Un fucile a canna mozza trovato in un casolare abbandonato
L'arma era funzionante anche se rimaneggiata, e proviene da un furto avvenuto 21 anni fa a Pezze di Greco
L'arma era funzionante anche se rimaneggiata, e proviene da un furto avvenuto 21 anni fa a Pezze di Greco
Un fucile a canne mozze, avvolto in panno, in buone condizioni, e molto probabilmente usato in alcune rapine avvenute nelle ultime settimane a Brindisi e provincia, è stato individuato e recuperato da personale della Squadra Mobile di Brindisi
CELLINO SAN MARCO – Un fucile a canne mozze con 25 cartucce nascoste nell'abitazione di San Pietro Vernotico appartenente a una zia defunta.
BRINDISI – Controlli a tappeto da parte degli agenti della Sezione volanti della questura di Brindisi nell'ambito di un servizio teso alla prevenzione di furti e rapine. Nella notte scorsa gli uomini del vice questore Alberto D'Alessandro hanno setacciato le campagne del Brindisino ed eseguito perquisizioni a carico di personaggi con alle spalle precedenti specifici.
BRINDISI – Spunta un fucile a canne mozze che scotta dopo la serie di perquisizioni messe a segno dal personale della sezione volanti in città. Dopo l’escalation di rapine, con l’ormai famigerata “Banda della Croma” in azione una sera sì e l’altra pure, seppur in maniera silenziosa l’attività della Polizia di Stato prosegue con perquisizioni a raffica nelle abitazioni di pregiudicati e sodali. L’arma è stata ritrovato nell’abitazione del rione Bozzano di T. A., brindisino di 18 anni, denunciato per alterazione e detenzione illegale di arma da fuoco.
BRINDISI – Una squadra della Federazione speleologica pugliese, impegnata in un progetto della Regione, penetra in una cavità naturale in località Badessa tra l’omonima masseria disabitata e la linea ferrovia Brindisi-Bari, e scopre uno scheletro umano. Ma non si tratta di un rinvenimento di interesse antropologico e storico, bensì di lavoro per le forze dell’ordine. Date le condizioni dei resti, si potrebbe pensare a quelli di un giovane di S. Vito dei Normanni la scomparsa del quale risale al 9 marzo 2008, diventata oggetto anche il 7 aprile di una delle segnalazioni della trasmissione “Chi l’ha visto?” su iniziativa dei carabinieri di S.Vito. Ma questa è solo una ipotesi basata su due circostanze: la prima è che nella zona Antonio Santoro, 30 anni all’epoca della scomparsa, è l’unica persona che manca all’appello. La seconda è che le notizie investigativa sulla vicenda davano Santoro per vittima di una lupara bianca, e il suo corpo occultato appunto in una cavità.