Quattro brindisini nell'operazione della polizia di Lecce contro il gruppo di trafficanti di droga guidato sino al 15 gennaio 2009 a Paolo Carallo, giorno in cui davanti al bar Desiré di Carmiano il boss fu ucciso da due killer in scooter, appena dopo un incontro con alcuni malavitosi della stessa banda. In ordine di apparizione nel video, Mauro Iaia di 30 anni, Antonio Facecchia di 24 anni e Nicola Magli di 30 anni. Ai domiciliari, perchè madre di una bimba in tenera età, Miriam Guadalupi di 30 anni. nel blitz sono coinvolte 29 persone. Iaia, Facecchia, Magli e la Guadalupi sono stati catturati dalla Squadra Mobile brindisina in collaborazione con i colleghi della Mobile di Lecce, che ha condotto l'indagine. Quando Carallo fu ucciso, il luogo era sotto osservazione da parte della polizia.
OSTUNI – I giudici: “Fu omicidio preterintenzionale”. Emessa nel primo pomeriggio di oggi la sentenza sulla morte del sessantenne Giacinto Tanzariello, deceduto il 17 giugno del 2007, ventiquattrore dopo la tragica colluttazione avuta con Antonio Prudentino: 28enne, anche lui di Ostuni, pescivendolo, unico imputato e condannato a 4 anni e 10 mesi di carcere. La lettura della sentenza da parte del Gup Valerio Fracassi giunge al culmine del processo abbreviato condizionato all’ascolto di un testimone (un condomino del palazzo di via Petrolla, nella borgata di Villanova, in cui avvenne il diverbio finito in tragedia) celebratosi presso il Tribunale di Brindisi.
BRINDISI - "Si comunica che Jimmie Lee Hunter, giocatore dell'Enel Basket Brindisi, è dovuto partire questa mattina per gli Stati Uniti a causa di un grave lutto che lo ha colpito: la tragica scomparsa di suo fratello. La società è vicina al giocatore e alla sua famiglia in un momento di così grande dolore. Hunter rientrerà a Brindisi lunedì prossimo e, quindi, non parteciperà alla prossima trasferta di Veroli". Con queste poche righe l'Enel Basket ha informato il mondo del basket brindisino della tragedia abbattutasi sul giocatore originario di Memphis, Tennessee, pur non descrivendone lo scenario, che è l'assassinio di un fratello acquisito avvenuto nel primo pomeriggio di ieri in un sobborgo della città (che ha circa 800mila abitanti), Clearbrook a Parkway Village.
BRINDISI – Sconterà ai domiciliari per problemi di salute – che segnano l'incompatibilità con il regime di detenzione carceraria – il residuo di pena comminatagli. Il 41enne brindisino Salvatore Cappelli, condannato il 29 giugno scorso in via definitiva a 30 anni per il concorso nell’omicidio di Leonardo Santoro è stato arrestato dai carabinieri del capoluogo. Per i giudici, Cappelli partecipò al delitto assieme ai pentiti Vito Di Emidio, alias Bullone, e Benedetto Stano, detto Adriano.
ORIA – Erano in tre, la sera del 20 aprile 2004, i cavalieri del male che massacrarono a martellate e poi seppellirono sotto la sabbia di Torre Borraco il 17enne Joseph De Stradis, che ancora respirava. E come li dovremmo chiamare? Confidenzialmente con qualche appellativo tipo zio o zia come gli aguzzini di Sarah Scazzi, che se per fortuna non sono nostri parenti? Forse qualcuno tra Francesco Fullone, l’architetto ed il principale esecutore dell’omicidio, Luigi Caffa, il presunto amico che attirò in trappola la vittima, o Fabio Palazzo, che allora aveva 17 anni esattamente come la vittima, nel frattempo si sarà pentito e punta alla redenzione, magari (gli ultimi due) anche senza l’aiuto della galera visto che di carcere sin qui ne hanno fatto poco. Ma andateglielo a dire ad Anna De Stradis, la mamma di Joe.
MILANO – E il puzzle fino a ieri ancora irrisolto, oggi è completo. Il killer è un filippino di 38 anni, sotto effetto di droga, vicino di casa di Lucia Scarpa, la 70enne sarta brindisina uccisa lunedì pomeriggio nel suo appartamento a Milano in via Romolo Gessi 53. L’uomo ha confessato di essere stato lui l’assassino dell’anziana donna, dopo una lite per la restituzione di soli 20 euro, prestatigli dalla vittima.
