ORIA – Diciassette anni per il figlio, quattordici per il padre. Sono gli anni di carcere inflitti a Francesco e Michele Carbone di Oria accusati dell'omicidio di Mario Nania, un pensionato vicino di casa, con cui nel pomeriggio del 9 aprile del 2010, ingaggiarono una lite finita, a suon di pugni e bastonate, con la morte del 50enne ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato.
ORIA - Il Riesame restituisce la libertà al 57enne di Oria Michele Carbone, primo aggressore e imputato per l'omicidio volontario del 50enne Mario Nania, ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato. Resta in carcere invece il giovane Francesco Carbone, 19 anni, che intervenne in difesa del padre per poi, accortosi dell’orrore commesso, fuggire. Latitanza che non durò più di qualche giorno. Al centro della decisione del tribunale interpellato dai legali Ladislao Massari e Francesca Conte, potrebbe esserci la tesi sostenuta dalla difesa che ancora incerte sono le cause della morte del povero dipendente Asl, ucciso verosimilmente da un pugno (quello sferrato dal giovane Nania) oppure da un massaggio cardiaco inadeguatamente eseguito.