BRUXELLES - La questione dei due marò del Reggimento San marco sotto custodia giudiziaria in India approda a Strasburgo. I vicepresidenti italiani del Parlamento europeo Roberta Angelilli e Gianni Pittella questo pomeriggio consegneranno al presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, in visita istituzionale in Italia, una lettera in merito alla vicenda dei due militari italiani, sotto custodia in India.
KOCHI – Altri sette giorni di affidamento alla polizia di Kochi, ma niente carcere. È il provvedimento assunto oggi dalla magistratura di Kollam. L'Alta Corte del Kerala ha deciso comunque un rinvio sino a martedì prossimo della sentenza sul ricorso presentato dall’Italia contro la denuncia a carico del capo Massimiliano Latorre e del sergente Salvatore Girone, comandante e vice comandante del nucleo militare di protezione di sei uomini imbarcato sulla petroliera Enrica Lexie, e sotto inchiesta da parte delle autorità indiane per l'omicidio di due pescatori, che sarebbe avvenuto mentre i marò italiani del Reggimento San Marco ritenevano di respingere un attacco di pirati. Episodio controverso, che comunque l’Italia giudica avvenuto fuori dalla acque territoriali indiane e quindi non sottoposto alla giurisdizione di quel Paese.
KOLLAM - Mentre si apprende da fonti italiane che la petroliera con i marò a bordo era stata attirata a Kochi con un inganno, il placido villaggio di Kollam, nel cuore dello stato indiano del Kerala, famoso per le «backwaters» e i massaggi ayurvedici, si è trasformato oggi in un'arena violenta e carica di rancore contro l'Italia e gli italiani. I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone giunti qui da Kochi, 150 chilometri più a nord, per l'avvio del procedimento giudiziario, sono stati accolti da una folla inferocita di militanti politici al grido di «Italiani mascalzoni, dateci i colpevoli», «giustizia per i nostri pescatori» e «massima pena per i marines italiani».
NEW DEHLI – Non risulta ancora tramutato in arresto il fermo dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che hanno accettato oggi di lasciare la petroliera “Enrica Leixe” per essere interrogati sull'uccisione di due pescatori mercoledì nel Mar Arabico. Secondo quanto si è appreso, i due militari sono in custodia della polizia di Kollam che ha proceduto ad ascoltare la loro versione dei fatti riguardante l'attacco pirata alla petroliera e l'uso fatto delle armi di ordinanza. La procedura si è svolta nella Guest House della Polizia centrale del Kerala a Kochi dove i due verosimilmente passeranno la notte.
Frenetiche attività diplomatiche tra India e Italia per trovare un compromesso sul sanguinoso incidente di mercoledì quando la sicurezza della petroliera italiana “Enrica Lexie” in navigazione nel Mar Arabico, credendo di dover far fronte ad un assalto di pirati, ha sparato contro un peschereccio indiano uccidendo due uomini a bordo. Almeno, questa la versione dei fatti da parte indiana, mentre le inchieste avviate in Italia prendono in considerazione anche la possibilità che esistano due diversi episodi, uno in cui i marò del S.Marco di scorta alla petroliera abbiano effettivamente ingaggiato una barca con persone armate a bordo, mentre altrove il peschereccio sarebbe incappato in un episodio di altro genere. Ciò, stando ai diversi orari e alle diverse localizzazioni offerte dalla due parti.
HERAT – “Fare del bene non ha colore politico né bandiera”: esordisce così Alberto Alpozzi, il fotoreporter torinese che nel mese di dicembre 2011 è stato in Afghanistan, nella zona di Herat, affidata al comando della Brigata Sassari dell’Esercito , dove ha avuto modo “di conoscere e condividere delle esperienze con i ragazzi del Reggimento San Marco", della Marina Militare,di stanza a Brindisi, che sono lì in missione di pace. Alcuni di loro termineranno tra qualche settimana l’impegno operativo con l’Isaf e faranno rientro a casa nei primi giorni di febbraio 2012.