MILANO – Le ipotesi degli investigatori della polizia milanese ad oggi camminano su due strade: la rapina o il rancore. Per uno di questi due moventi, Lucia Scarpa, la 70enne brindisina che viveva a Milano, è stata uccisa con una decina di coltellate tra lunedì e martedì scorso nella sua abitazione di via Gessi 53. Il suo assassino non si è controllato: ha dilaniato la povera anziana colpendola sul volto, collo e torace con più di dieci coltellate.
MILANO – In tutto sarebbero state una decina, le coltellate al viso, al torace e alla schiena che non hanno lasciato scampo, si presume lunedì sera, alla 70enne brindisina che viveva a Milano, Lucia Scarpa. Secondo gli investigatori la donna conosceva il suo assassino, perché in casa non c è nessun segno di effrazione, tutti i monili custoditi dall’anziana erano al loro posto.
MILANO – Indagano sulle tracce dell’assassino, e pare che almeno qualche pista vi sia, gli investigatori della polizia di Milano che ieri sera hanno rinvenuto, grazie alla telefonata fatta dai parenti, il cadavere di un’anziana, Lucia Scarpa 70enne di Brindisi, in una pozza di sangue nel suo appartamento in Via Romolo Gessi 53. La Squadra mobile stamattina stava cercano un giovane che in estate aveva ricevuto dalla vittima le chiavi dell’abitazione, per innaffiare le piante durante una breve assenza della pensionata.
MILANO – La porta dell’appartamento semi-aperta, e dentro il corpo di una donna di 70 anni uccisa a coltellate, Lucia Scarpa, originaria di Brindisi. Questo lo spettacolo che si è presentato agli occhi di una equipe del 118, chiamato sul posto da una sorella di Lucia Scarpa, preoccupata perché non aveva sue notizie da un paio di giorni. La vittima viveva da sola.
FASANO- Si svolgerà domani sabato 1 ottobre a Fasano, a partire dalle ore 19.15, la "Fiaccolata contro la violenza" con raduno in Largo Seggio (nei pressi della chiesa Matrice). L'iniziativa mira a ricordare Giovanni (detto Gianni) Bongiorno, 47enne invalido vittima del violento pestaggio nello scorso 28 maggio, che lo portò alla morte l'1 giugno successivo.
ASTI - Oggi, a San Paolo Solbrito, in provincia di Asti, sono previsti i funerali del commerciante mesagnese Nicola Moro: il 53enne operatore all’ingrosso di prodotti ittici, assassinato nella notte dello scorso 16 settembre. Alla cerimonia religiosa funebre, prevista per le 15 nella chiesa parrocchiale, saranno presenti i due figli avuti in Germania dalla prima moglie e numerosi parenti che hanno raggiunto l’astigiano, provenienti da Mesagne, paese natale della vittima. La salma sarà tumulata nel cimitero di San Paolo Solbrito.
ASTI – Un’esecuzione che sa tanto di missione punitiva. Proseguono a pieno ritmo le indagini sull’omicidio di Nicola Moro, il 53enne commerciante mesagnese, residente a San Paolo Solbrito (in provincia di Asti) ferito a morte con un colpo di pistola alla gola, partito da distanza ravvicinata, e sepolto vivo nelle prime ore del mattino di sabato scorso in un boschetto nelle campagne di Villanova d'Asti, a due passi dall'uscita dell'autostrada Torino-Piacenza.
ASTI – Lo hanno ferito a morte. E sepolto ancora vivo. Freddato con un colpo di pistola alla gola. Poi sotterrato, tra un cumulo di detriti. E’ morto così Nicola Moro, 53enne commerciante mesagnese, trasferitosi da tempo in provincia di Asti: là dove nella notte si è consumato l’agguato. Quando i carabinieri, allertati da alcuni automobilisti di passaggio, sono giunti sul posto il suo cuore batteva ancora. Poi si è spento, nonostante il disperato tentativo dei medici di salvargli la vita.
