BRINDISI – Saranno i medici legali brindisini a chiarire se il decesso di una anziana paziente, da alcune settimane ricoverata all'Ospedale "San Giuseppe Moscati" di Avellino, possa essere collegato alla variante umana della Creutzfeldt-Jakob: la malattia umana legata al consumo di carne di animali infetti ammalati di Bse (il cosiddetto morbo della mucca pazza). Elena Carraturo (settantatreenne, residente a Monteforte Irpino, sposata e con due figli) è deceduta nel pomeriggio di ieri, presso il nosocomio avellinese, dopo un lungo periodo di ricovero al reparto di Neurologia. La diagnosi dei sanitari campani non le aveva lasciato speranze: un caso raro, anzi rarissimo per l’Italia: encefalite spongiforme, ovvero virus della “mucca pazza”.
BRINDISI - La consulta cittadina sanità del Pdl di Brindisi denuncia: una società di trasporti rifiuta l’incarico per la spedizione di campioni biologici poiché vanta un credito, pare di soli 2.500 euro, che l’Asl non è stata ancora in grado di pagare. Sanità alle pezze? Il senso sembra della denuncia sembra essere questo. Ma c’è di peggio dato che, a quanto pare, i campioni rimandati indietro erano destinati all’accertamento di una eventuale infezione da morbo di Creutzfeldt-Jacob, quello della mucca pazza, per intendersi. Nella denuncia a firma del Pdl, la vicenda viene descritta con dovizia di particolari. Il materiale da trasportare consisteva in campioni di encefalo prelevati nel reparto di Anatomia patologica dell’ospedale Perrino di Brindisi al fine di accertare se il paziente fosse deceduto per effetto dell' Encefalopatia spongiforme bovina.