Iginio Olita alla presentazione del libro ad Alessandria, si parlerà di come il Nord ha aperto le porte alla 'ndrangheta. L'iniziativa si terrà il 9 dicembre nel capoluogo piemontese
Blitz tra Catanzaro e Brindisi contro il narcotraffico di marijuana dall'Albania controllato dalla ndrangheta. Il video dell'Operazione Stammer 2 - Melina
Finisce senza neppure una condanna, almeno sino al primo grado di giudizio e in attesa dell’esito di un procedimento stralcio per uno solo degli imputati, la vicenda delle relazioni pericolose tra un gruppo di personaggi di Ostuni e la ‘ndrina Bruzzaniti di Africo
Questa mattina i consiglieri comunali di opposizione di Carovigno, appartenenti ai gruppi di Ripartiamo dal Futuro, Pd, Azione Civica e Gruppo Misto, hanno protocollato la richiesta di convocazione del consiglio comunale
A proposito del sequestro della società Fa.Com Srl nell'ambito di una integrazione del sequestro di beni disposto dal Tribunale delle misure di prevenzione di Reggio Calabria, riceviamo e pubblichiamo una nota del legale della stessa società
Aveva messo gli occhi anche sullo sfruttamento turistico di Torre Guaceto un imprenditore calabrese legato alla potente famiglia Piromalli, acquistando in zona un ex stabulatore di mitili e ottenendo dal Comune di Carovigno il via libera per trasformarlo in residence di lusso
Michele Molé era ospitato presso una villetta di un soggetto già noto alle forze dell'ordine. E' stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta dei carabinieri di Reggio Calabria
Si erano stabilite in un'abitazione nelle campagne di Mesagne due persone che si presume abbiano supportato la latitanza di due elementi di spicco della 'ndrangheta (il 32enne Umberto Bellocco e il 26enne Francesco Bellocco) catturati il 24 luglio del 2012 dai carabinieri della stazione di Roma - Casalotti. Achille Rocco Gioffré, 37 anni, di Taurianova (Reggio Calabria) e Leopoldo Cosentino,32 anni
TORINO - Il linguaggio della malavita è universale, le modalità d'azione sono le stesse, quale che sia lo sgarro, nel profondo Sud come alle pendici delle Alpi. La lezione, una scarica di piombo, è toccata a un brindisino di 48 anni, Cosimo Damiano Vasile, residente da tempo a Chivasso, giustiziato a Torino, in via Taranto sabato sera. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine perché coinvolto in inchieste sugli affari della 'ndrangheta, era in auto con la moglie che è stata raggiunta all'addome dai colpi partiti da un fucile caricato a pallettoni, a quanto pare un'arma a canne mozze.
BRINDISI - “Non ha mai detenuto insieme a Flore il falso bond”. Per altro il progetto di far fruttare il falso titolo da 500 milioni di dollari della Federal Reserve Usa sequestrato in casa dell’imprenditore ostunese Antonio Flore è rimasto solo un disegno di cui gli indagati hanno discusso, ma che non è stato mai tradotto in fatti. E’ per queste ragioni che anche l’avvocato Alessandro Molinari, genovese, sottoposto a custodia cautelare ai domiciliari su ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Brindisi, è tornato in libertà.
Restano in carcere i primi due indagati per traffico di sostanze stupefacenti tra Puglia e Calabria per i quali si è espresso oggi il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria. Si tratta di Francesco Paolo Ungaro e Cosimo Cantoro, difesi dagli avvocati Aldo e Mario Guagliani e Mario Laveneziana. Si alleggerisce il carico solo per Ungaro per il quale sono stati esclusi dal novero alcuni capi di imputazione relativi proprio agli stupefacenti e ai presunti affari fatti con persone vicine alla 'ndrangheta.
Il tribunale del riesame ha rimesso in libertà questa mattina uno degli indagati dell’Operazione Revolution, condotta dal Gico e dal Noe di Reggio Calabria contro un traffico di cocaina gestito da una ‘ndrina di Africo, che aveva una sponda anche a Ostuni. Nove gli arrestati in quella circostanza: sei gli ostunesi tra i quali Antonio Flore, 45 anni, titolare di una ditta di controsoffittature, Vincenzo Zurlo, 64 anni, gestore dell’albergo “La baia del re” in località Fontanelle e Cataldo Tanzarella Tanzarella, 56 anni, detto “Dino”, anche lui titolare di una struttura alberghiera lungo la costa; poi un consulente finanziario di Brindisi, un poliziotto di Mesagne, e un altro consulente finanziario di San Vito dei Normanni.
“Contattato dall’imprenditore per una perizia su un bond da 500 milioni di dollari, perizia che non è stata eseguita perché il proprietario del titolo di stato americano (l’imprenditore ostunese Antonio Flore, ndr) non aveva a disposizione neppure i 5mila euro per pagare la broker che doveva eseguirla”. E’ la verità che il sanvitese Mario Spagnolo, promotore finanziario di 50 anni, uno degli indagati ai domiciliari nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, che avrebbe svelato affari condotti da personaggi vicini a ‘ndrangheta e Scu nel settore degli stupefacenti, ha consegnato stamani al giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso nel corso degli interrogatori di garanzia che si sono conclusi a Brindisi, per rogatoria.
BRINDISI - “Non siamo trafficanti di droga”. Lo hanno detto al gip tre dei nove brindisini destinatari di un provvedimento di custodia cautelare in carcere per aver gestito un business nel settore degli stupefacenti insieme ad esponenti vicini alla ‘ndrangheta. Hanno chiarito la propria posizione davanti al giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso che li ha ascoltati per rogatoria nel carcere di Brindisi, Cataldo Tanzarella, Giuseppe Cantoro e Francesco Paolo Ungaro.
