Tragedia sulla Vespucci: tre inchieste
BRINDISI – Tre inchieste, ed una nuova ipotesi che spunta oltre l’incidente: quella di un malore. Deriverebbe dal fatto che durante la caduta fatale da un’altezza di circa 17 metri, Alessandro Nasta, nocchiere del Vespucci, non avrebbe invocato aiuto, nemmeno un urlo. Il sottocapo 29enne brindisino, libero dai vincoli di sicurezza perché in fase di discesa sul ponte, ha perso la presa all’altezza della coffa dell’albero di maestro ed è precipato: prima lo schianto contro un paranco (quello detto di rollo), poi sulle sartie (i cavi d’acciaio che, ancorati alla murata della nave, reggono l’albero).