MODENA - Un maresciallo salentino in servizio all'Accademia Militare di Modena è stato trovato morto nel suo appartamento di via Barozzi nella città emiliana. La vittima è Salvatore Spedicato, 51 anni, originario di Veglie, nel leccese. A dare l'allarme sono stati stamane alcuni colleghi, preoccupati perché non riuscivano a contattarlo da diverse ore. La morte, secondo i primi accertamenti, risalirebbe infatti a mercoledì notte.
LECCE - Assoluzione confermata in Appello per Vittorio Colitti jr, il giovane 20enne di Ugento (Lecce), all'epoca dei fatti minorenne, accusato di aver ucciso con numerose coltellate in concorso con il nonno, Vittorio Colitti, la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008, il consigliere comunale e provinciale salentino dell'Italia dei Valori Giuseppe Basile.
PERUGIA - Mercoledì Tiziana Deserto, la mamma della piccola Maria Geusa, uccisa a due anni e mezzo dall'amante della donna, conoscerà il suo destino. È infatti fissata per quella data l'udienza in Cassazione per la donna. La Deserto è accusata di concorso in omicidio e violenza sessuale ai danni della bambina. Inizialmente era stata anche condannata per maltrattamenti, ma l'accusa è caduta in secondo grado. A Perugia la donna è stata condannata due volte a 15 anni di reclusione ma lei si è sempre detta innocente. In Cassazione i suoi legali Gianni ed Eugenio Zaganelli chiedono l'annullamento della sentenza di secondo grado.
ORIA – Sentenza definitiva e accuse confermate. A distanza di otto anni la Giustizia riconosce Cosimo De Michele (61 anni, di Oria) quale autore del duplice omicidio dei fratelli Salvatore e Livio Italiano, trucidati a colpi di pistola nel 2004, durante una sparatoria avvenuta per strada a Oria, tra appartenenti a due clan rivali. Per quel tragico regolamento di conti, il sessantunenne oritano è stato condannato a 20 anni di reclusione. Così, concluso il processo, i militari della Stazione Carabinieri di Oria lo hanno tratto in arresto.
MILANO - È fissata per domani l'autopsia sui corpi di Umberto e Matilde Passa, i due coniugi, originari di Francavilla Fontana, trovati morti accoltellati ieri pomeriggio nel loro appartamento di via Angelo Rizzoli. Gli investigatori non hanno dubbi sulla dinamica della tragedia. Come già emerso ieri, secondo le ricostruzioni dei carabinieri sarebbe stato proprio il marito a uccidere la moglie prima di togliersi la vita con la stessa arma. L'ex sarto, 65 anni, aveva iniziato a soffrire di depressione nel 1999 e nel 2001 aveva scelto di sottrarsi alle cure, per poi riprenderle lo scorso anno. Il pensionato, inoltre, aveva sofferto di gravi problemi al cuore e combatteva da tempo con il diabete.
MILANO – La lama rivolta contro il proprio petto, forse per punirsi dopo aver capito il male che aveva fatto, in un barlume di lucidità. Un colpo solo diritto al cuore, dopo aver colpito più volte a morte la compagna di una vita. Si consuma così, in un appartamento all’ottavo piano di via Rizzoli, a Milano, il dramma dei coniugi di Francavilla Fontana Umberto Passa (65 anni ex sarto) e Matilde Balestra (63 anni ex infermiera). I loro corpi sono stati trovati entrambi in camera da letto dal figlio Francesco che, dopo non averli sentiti per la mattinata, ha deciso di recarsi in casa.
BRINDISI – Rito abbreviato e condanna a 20 anni di reclusione per Maria Rosaria Greco, la donna 47enne di Torchiarolo che uccise a martellate il marito, l’artigiano Antonio Ingrosso di 45 anni, il 7 gennaio 2011. Lo ha deciso stamane il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi. La richiesta era stata fatta dal pm Milto De Nozza. La figlia, invece, accusata di occultamento di cadavere, è stata assolta.
BRINDISI – Venti giorni di prognosi per una ferita al fianco sinistro che non ha leso organi vitali. E’ fuori pericolo Desdemona Pazienza, la 54enne disabile che il fratello Francesco, 61anni, ha tentato di uccidere martedì all’alba di ieri nella sua abitazione, togliendosi poi la vita con un colpo al cuore sparato dalla sua 357 magnum, regolarmente detenuta.
CEGLIE MESSAPICA – Fine della latitanza per Donato Claudio Lanzillotti - il 28enne di Carovigno che sparò, riducendolo in fin di vita, al 44enne Stefano Rapposelli, imprenditore di Ostuni. Era il 21 febbraio 2011, ore 4 e 30 circa del mattino, all’esterno del Bar Mozart di Carovigno l'imprenditore venne ferito all’addome. A seguito delle gravi ferite riportate venne trasportato all’ospedale Perrino di Brindisi e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Finì in coma per qualche tempo e subì l'asportazione di parte dell'intestino. Il sopralluogo dei militari della compagnia di San Vito consentì di trovare due bossoli di pistola calibro 7,65.
