una lunga ricerca conclusasi sabato sera attorno alle 20. Si tratta di una doppietta a canne mozze con matricola abrasa, circostanza che aggiunge un paio di aggravanti al reato già contestato al 21enne Joseph Orofalo: quelle della modifica dell'arma e della cancellazione dei dati identificativi.
BRINDISI – Sì è chiusa alcune ore fa con il fermo di uno dei due fratelli ricercati da ieri l’indagine sull’omicidio del pregiudicato Gianluca Saponaro di 29 anni avvenuto a Cellino San Marco sabato pomeriggio alle 17,40. Si tratta di Joseph Orofalo di 21 anni, il fermato, di Antonio Orofalo di 25 anni, che nella tarda mattinata di oggi si sono presentati ai carabinieri in compagnia del loro legale di fiducia, e sono stati quindi sottoposti ad alcune ore di interrogatorio. Le loro versioni coincidono, e descrivono l’uccisione di Saponaro come la conclusione di lunghe settimane di ricatti estorsivi e minacce, che proprio sabato attorno alle 15 erano culminate nel momentaneo sequestro di Antonio Orofalo e nel suo pestaggio.
CELLINO SAN MARCO – Due fratelli di Cellino San Marco rappresentano in queste ore la pista su cui stanno lavorando gli investigatori per far luce sull’omicidio di Gianluca Saponaro, 29 anni, avvenuto sabato alle 17,40 alla periferia del paese, sulla strada per San Pietro Vernotico. Porta a loro il fuoristrada nero di fabbricazione coreana, un Ssangyong, sequestrato ieri e sottoposto ad accurati accertamenti di polizia scientifica. Si tratta di una fase molto delicata delle indagini, dirette dal pm Adele Ferraro, ma nessuna fonte definisce i due fratelli come i possibili autori dell’agguato mortale.
BRINDISI – Un fuoristrada di fabbricazione coreana, un Ssangyong di colore nero, potrebbe essere l’auto con cui si sono allontanati dal luogo dell’omicidio di Gianluca Saponaro, 29 anni, avvenuto alle 17,40 di sabato scorso a Cellino San Marco, almeno due personaggi che ora i carabinieri del Nucleo investigativo provinciale stanno cercando. La vettura invece è stata trovata e sequestrata pare proprio questa mattina, e sottoposta ad accurati rilievi di polizia scientifica dagli specialisti dei laboratori dell’Arma.
BRINDISI – Un colpo con traiettoria da destra a sinistra, esploso da una distanza di 20-30 centimetri con un revolver del calibro 38, o forse più piccolo (un 32). Il proiettile ha devastato la regione cervicale della vittima, il 29enne Gianluca Saponaro, provocandone la morte pressoché istantanea. L’autopsia conclusa nella serata di ieri sul corpo di Saponaro dall’anatomo patologo Antonio Carusi conferma che il killer era accanto al suo bersaglio, e che ha fatto fuoco senza la possibilità di sbagliare. Una trappola. Tutto questo inquadra con maggiore precisione le dinamiche del delitto, e offre ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale e al pm Adele Ferraro un punto di riferimento per valutare la posizione dei sospettati, un elenco già molto ristretto.
BRINDISI – L’omicidio di Gianluca Saponaro potrebbe essere un episodio risolutivo di una anomalia all’interno degli equilibri malavitosi nella zona sud del Brindisino, e non l’apertura di uno scontro tra gruppi rivali. In altre parole, l’eliminazione di un personaggio che stava rischiando di destabilizzare regole e aree di competenza. C’è anche questa possibilità al centro delle verifiche che gli investigatori dei carabinieri stanno conducendo dopo l’agguato della prima serata di sabato a Cellino San Marco, vertice di un triangolo che ne ha altri due a Turano e a San Pietro Vernotico, città di origine della vittima e luogo dove Saponaro stava rientrando quando è stato assassinato.
CELLINO SAN MARCO – Non ci sono ormai più dubbi sul fatto che l’uccisione di Gianluca Saponaro, avvenuta alle 17,40 di ieri a Cellino San Marco, abbia come scenario una nuova e più cruenta guerra tra gruppi rivali nella zona sud della provincia, e un vertice nella frazione brindisina di Tuturano. Recentemente, secondo gli investigatori, nella zona si sono verificati inseguimenti notturni e sparatorie che non hanno lasciato però alcuna traccia, né di feriti né di bossoli di cartucce esplose. Nessun bossolo neppure sulla scena dell’omicidio di sabato, ad indicare che qualcuno nelle bande in conflitto ha adottato come arma d’ordinanza revolver di grosso calibro. Nel conto vanno anche messi i colpi di pistola contro l’abitazione di qualche personaggio della malavita locale riportati dalle cronache.
CELLINO SAN MARCO – C’è da lungo tempo tensione, nella malavita della zona sud del Brindisino. Attentati contro commercianti e piccoli imprenditori, la richiesta di pizzo alle aziende del nuovo business del fotovoltaico, sono segnali di una ripresa del racket estorsivo. I colpi di pistola e gli incendi ai danni di altri pregiudicati sono invece le tracce del conflitto latente che attraversa i gruppi in concorrenza per gli affari di droga, oltre che per le estorsioni. E nella prima serata di oggi c’è stato anche il primo morto dopo due o tre anni: Gianluca Saponaro, 29enne di San Pietro Vernotico. Un solo colpo sotto l’orecchio destro, alle 17,40 e nel mezzo di una strada trafficata come può essere a Cellino San Marco via San Pietro, 200 metri prima di uscire dal paese.