BRINDISI - Si è concluso con il sequestro di un ingente quantitivo di eroina un servizio condotto nel pomeriggio e nella serata di ieri dalla sezione antidroga della Squadra Mobile di Brindisi, che ha intercettato il trasferimento della droga, arrivata in porto con un peschereccio albanese, sull'auto di un noto pregiudicato brindisino.
TORRE S. SUSANNA – La procura di Brindisi sta cercando di scoprire come sia stato possibile che per circa dieci anni – da quanto si desume – circa 30 tonnellate di esplosivo del tipo balistite, cordite e propellente solido per razzi (derivato dalla balistite) siano rimaste pressoché incustodite e non segnalate in quattro depositi tra Torre S. Susanna ed Erchie, nell’area dell’ex Polverificio Masi. E tutto ciò in una zona ad alto rischio per la presenza di nuclei di criminalità organizzata non ancora completamente debellati (le ultime operazioni contro clan della zona sono avvenute proprio negli ultimi cinque anni).
BRINDISI – Quando il peschereccio italiano ha affiancato il motoscafo di appena dieci metri che ondeggiava con i motori in panne, il comandante ha capito che la situazione non poteva essere risolta solo dal suo equipaggio, ed ha chiamato la Guardia Costiera. E’ cominciata così la sequenza di fatti che ha portato ieri mercoledì 7 marzo al secondo grosso sequestro di marijuana nelle acque brindisine. L’altro appena 20 giorni prima,il 16 febbraio, sulla spiaggia di Lido Morelli, nel parco naturale regionale tra i territori di Ostuni e Fasano: 1570 chili di droga. L’intensificazione del traffico di droga nel Canale d’Otranto non è una supposizione, il timore è che con gli stupefacenti viaggino anche armi. Infatti sul motoscafo sono state trovate munizioni cal. 7,62 parabellum, quello del Kalashnikov. Cinque gli albanesi catturati assieme alla loro imbarcazione, ma non è gente che parla.