E’ stata revocata per motivi di salute l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Vincenzo Zurlo, 56 enne di Ostuni, ritenuto uno dei personaggi di rilievo dell’inchiesta su ‘ndrangheta e Sacra corona unita che ha portato giovedì scorso all’esecuzione di 29 arresti, 9 dei quali nel Brindisino. Zurlo, conosciuto con il soprannome “musc de vov”, difeso dagli avvocati Aldo e Mario Guagliani, è affetto da gravi problemi fisici (da molti anni) e non è nelle condizioni di affrontare – secondo i medici che lo hanno visitato – neppure il trasporto in carcere, oltre che incompatibile con ogni genere di regime detentivo. E’ quindi in stato di libertà.
Se la ‘ndrangheta è una holding, della Scu non restano che le briciole. La Puglia, oggi, con la sua ricchezza turistica potrebbe fare gola alla multinazionale calabrese dei traffici illeciti.I destini della punta e del tacco d’Italia sono legati a filo doppio dai primi anni Ottanta, e i rapporti di buon vicinato tra ‘ndrine e gruppi della Sacra corona unita, sono ritornati di attualità. C’è un magistrato che conosce bene entrambe le facce della medaglia. E’ Leonardo Leone de Castris, oggi capo della procura di Rossano Calabro, ieri pm antimafia a Brindisi, territorio che a fatica si è scrollato di dosso il marchio di culla della Scu. E se ciò è stato possibile, è perché con maxi operazioni come lo fu Mediana, si riuscì a fare pulizia.
BRINDISI – Oltre un'ora di interrogatorio per il 44enne francavillese Cosimo Canovari raggiunto ieri mattina da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla procura di Milano a conclusione di un'operazione condotta dal Ros, che ha portato all'arresto di 52 soggetti ritenuti coinvolti in grosso traffico di sostanze stupefacenti. Canovari, alla presenza del suo legale di fiducia Feliciano Petrera, è stato ascoltato per rogatoria dal gip Paola Liaci e ha spiegato la sua versione dei fatti.
“La ‘Ndrangheta in questo momento è leader nella gestione dei traffici della cocaina che proviene dai mercati del Sud America. E’ quindi scontato che le altre organizzazioni criminali debbano interloquire con le cosche calabresi per approvvigionarsi”. Lo spiega il colonnello Claudio Petrozziello, il comandante provinciale della guardia di Finanza di Reggio Calabria, parlando delle indagini coordinate dalla Dda che hanno portato all'arresto di 29 persone stamattina all'alba.
FRANCAVILLA FONTANA – E' accusato di aver acquistato illecitamente sostanza stupefacente ai fini di spaccio il 44enne di Francavilla Cosimo Canovari arrestato su ordinanza nella mattinata di oggi nell'ambito dell'operazione dei carabinieri del Ros di Milano che all'alba di oggi, con 52 arresti in tutta Italia, ha sgominato un grosso traffico internazionale di droga finanziato dalle cosche di Reggio Calabria. Un’operazione che si intreccia con quella del Gico e del Goa della Guardia di Finanza, che ha toccato il Brindisino.
La Scu brindisina costola della ‘Ndrangheta, per rifornire il mercato di cocaina. E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria e che ha portato oggi all'Operazione Revolution e all’esecuzione di 29 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacente. Nove i brindisini arrestati, due dei quali del capoluogo, uno di San Vito dei Normanni e gli altri sei di Ostuni. Tra questi tre imprenditori molto noti in zona: Antonio Flore, 45 anni, titolare di una ditta di controsoffittature, Vincenzo Zurlo, 64 anni, gestore dell’albergo “La baia del re” in località Fontanelle e Cataldo Tanzarella Tanzarella, 56 anni, detto “Dino”, anche lui titolare di una struttura alberghiera lungo la costa.
Sta per concludersi una vasta operazione dei carabinieri del Ros, legata ad una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, contro un traffico di droga gestito dalla 'ndrangheta. Oltre cinquanta i provvedimenti di custodia cautelare nei confronti degli affiliati ad un sodalizio transnazionale di matrice 'ndranghetista responsabile di traffici di sostanze stupefacenti. In Puglia è stato effettuato un solo arresto, quello di Cosimo Canovari, 44enne di Francavilla Fontana, destinatario di una bomba a casa nella notte tra il 7 e l'8 ottobre.
Un’asse tra Puglia e Calabria per il traffico di droga in tutto il mondo: anche otto brindisini sono coinvolti in un’operazione scattata stamani all’alba tra le due regioni del Mezzogiorno. L’esistenza di un presunto collegamento fra ‘Ndrangheta e Sacra corona unita emerge da un’inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Calabria e delegata ai finanzieri del Gico della Guardia di Finanza e alla Direzione centrale servizi antidroga: tra le 29 persone arrestate ci sono sei ostunesi, un mesagnese e due brindisini.
MESAGNE - Cinquanta pagine di verbali, 470 foto-segnaletiche da visionare e solo undici nomi leggibili: quelli degli indagati ai quali è stato recentemente notificato l’avviso di conclusione delle indagini che mettono il punto alla operazione Calypso. E’ questo il bilancio, leggibile, delle dichiarazioni di Ercole Penna, che nei verbali in questione svela i legami fra Scu e Ndrangheta calabrese.