MESAGNE - L'ex sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, si presenta a Mesagne con la scorta, ufficialmente per esprimere solidarietà al presidente del Comitato antiracket Fabio Marini colpito da un attentato malvitoso la scorsa notte, ma subito trasforma l'occasione in un discorso contro il governo Monti che, a suo dire, nulla starebbe facendo per affrontare le emergenze dell'ordine pubblico. Con i giornalisti fatti spostare da una conferenza stampa della polizia per l'arresto di un attentatore al luogo dove era atteso l'ex sottosegretario.
BRINDISI - In attesa del sì del Comitato cittadino, atteso per domani, il giornalista Mimmo Consales ha incassato questa sera il via libera della segreteria provinciale. Giochi fatti, dunque, per quanto riguarda l’indicazione del candidato sindaco che i Democratici sabato prossimo formalizzeranno agli alleati: e sarà quello il giorno dell’investitura ufficiale. Nello sprint finale, consumatosi nelle stanze del Pd, ha ceduto il passo, dunque, la proposta di candidatura dell’impresario Carmelo Grassi (presidente del teatro Pubblico Pugliese), promossa dalla base del partito e gradita sia al centro (Udc e Noi centro) che a sinistra (Sel).
BRINDISI - “Ho letto le dichiarazioni dell’onorevole Luigi Vitali, certo. Personalmente non gradisco la polemica, a maggior ragione se interna, e mi dispiace quando ciò accade”. Che l’onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, non abbia gradito il fuoco amico piovutogli addosso dal parlamentare francavillese, è cosa scontata. Ma di alimentare lo scontro non ha alcuna voglia. E al collega di partito che lo ha apertamente contestato per la partecipazione sabato scorso, al fianco del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, al congresso dell’Udc, replica così: “Lo scopo, per quanto mi riguarda, è quello di lavorare per l’allargamento del Centrodestra. E ritengo che l’Unione di centro continui a rappresentare un interlocutore naturale in quest’ottica, a Brindisi come altrove".
BRINDISI– Un aumento delle forze dell'ordine e un maggior controllo sul territorio, nel solco del modello Caserta. Comitato tecnico sulla pubblica sicurezza in prefettura a Brindisi, alla presenza dell'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario all'interno che ha incontrato il padrone di casa Nicola Prete, il procuratore antimafia Cataldo Motta, il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi e i vertici provinciali di guardia di finanza, carabinieri, polizia e direzione investigativa antimafia.
MANDURIA - Rivolta al campo profughi di Manduria. I migranti tunisini in attesa del permesso annunciato dal governo si sono ribellati in massa di fronte ai ritardi e alla lunga attesa che li costringe all’immobilità almeno fino a mercoledì, data fissata per l’arrivo dei permessi. La sollevazione è scoppiata allo sportello immigrazione, predisposto lungo il perimetro della tendopoli, di fronte ai ritardi annunciati che potrebbero far slittare ulteriormente la data di partenza. E’ stata la goccia di troppo, che ha scatenato lo scontro fra migranti e forze dell’ordine. Il bilancio non è per fortuna , fatta eccezione per qualcuno rimasto contuso nelle fila di entrambi gli schieramenti. Un giovane tunisino si è denudato in segno di protesta.
BRINDISI - Delle due l’una, qualcuno non la dice tutta o la dice falsa, e il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano non sembra avere dubbi sul chi. L’onorevole originario di Maglie che in un primo momento aveva deciso di soprassedere, replica con la consueta, inossidabile compostezza alle dichiarazioni dei parlamentari pidiellini Luigi Vitali e Pietro Franzoso. I due, nemmeno tanto velatamente, hanno insinuato che Mantovano abbia convocato e presieduto il vertice sulla sicurezza a Oria consultando solo se stesso, insomma all’insaputa del ministro Roberto Maroni e del governo.
ROMA – “Ringrazio il presidente del Consiglio per la fiducia, per i delicati e impegnativi incarichi oggi conferitimi ai fini della gestione dell'emergenza immigrazione e anche per l'affetto più volte manifestato in questi giorni, per me politicamente difficili”. Con queste parole il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano è tornato sui suoi passi. Pace fatta con Berlusconi, dopo le tensioni maturate nei giorni scorsi attorno alla gestione dell’emergenza profughi che lo avevano spinto a rassegnare le dimissioni. «Alla stregua delle recenti decisioni del Governo e della conferma degli impegni che ero stato autorizzato ad assumere – osserva Mantovano - ritiro le dimissioni da sottosegretario all'Interno, essendo venute meno le ragioni che le hanno motivate".
ROMA – Un faccia a faccia di mezzora, tra il sottosegretario dimissionario e il Premier. Poi l’annuncio, reso dall’ex (forse ancora per poco) vice di Maroni: «Si registra positivamente la disponibilità condivisa dell'intera maggioranza del riconoscimento del permesso temporaneo che consenta di governare molto meglio e con maggiore equilibrio e tranquillità la vicenda di coloro che sono sul territorio nazionale». Queste le parole di Alfredo Mantovano, al termine dell’ incontro a palazzo Grazioli con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e insieme con il sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Al momento - ha concluso Mantovano - siamo in attesa che Maroni completi il suo impegnativo lavoro e la sua impegnativa missione a Tunisi e, quando il quadro sarà più chiaro, sulla base dell'accordo raggiunto, si potrà rivedere tutta la questione nel suo insieme”.
