BRINDISI – Il piano di Giovanni Antonino per rientrare nell’affare del carbone Edipower era semplice e nello stesso tempo avventuroso. Per mettere in discussione l’egemonia decennale della società che gestisce la movimentazione del combustibile fossile per la centrale di Brindisi Nord, la Peyrani, appalti assegnati a trattativa privata, serviva una concorrente agguerrita. Ma, dall’altro lato, serviva forse anche la politica. Bastone e carota. Per fare da bastone bisognava arruolare nell’operazione due imprenditori in grado di corazzare una nuova impresa portuale, o forse solo per dare consistenza ad una minaccia di concorrenza forte. Qui entrano in gioco Teo Titi, affermato agente marittimo, e Lino Giurgola, Bis Srl.
BRINDISI - Affiorano con difficoltà, dato lo strettissimo riserbo osservato dalla procura della Repubblica e dalla polizia giudiziaria, in questo caso la Guardia di Finanza, i particolari sulle attività investigative che hanno condotto stamani il Nucleo di polizia tributaria di Brindisi a sequestrare documentazione presso gli uffici dell'assessorato alla Programmazione economica, al Comune capoluogo, e presso l'Autorità portuale. Le persone oggetto delle perquisizioni della polizia tributaria, oltre quelle effettuate presso gli uffici pubblici, sono l'assessore Francesco Cannalire, l'ex sindaco Giovanni Antonino, che svolge attività di consulenza industriale, il vice presidente dell'Asi e della Camera di Commercio, Mimmo Convertino, ma sembra nel ruolo di imprenditore e non di amministratore degli enti, e il segretario generale dell'Autorità portuale, Nicola Del Nobile.