Il 21 aprile 2004 l'eroe adolescente venne attirato in una trappola e ucciso su una spiaggia. La mamma ringrazia chi era presente all'estumulazione avvenuta il 6 dicembre 2022
ORIA – Non è finita, la storia giudiziaria del martirio di Joe De Stradis, il ragazzo di 17 anni italo-americano che la sera del 23 aprile 2004 fu massacrato a martellate e poi sepolto sotto la sabbia della spiaggia di Torre Borraco, ancora in vita. Un delitto atroce, il cui ideatore ed esecutore principale fu falegname Francesco Fullone, all’epoca 61enne e poi morto in carcere. L’amico di De Stradis che secondo l’accusa fece da esca per attirare Joseph in trappola, Luigi Caffa, che il 17 novembre 2010 si era visto condannare a 17 anni dalla Corte d’Assise di appello di Taranto, ha ottenuto dalla prima sezione della Corte di Cassazione, per vizi impugnati dai due avvocati difensori Matteo Murgo e Fortunato Calò, l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado.
ORIA - Percosso, seviziato e sepolto vivo dal branco a 17 anni. Pena aggravata per uno dei tre presunti assassini, condannato in primo a grado a 16 anni per omicidio volontario e occultamento di cadavere, è stato condannato questa mattina a 17 anni di carcere. L’oritano Luigi Caffa che oggi ha 25 anni, faceva parte del commando che uccise, a furia di martellate, il giovanissimo Joseph De Stradis. Era il 20 aprile 2004. Sei anni dopo, arriva la risposta al ricorso del procuratore generale di Taranto, Ciro Saltalamacchia, che aveva chiesto una condanna a vent’anni, con il riconoscimento a carico dell’imputato del reato di sequestro di persona.
ORIA - Sepolto vivo dal branco a 17 anni, per aver difeso una amica, adolescente come lui, dalle attenzioni di un 60enne. Torna nelle aule di giustizia, la terribile storia del giovane oritano Joseph De Stradis, ucciso il 20 aprile del 2004. Si è aperto questa mattina, di fronte alla corte d’assise d’appello di Taranto il giudizio di secondo grado a carico di uno dei tre presunti assassini, il 25enne Luigi Caffa: era il migliore amico della vittima.
BRINDISI - “Gentile redazione, vi scrivo per rivolgervi una preghiera. Permettetemi di fare le mie più sentite condoglianze alla mamma di Sarah. Ho seguito la sua storia di qua, e mi ha toccato il cuore. Mi è sembrato di rivivere la mia con mio figlio”. Da mamma a mamma, da un capo all’altro dell’oceano, da New York alla Puglia. Chi scrive è Anna Ungaro, mamma del giovanissimo Joe De Stradis, ucciso a 17 anni per aver osato difendere una coetanea dalle attenzioni morbose di un uomo troppo più vecchio di lei: una ragazzina di 15 anni appena, l’età della piccola Sarah Scazzi.
ORIA - Sepolto vivo dal branco a 17 anni. Uno dei tre presunti assassini, condannato in primo a grado a 16 anni per omicidio volontario e occultamento di cadavere, tornò in libertà poco prima della scadenza dei termini di custodia cautelare, era il 2005. Da allora, l’oritano Luigi Caffa che oggi ha 25 anni, in carcere non è mai più tornato, per lungaggini processuali che ne hanno fatto salva la libertà, malgrado la certezza inoppugnabile che anche lui facesse parte del commando che uccise, a furia di martellate, Joseph De Stradis. Era il 20 aprile 2004. Sei anni dopo, il pubblico ministero della procura di Taranto Ciro Saltalamacchia, torna a chiedere il conto per Caffa, invocando in appello la rideterminazione della pena a partire “dal limite massimo di trent’anni”.