MANDURIA - Anche stanotte oltre settanta ospiti del Centro di Accoglienza e Identificazione di contrada “Paionè” lungo la provinciale Oria-Manduria, hanno dormito all'aperto fuori dalla tendopoli per protestare e chiedere il permesso di soggiorno, almeno quello temporaneo del quale si parla molto negli ultimi giorni. Sono meno comunque di domenica notte quando sono rimasti fuori circa 200 immigrati. Stamane, al termine della nottata, alcuni sono rientrati nel Centro. Tutti, comunque, avrebbero interrotto lo sciopero della fame. “Ormai dopo le fughe dei giorni scorsi il numero degli ospiti si è stabilizzato a circa 1300”, spiega il direttore del Centro, l'avvocato Antonio Lonoce. Sono 827 gli immigrati ospitati nella tendopoli di Manduria che hanno presentato istanza per avviare l'iter per l'asilo politico o per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari.
ROMA – “Tendopoli non solo al sud”. A dichiararlo in coro sono 62 deputati del centrodestra, che in giornata sono usciti allo scoperto, rivolgendosi al Premier. Distribuire le tendopoli per gli immigrati «in modo equo e proporzionato sull'intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud»; evitare «maxitendopoli», così da consentire una migliora vigilanza dei siti destinati all'accoglienza degli immigrati; rilasciare permessi di soggiorno per motivi umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili, come è già avvenuto per l'emergenza Kossovo. Sono questi i tre punti della lettera che i 62 parlamentari del Pdl, di tutte le aree geografiche e di tutte le aree politiche e culturali del partito, hanno inviato sull'emergenza immigrazione clandestina al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tra i firmatari non c’è l’onorevole Luigi Vitali, francavillese, notoriamente non schierato con i mantovaniani bensì con i fittiani.
MANDURIA «La tendopoli di Manduria non ospiterà più di 1500 immigrati, compresi gli 827 in arrivo con una nave da Lampedusa». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano intervenendo stamani ad una riunione del Consiglio comunale straordinario convocato a Manduria dal sindaco, Paolo Tommasino, per esaminare la situazione dei profughi. La tendopoli «è una soluzione dettata da un'esigenza assolutamente transitoria - ha aggiunto Mantovano - e non sarà l'unica». Quanto alla distinzione se potrà trasformarsi in Centro di immigrazione e di espulsione (Cie) oppure Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), Mantovano ha risposto che la tendopoli «è una estensione di Lampedusa, dove stiamo gestendo la prima accoglienza. Di certo non è un Cie, che è una struttura chiusa».
BRINDISI - Sarà allestita tra Manduria e Oria la tendopoli destinata ad ospitare oltre 700 profughi libici. La prefettura di Potenza ha già inviato 120 tende (da sei posti ciascuna) e 720 posti letto «completi» per un campo che dovrebbe ospitare alcune centinaia di profughi provenienti dall'Africa. Le tende e i posti letto sono partiti stamani dal Centro di assistenza di pronto intervento di Protezione civile del Ministero dell'Interno. Scongiurato, per il momento, l’allestimento di strutture da campo presso l’ex aeroporto militare di San Pancrazio Salentino e presso l’ex base Usaf di San Vito dei Normanni. Alcune centinaia di immigrati che da giorni affollano Lampedusa potrebbero però essere trasferiti nelle prossime ore presso il Cie di Brindisi. Questo in sintesi il quadro attuale, suscettibile evidentemente di ulteriori decisioni, a fronte dei continui sviluppi di una situazione che resta di piena allerta.
BRINDISI - Gli organici della Polizia di Stato nel Brindisino, fermo ad una pianta organica del 1989, sono agli sgoccioli. Presto andranno in quiescenza 50 poliziotti, il commissariato di Mesagne è da tempo sotto organico, il centro Cara-Cie di Restinco è continuamente teatro di proteste e tentivi di evasioni e, da non dimenticare che "l’intera comunità sta vivendo dopo gli ultimi episodi criminosi, che hanno visto una netta recrudescenza della malavita con omicidi - anche tentati -, estorsioni, gravi atti intimidatori e dinamitardi perpetrati, altresì, in danno di colleghi in servizio nei commissariati decentrati". Tutto ciò è contenuto in una lettera dei sindacati Siulp, Sap e Silp Cgil al sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che già si era occupato mesi fa del problema, con una richiesta di incontro.
TORCHIAROLO – Era l’ultimo rifugio di Tonino Screti, a torto o ragione definito per anni il “cassiere della Scu”. Una grande villa in contrada Santa Barbara, tra Torchiarolo e San Pietro Vernotico, circondata da terreni e vigneti già confiscati. Poi, a giugno del 2009, è arrivato il momento in cui Screti ha dovuto lasciare anche la sua grande dimora di campagna. Il secondo problema da risolvere è stato quello dell’ipoteca che gravava sull’immobile, e lì è scattata una sinergia tra la Regione Puglia, che ha pagato parte della somma, e la Banca Popolare Pugliese che ha rinunciato al resto dei soldi. Così, da stamani la villa è passata dalle mani del sindaco Giovanni Del Coco alla gestione della cooperativa Libera Terra, con i buoni auspici del governatore Nichi Vendola e del sottosegretario Alfredo Mantovano.