MANDURIA - Un pentola pronta a esplodere. L’aria attorno alla tendopoli di Manduria si fa ogni ora più pesante. Attorno al Centro sale la tensione e le forze dell’ordine, costrette a fronteggiare l’emergenza, sono impegnate a ristabilire l’ordine nel campo profughi. Ma la situazione è incandescente. “Fuggiamo perché abbiamo fame e qui non c’è da mangiare”, avrebbero raccontato alcuni emigranti, quasi a giustificare l’allontanamento dal Centro. Un problema in più, quello dei pasti insufficienti, che si aggiunge alla già complessa gestione di un’area inadeguata ad ospitare il fiume umano di profughi provenienti da Lampedusa. E così è il caos. Un immigrato ospite della tendopoli ha tentato di darsi fuoco per protesta ma è stato bloccato dagli agenti. Nel confusione provocata dall'episodio un funzionario della polizia, il dirigente dell'ufficio immigrazione della questura di Taranto, Antonio Calcagni, è rimasto colpito al volto dal cancello d'ingresso della tendopoli rimanendo ferito. Il funzionario è stato medicato nell'ospedale di Manduria, dove gli sono stati praticati due punti di sutura. Un altro migrante si è arrampicato su un albero e ha minacciato di impaccarsi.
Manduria si avvia a diventare la nuova Lampedusa. Un governo allo sbando, che si muove fra cinismo e impreparazione, sta risolvendo la crisi degli immigrati sommando l’orrore del trattamento inumano verso i profughi con il disprezzo verso i nostri concittadini. La scelta di Manduria, che ha provocato le dimissioni di Alfredo Mantovano, sottosegretario pugliese agli Interni, corrisponde a un calcolo politico, quello di mettere in difficoltà una regione amministrata dalla sinistra. In tutta questa vicenda sono venuti alla luce i veri problemi del governo Berlusconi. Il primo è l’impreparazione.
L’ex sottosegretario Alfredo Mantovano continua a rifiutare di rientrare al governo, e indica invece le tre condizioni affinchè una tale ipotesi si possa concretizzare. La critiche di Mantovano, sul piano politico e organizzativo, alla gestione dell’emergenza-sbarchi è durissima, e le sue parole trovano conferma in c iò che racconta – ovviamente in forma riservata e anonima – il personale addetto alla sorveglianza del campo di Manduria, dove molte fughe sono dovute alla fame e alla paura. Sapevano benissimo, i tunisini, che genere di difficoltà avrebbero incontrato in Italia e la stragrande maggior parte di essi preme per tornare in Francia, “altrimenti meglio a casa nostra”. Mantovano, dal canto suo, smonta già in partenza ogni illusione sui possibili risultati della missione di Berlusconi e Maroni in Libia lunedì mattina.
BRINDISI – Politici con poca storia ma molto opportunismo elettorale nel Dna hanno offerto una risibile reazione alla gestione leghista dell’emergenza-sbarchi, attuata da un governo che ora è prigioniero delle sue stesse contraddizioni. Da un lato la migrazione verso Lampedusa e l’Italia dall’Africa Settentrionale è stata demonizzata come un grave rischio per l’ordine pubblico e la gente in fuga dalla miseria e dalla guerra presentata come carichi di pacchi da rispedire al più presto al mittente. Poi la promessa che l’emergenza sarebbe stata distribuita come onere di tutte le regioni italiane tranne l’Abruzzo alle prese con il post-terremoto. Quindi la realtà della concentrazione dei migranti solo al Sud, con scuse ridicole e persino beffarde.
In stato di assideramento, di primo mattino, nei pressi della stazione ferroviaria di San Pancrazio Salentino. In queste condizioni è stato trovato dal personale del 118, dopo la segnalazione di un cittadino, un extracomunitario 40enne fuggito dalla tendopoli di Manduria. L'uomo, un nord africano di cui non sono ancora note le generalità e la nazionalità, è stato soccorso e trasportato nell'ospedale di Mesagne dove i medici hanno provveduto alle cure del caso. Le sue condizione non sono tuttavia preoccupanti. Dopo essere stato rifocillato e curato, il 40enne è stato preso in consegna dai poliziotti del commissariato di Mesagne che lo hanno portato in questura a Brindisi per procedere all'identificazione, e al successivo riaccompagnamento nella tendopoli di Manduria.
L’emergenza-sbarchi nelle mani di Silvio Berlusconi diventa una tragica sceneggiata malgrado il fermo invito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il governo perde pezzi e la faccia al Sud, un governo totalmente nella mani della Lega Nord e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, fa esattamente ciò che vuole Umberto Bossi, cioè gli immigrati “fora dai ball” ma solo da quelle degli amministratori della Padania. Berlusconi bara in Puglia e il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha deciso di rassegnare le dimissioni. Ciò è avvenuto poco dopo aver ricevuto nelle proprie mani le dimissioni di Paolo Tommasino (Pdl), sindaco di Manduria. Tommasino era a Roma per incontrare il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per discutere dei problemi legati alla presenza sul territorio della tendopoli per immigrati. La decisione delle dimissioni è stata a sua volta presa da Mantovano dopo la notizia che la prima nave passeggeri che trasferirà gli immigrati da Lampedusa porterà a Taranto, e poi a Manduria, oltre 1.400 persone.