CEGLIE MESSAPICA – E' stato catturato in territorio di Ceglie Messapica dai carabinieri del Nucleo operativo provinciale di Brindisi il ricercato Donato Lanzillotti, condannato il primo grado a 12 anni di reclusione per tentato omicidio. Lanzillotti era scomparso dopo la sentenza pronunciata di giudici brindisini. Sulle modalità della cattura stamani i carabinieri terranno una conferenza stampa. Il tentato omicidio per il quale il ricercato era stato condannato è quello del 21 febbraio 2011 davanti al Pub Mozart di Carovigno.
BRINDISI – Un dramma familiare all’alba di oggi a Brindisi. Francesco Pazienza di 61 anni, ha ferito con un colpo di pistola all’addome - una 357 magnum a canna lunga - la sorella disabile nel sonno, Desdemona di 54 anni, credendo di averla uccisa e poi ad un paio di metri di distanza si è suicidato con la stessa arma micidiale, con un colpo al cuore. L’uomo è morto sul colpo mentre la donna è ricoverata presso il reparto di Chirurgia generale dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi, e non è in pericolo di vita. Sul posto gli agenti della Sezione volanti di Brindisi condotti dal dirigente Alberto D’Alessandro.
FRANCAVILLA FONTANA – I carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana hanno eseguito stamani, su decreto della procura della Repubblica di Brindisi, un sequestro anticipato di beni a carico di un “emergente della criminalità organizzata brindisina”. Si tratta di due supermercati nel centro di Francavilla, di avarie auto e di due abitazioni. Il valore complessivo dei beni è di due milioni di euro.
BARLETTA – Si continua a cercare, indagare e capire chi possa essere l’autore del duplice omicidio avvenuto ieri pomeriggio in via Brescia 2 a Barletta. Due donne anziane, Maria Diviccaro di 62 anni e Maria Strafile, badante della prima, sono state uccise nell’abitazione in cui vivevano intorno le ore 13, entrambe sono morte soffocate. Oggi sono state ascoltate, dagli investigatori, una quindicina di persone.
TARANTO – Il processo d’appello bis per i fatti della tragica notte tra il 13 e il 14 giugno del 1995, principio della fine di quello che per gli inquirenti fu e agì come settore deviato della questura di Brindisi, ha assunto oggi una piega molto seria per gli imputati. Davanti alla Corte d’Assise di appello di Taranto, indicata dalla Cassazione per la ricelebrazione del giudizio di secondo grado sull’uccisione del contrabbandiere brindisino Vito Ferrarese, il magistrato della procura generale ionica Antonella Montanaro ha sostenuto la tesi a carico dell’ex questore di Brindisi, Franco Forleo, dell’omicidio volontario con dolo. Ed ha chiesto per il funzionario 14 anni e 4 mesi di carcere.
ORIA - I Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno tratto in arresto Michele Carbone (52 anni, di Oria) che, nei giorni scorsi, era stato condannato alla pena di 14 anni per l’omicidio di Mario Nania, mentre il figlio Francesco (di 22 anni), già recluso, era stato condannato alla pena di 17 anni.
ORIA – Diciassette anni per il figlio, quattordici per il padre. Sono gli anni di carcere inflitti a Francesco e Michele Carbone di Oria accusati dell'omicidio di Mario Nania, un pensionato vicino di casa, con cui nel pomeriggio del 9 aprile del 2010, ingaggiarono una lite finita, a suon di pugni e bastonate, con la morte del 50enne ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato.
ORIA – Non è finita, la storia giudiziaria del martirio di Joe De Stradis, il ragazzo di 17 anni italo-americano che la sera del 23 aprile 2004 fu massacrato a martellate e poi sepolto sotto la sabbia della spiaggia di Torre Borraco, ancora in vita. Un delitto atroce, il cui ideatore ed esecutore principale fu falegname Francesco Fullone, all’epoca 61enne e poi morto in carcere. L’amico di De Stradis che secondo l’accusa fece da esca per attirare Joseph in trappola, Luigi Caffa, che il 17 novembre 2010 si era visto condannare a 17 anni dalla Corte d’Assise di appello di Taranto, ha ottenuto dalla prima sezione della Corte di Cassazione, per vizi impugnati dai due avvocati difensori Matteo Murgo e Fortunato Calò, l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado.
MESAGNE – Con il commento del capo della Direzione distrettuale antimafia sui livelli di inquinamento sociale che ristagnano a Mesagne, scorrono le sequenze dell’uccisione a bastonate di una persona odiata dal boss della Scu, omicidio radicato in un risentimento personale antico e commissionato finalmente grazie ad un pretesto “morale”. Poi anche l’ordine di eliminare i tre killer, perché non parlassero. Una vera e propria trama da reggia barbarica, andata in scena in quella che fu la culla della Sacra corona unita e dove esiste – dice il procuratore della Dda Cataldo Motta, e la politica locale dovrebbero credergli – il brodo di coltura di quel virus che tenta sempre di contaminare l’altra parte della società locale, quella dei non collusi e degli onesti (in difesa dei quali, in conferenza stampa, si è levata la voce della dirigente del commissariato, Sabrina Manzone).