BRINDISI - Condanna definitiva per concorso in omicidio: e così a carico di Salvatore Cappelli - 41 anni, di Brindisi - i carabinieri hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione, emesso dalla Procura generale di Lecce.
BRINDISI – Due ore di interrogatorio, per l'unico iscritto nel registro degli indagati, per l'omicidio di Giancarlo Salati avvenuto il 16 giugno di due anni fa a Mesagne. Parla, alla presenza dei suoi legali - Ugo Catamo e Piero Montinari – il 41enne di San Pietro Vernotico Angelo Carrieri.
MESAGNE - Fu ucciso a sprangate il 16 giugno di due anni fa. L’assassino di Giancarlo Salati, 62 anni, impugnò un bastone di ferro e picchiò duro, 16 colpi, riuscendo a rimanere nell’ombra per due lunghi anni. La svolta attesa sembra essere arrivata. Martedì prossimo sarà sottoposto a interrogatorio e prova del Dna il 40enne di San Pietro Vernotico Angelo Carrieri, unico indagato per l’omicidio.
BRINDISI - Avrebbero dovuto svolgersi entrambi questa mattina gli interrogatori di garanzia dei killer, veri o presunti, di Massimo Delle Grottaglie, ucciso dieci anni fa nella guerra di mala fra i clan della Scu. Di fronte al gip Alcide Maritati è comparso soltanto Antonio Campana, 31 anni, fratello del boss Francesco, detenuto nel carcere di Brindisi. Campana junior, la cui posizione è particolarmente complicata dalla intercettazione telefonica vecchia di dieci anni riportata recentemente dal pentito Ercole Penna, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Scena muta dunque, di fronte al pm Alberto Santacatterina e al difensore Massimo Murra. L’interrogatorio di garanzia di Carlo Gagliardi invece, 35 anni, si svolgerà domattina nel carcere di Parma dove il secondo uomo è attualmente detenuto, per effetto della rogatoria chiesta e ottenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
BRINDISI – E’ stato un calcio al lato destro del cranio a provocare quella che tra le due emorragie interne è risultata fatale per il 47enne di Fasano Giovanni Bongiorno, padre di due figli, morto dopo tre giorni di agonia nell’ospedale Perrino, in seguito all’aggressione avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsi da parte dei fratelli Annibale Scolti, 29 anni (già noto alle forze dell´ordine per precedenti specifici) e suo fratello Mario, 19enne, incensurato fino a prima dell'arresto da parte dei carabinieri della compagnia di Fasano. Lo ha stabilito al termine dell’autopsia il medico legale Margherita Neri (Università di Foggia), che ha eseguito l’esame su incarico conferito dal sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brindisi Milto Stefano De Nozza.
ORIA - Il Riesame restituisce la libertà al 57enne di Oria Michele Carbone, primo aggressore e imputato per l'omicidio volontario del 50enne Mario Nania, ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato. Resta in carcere invece il giovane Francesco Carbone, 19 anni, che intervenne in difesa del padre per poi, accortosi dell’orrore commesso, fuggire. Latitanza che non durò più di qualche giorno. Al centro della decisione del tribunale interpellato dai legali Ladislao Massari e Francesca Conte, potrebbe esserci la tesi sostenuta dalla difesa che ancora incerte sono le cause della morte del povero dipendente Asl, ucciso verosimilmente da un pugno (quello sferrato dal giovane Nania) oppure da un massaggio cardiaco inadeguatamente eseguito.
BRINDISI – Entrambi fanno scena muta di fronte al gip Paola Liaci e al pm Milto De Nozza. Entrambi scelgono, tuttavia, di rendere delle dichiarazioni spontanee dopo la “doccia fredda” della notizia che la persona che hanno picchiato domenica - intorno all'una del mattino a Fasano di fronte al Royal Bar - è deceduta solo quattro ore prima dell'interrogatorio di garanzia per la conferma dei loro arresti. Così i fratelli Annibale e Mario Scolti su consiglio degli avvocati di fiducia Gabriele Contini e Oronzo De Leonardis del Foro di Bari passano dalla scena muta alla professione di innocenza il primo, mentre il secondo, sotto shock dopo la notizia della morte di Giovanni Bongiorno avvenuta alle 6 del mattino nell'ospedale Perrino di Brindisi, dice che non era sua intenzione uccidere e chiede scusa alla famiglia del 47enne, invalido civile padre, di due figli, che lui e il fratello pestato a sangue spappolandogli il cranio a calci e pugni, accanendosi contro la vittima anche quando giaceva per terra esanime.