MANDURIA «La tendopoli di Manduria non ospiterà più di 1500 immigrati, compresi gli 827 in arrivo con una nave da Lampedusa». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano intervenendo stamani ad una riunione del Consiglio comunale straordinario convocato a Manduria dal sindaco, Paolo Tommasino, per esaminare la situazione dei profughi. La tendopoli «è una soluzione dettata da un'esigenza assolutamente transitoria - ha aggiunto Mantovano - e non sarà l'unica». Quanto alla distinzione se potrà trasformarsi in Centro di immigrazione e di espulsione (Cie) oppure Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), Mantovano ha risposto che la tendopoli «è una estensione di Lampedusa, dove stiamo gestendo la prima accoglienza. Di certo non è un Cie, che è una struttura chiusa».
MANDURIA - Sono arrivati da poche ore e stanno già tentando di fuggire alcuni dei tunisini giunti stamane da Lampedusa e ospitati nel Centro di identificazione ed espulsione allestito nell'ex aeroporto militare di Manduria. Due di loro sono stati intercettati, ad un paio di chilometri dal campo, da una guardia giurata in servizio di pattuglia a protezione di un vicino impianto fotovoltaico. I due immigrati sono stati così riaccompagnati al centro. Altri gruppetti di immigrati sarebbero stati avvistati nelle campagne che circondano il Cie. La situazione è sotto controllo ma la tensione cresce. Il primi 300 immigrati (tutti uomini tunisini, tra loro ci sarebbe un solo minorenne) sono arrivati in mattinata, a bordo di sei pullman, nella tendopoli allestita nell'area dell'ex aeroporto militare utilizzato fino agli anni quaranta-cinquanta e poi dismesso. A seguire gli altri 250. Si tratta dei tunisini giunti stamane al porto di Taranto a bordo della nave San Marco proveniente da Lampedusa. Contestualmente sono cominciate all'interno del Cie anche le operazioni di identificazione.
ORIA – Nell’arco di una notte erano riusciti, facendo irruzione in un garage sito in pieno centro ad Oria, a portare via un furgoncino e un’auto, facendo la spola tra il centro brindisino e le campagne del tarantino. Puntavano al tris, ma sono stati beccati in flagranza dai carabinieri e tratti in arresto. Le manette sono scattate ai polsi di Pasquale Pirro (24 anni) e Antonio Mero (34 anni), entrambi di Manduria, finiti nella rete nell’ambito di una vasta operazione di servizio condotta dai militari del Comando della stazione di Oria. Le sirene dei militari hanno fatto capolino nel centro oritano questa mattina, verso le ore 4.30, nel momento in cui i militari hanno sorpreso i due giovani intenti ad asportare una “Volkswagen Passat” parcheggiata a ridosso dell’ingresso di una palazzina.
MANDURIA - I disperati di Lampedusa arriveranno questa mattina, in cinquecento. Uomini, donne, bambini in fuga dalla Tunisia. Non hanno ancora un volto e un nome, ma la gente ha già paura. L’eco delle continue rivolte a Restinco, a un passo dal campo profughi allestito al confine fra Manduria e Oria, non rassicura. Gli immigrati scappano, si ribellano, mettono mani agli arredi procurandosi armi improprie, come le chiamano in questura, e appiccano fuoco. Secondo la legge dovrebbero di starsene buoni nei Centri di identificazione ed espulsione, aspettando il rimpatrio nell’inferno da cui erano scappati. Loro non ci stanno. E di sicuro scapperanno anche da qui, dalla tendopoli allestita sui trentatremila metri quadrati dell’ex aeroporto militare a cinque chilometri dal centro abitato da Manduria.
BRINDISI - Dove ci sono tendopoli di clandestini non ci può essere sviluppo turistico. Sembra questo il motivo principale della contrarietà di Massimo Ferrarese, presidente della Provincia di Brindisi, all'insediamento che sta per nascere in territorio di Manduria, ma a ridosso "della zona residenziale di Oria", come struttura di alleggerimento della terribile pressione che viene esercitata su Lampedusa dall'ondata di sbarchi in atto. In Mediterraneo oggi in primo piano ci sono la guerra, movimenti epocali che potrebbero portare alla democrazia molti Paesi arabi, e sulle regioni dell'Italia Meridionale arriva il vento forte di questi accadimenti. Sicilia e le sue isole di Mezzo Canale in prima linea, Puglia retrovia avanzata, il governatore Vendola dice che l'intera nazione deve partecipare allo sforzo.
BRINDISI - Sarà allestita tra Manduria e Oria la tendopoli destinata ad ospitare oltre 700 profughi libici. La prefettura di Potenza ha già inviato 120 tende (da sei posti ciascuna) e 720 posti letto «completi» per un campo che dovrebbe ospitare alcune centinaia di profughi provenienti dall'Africa. Le tende e i posti letto sono partiti stamani dal Centro di assistenza di pronto intervento di Protezione civile del Ministero dell'Interno. Scongiurato, per il momento, l’allestimento di strutture da campo presso l’ex aeroporto militare di San Pancrazio Salentino e presso l’ex base Usaf di San Vito dei Normanni. Alcune centinaia di immigrati che da giorni affollano Lampedusa potrebbero però essere trasferiti nelle prossime ore presso il Cie di Brindisi. Questo in sintesi il quadro attuale, suscettibile evidentemente di ulteriori decisioni, a fronte dei continui sviluppi di una situazione che resta di piena allerta.