Vicino di casa del boss della Scu di Mesagne, Massimo Pasimeni, ucciso perchè in passato aveva avuto una relazione con la compagna attuale del capo, e perchè ne era stato il protettore. Fu per questo che il 16 giugno 2009 il 62enne Giancarlo Salati, una passione per le minorenni, fu raggiunto dai killer nella sua abitazione, in pieno giorno, e massacrato a bastonate. Morì 24 ore dopo. Il caso è rimasto avvolto dall'omertà per due anni e mezzo, poi con l'aiuto di un pentito la Squadra mobile di Brindisi, il commissariato di Mesagne e la Dda di Lecce hanno stretto il cerchio, arrestando mandante (già detenuto) e commando. Pasimeni aveva anche cercato di convincere l'attuale pentito a liquidare i tre uomini della spedizione punitiva, perchè temeva che parlassero.
BRINDISI – Chiuso il cerchio attorno al misterioso omicidio del Giancarlo Salati, 62enne di Mesagne, morto, per le ferite riportate, il 17 giugno del 2009. Era stato picchiato il giorno prima con un bastone di ferro: 16 colpi. E scattano le manette nei confronti di mandante ed esecutori materiali del delitto, grazie anche alle rivelazioni del pentito Ercole Penna. Si tratta degli arcinoti alle forze dell’ordine Massimo Pasimeni (detto Piccolo Dente) a capo di una frangia della Scu mesagnese, già detenuto, e dei suoi sodali Francesco Gravina (detto Gabibbo), Vito Stano e Cosimo Giovanni Guarini.
CELLINO S. MARCO – Ha raggiunto in carcere il fratello Joseph, il 26enne Antonio Orofalo, che il 19 giugno del 2010 alle 17,40 aveva partecipato alla caccia e all’eliminazione del pregiudicato Gianluca Saponaro di S. Pietro Vernotico, ammazzato con una fucilata sotto l’orecchio destro per vendicare il pestaggio che poche ore prima, alle 15 circa, proprio Antonio Orofalo aveva subito da parte di Saponaro. I fratelli Orofalo, dopo una breve assenza per sfuggire alla cattura, si erano consegnati il 24 giugno ai carabinieri, ma il solo Joseph – all’epoca dei fatti 21enne – era stato sottoposto a fermo essendosi accusato dell’esecuzione materiale dell’omicidio e definendo marginale la posizione del congiunto. E in galera ci finì il più giovane dei due.
PUTIGNANO – L’abito bianco delle spose: così è stata vestita per il suo ultimo viaggio Antonella Riotino, la 21enne di Putignano uccisa dal suo fidanzato di tre anni più giovane che piange e si dispera in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo, che si terrà lunedì davanti al gip di Bari, Marco Guida. L’abito bianco per Antonella è una volontà della madre, la bara è circondata da fiori bianchi e aspetta nella chiesetta dei Cappuccini attigua all’ospedale. I funerali si terranno domani, domenica, alle 15,30 ma nella non lontana chiesa del Carmine. A ccanto al feretro, c’è il gonfalone della scuola che frequentavano i due ragazzi l’Iiss “Agherbino”. Per oggi il sindaco della cittadina, Gianvincenzo Angelini De Miccolis, aveva proclamato il lutto cittadino.
ERCHIE – è stato arrestato stasera ad Erchie, per scontare una pena residua definitiva di 13 anni di reclusione, il 25enne Giampiero Specolizzi, che nel maggio del 2006 legò e lapidò a morte dietro un muretto di campagna, l’imbianchino Antonio Scoditti di 47enne. Il cadavere di Scoditti fu scoperto il 17 maggio, e inizialmente i carabinieri seguirono la pista di una vendetta passionale, dato che Scoditti era sospettato di avere un debole per le minorenni.
CISTERNINO - Ferito da un colpo di fucile dopo una lite per futili motivi, ma sono già in manette i due autori. E per la precisione, in flagranza di reato. Tommaso Pomentale, 18enne e Angelo Colaninno, 22enne, entrambi di Fasano sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia della Città della Selva. Poco dopo le ore 7 odierne, mentre si trovavano in contrada Montepizzuto, agro di Cisternino, dopo una lite nata per futili motivi, aggredivano un giovane del posto. Quest’ultimo, dopo essere stato malmenato, veniva colpito di striscio alla nuca da colpo di fucile da caccia esplosogli da uno degli arrestati.
VILLA CASTELLI - Nella serata di ieri, i carabinieri della stazione di Villa Castelli hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Taranto, Giuseppe Esposito, 40enne del luogo, che deve espiare la pena definitiva di anni 24 di reclusione per omicidio e distruzione di cadavere a mezzo incendio e detenzione e porto illegale di armi. Un altro anno di condanna è coperto dalla carcerazione preventiva dal giorno del primo arresto alla remissione in libertà dello stesso Esposito a causa di un vizio di procedura.