FASANO – Si è spento alle 6 di questa mattina il 47enne fasanese Giovanni Bongiorno, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell'ospedale Perrino di Brindisi, dopo un'aggressione avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsi. L'uomo un invalido civile, picchiato selvaggiamente, solo probabilmente per uno sguardo di troppo al bar, era stato ridotto in fin di vita dai fratelli Annibale Scolti, 29 anni (già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici) e suo fratello Mario, 19 enne, incensurato, arrestati dai carabinieri della compagnia di Fasano – guidata dal capitano Gianluca Sirsi – che li avevano raggiunti nell’ospedale Perrino, intorno alle 13 di domenica, dove, incuranti della barbara aggressione che avevano attuato alcune ore prima, si erano recati per festeggiare il figlio di Annibale nato da due giorni nello stesso ospedale in cui era ricoverata la vittima del pestaggio.
FRANCAVILLA FONTANA – Non solo genero spietato, ma anche amante diabolico. Al geometra francavillese Francesco Alfonsetti, già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Elisabeth Lassman, 45 anni, olandese, madre della sua fidanzata Eleonora Salomi, ora gli inquirenti attribuiscono anche l’uccisione della ragazza, circostanza che era stata invece archiviata come un suicidio indotto dal rimorso per l’atroce fine della genitrice, di cui la stessa Eleonora sarebbe stata parte consenziente. Al dunque la procura di Bari è giunta grazie a nuovi elementi sul caso trasmessi dalla polizia criminale tedesca, secondo cui Alfonsetti avrebbe agito seguendo un preciso progetto: quello di impadronirsi del grosso lasciato finanziario effettuato a favore delle due donne dal padre della Lassman – e nonno della Salomi – prima di morire. La passione, la presunta doppia relazione con madre e figlia c’entravano ben poco. I carabinieri della compagnia di Bari pertanto oggi hanno notificato la nuova ordinanza di custodia cautelare a Francesco Alfonsetti, che era formalmente indagato anche per il secondo caso dal maggio del 2009.
FASANO - Vent’anni, a tanto ammonta la pena richiesta dal procuratore generale della Corte d’assise d’appello di Lecce, Claudio Oliva, a carico del fasanese Arcangelo Navarrino, 42 anni, conferma della condanna di primo grado per avere ammazzato il 41enne Giuseppe Fragasso detto “Il Tranese”. L’omicidio avvenne il 22 giugno mattina di due anni fa, davanti al bar Club Baffo III gestito da Navarrino, conseguenza di una lite scatenatasi all’interno da una assurda banalità: il video-poker dava per scarica la scheda di Fragasso, e da qui prese il via lo scontro prima verbale e poi fisico tra giocatore e gestore del situato in via Nazionale dei Trulli. Entrambi si armarono di spiedi usati la sera per cuocere la carne alla brace. L’epilogo nella piazzetta antistante: dopo un lungo scambio di colpi, du Navarrino ad affondare più volte affondò l’arma improvvisata nel cuore dell’antagonista, ma secondo la difesa dei legali Francesco Saponaro e Vito Epifani, l’imputato non voleva uccidere.
BRINDISI - A quasi dodici anni dalla scomparsa del 27enne Giuliano Maglie, la prova del Dna sui resti ritrovati in Montenegro su indicazione del killer Vito Di Emidio, restituisce la verità ai familiari del giovane contrabbandiere ucciso per ordine di Bullone. I prelievi sui resti sono stati comparati geneticamente al Dna della mamma di Maglie, Michela Cosi. Il risultato è lampante. Lapidarie le conclusioni del maresciallo dei Ris Cristiano Franchi che il 21 marzo scorso ha depositato la perizia richiesta dalla corte d'assise di Brindisi, sulla scorta delle analisi condotte sia sul Dna nucleare che sul Dna mitocondriale: “Non solo non si può escludere che Michela Cosi sia la madre del soggetto cui appartenevano in vita i resti scheletrici oggetto della perizia ma si ritiene che tale ipotesi sia adeguatamente sostenuta dai dati genetici”.