BRINDISI - Se i soccorsi fossero stati chiamati in tempo, probabilmente il disastro della nave turca Hanife Ana sarebbe stato evitato. E lo Stato italiano non ci avrebbe rimesso 1 milione e 400mila euro, fondi stanziati dalla Protezione civile per smontare un mercantile di 142 metri che nella notte fra il 6 e il 7 febbraio del 2006 si arenò in località Costa Merlata, a Ostuni, dopo aver vagato per quattro giorni, nel mare in tempesta, in zona Torre Pozzelle.
BRINDISI – Il 26 novembre prossimo il tribunale di Brindisi dovrebbe pronunciare la sentenza per il naufragio del 6 febbraio 2006 del cargo turco Hanife Ana sulla scogliera di Costa Merlata di Ostuni. Imputato per naufragio colposo il comandante del mercantile, il cittadino turco Ince Sevcan, da tempo contumace (e sembra anche irreperibile). Sevcan è accusato di non aver richiesto l’intervento dei rimorchiatori, anche se la nave aveva un’avaria ai motori. Il giorno del naufragio il mercantile, in rotta da Ravenna verso la Turchia, fu costretto a gettare l’ancora al largo della costa ostunese, ma la forte mareggiata di maestrale fece perdere l’ormeggio alla nave che andò ad incagliarsi sulla scogliera.
BRINDISI – Il tempo di annunciare la costituzione di parte civile del Comune di Ostuni attraverso l’avvocato Tommaso Marrazza, e il processo al comandante dell’Hanife Ana, il turco Ince Sevcan, è stato, rinviato. La prossima udienza è stata fissata al 20 settembre 2010. Sevcan, difeso dall’avvocato Giovanni Caso, risponde di naufragio colposo per avere omesso, da comandante del mercantile turco Hanife Ana, pur sapendo che era in avaria, di chiedere l’intervento dei rimorchiatori.