BRINDISI – Nessuna prova per confermare in sentenza che l'associazione criminosa che faceva capo ai fratelli Brandi aveva una sponda politica nel consigliere comunale pro tempore Massimiliano Oggiano. L'ex esponente di An infatti oggi è stato assolto dal tribunale di Brindisi dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa (pena richiesta 6 anni e 6 mesi, difeso dall’avvocato Fabio Di Bello).
BRINDISI - Arriva il conto, pesantissimo, per l’ex capogruppo di Alleanza nazionale nel consiglio comunale di Brindisi Massimiliano Oggiano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: sei anni e sei mesi, anche oltre il previsto. Richiesta alla quale ha assistito dal vivo anche l’ex consigliere, presente in aula oggi come sempre per protestare la propria innocenza.
BRINDISI - Requisitoria a due voci per le ultime battute del processo a carico del clan capeggiato dai fratelli Brandi, secondo l’accusa dei pm Alberto Santacatterina e Milto De Nozza legato a filo doppio all’ex capogruppo del consiglio comunale brindisino Massimiliano Oggiano, accusato di concorso esterno e connivenza con la frangia brindisina della Scu. I magistrati inquirenti hanno chiesto 180 anni di carcere in totale carico di undici su dodici imputati, di cui 6 anni e sei mesi a carico di Oggiano.
BRINDISI – “E’ vero che Massimiliano Oggiano muoveva delle critiche alla gestione della Multiservizi da parte del presidente Cosimo Pagliara, così come è vero che sosteneva l’avvicendamento alla presidenza con un uomo di An, ma non ha mai fatto pressioni per l’assunzione di alcuno né si è mai espresso in termini personali contro l’avvocato”. E’ questa la sostanza delle dichiarazioni rese dal consigliere comunale e capogruppo del Pdl Angelo Rizziello, in qualità di testimone chiamato in causa dal difensore di Oggiano, Fabio Di Bello. Testimonianza che fa il paio con quella dell’ex presidente del consiglio comunale di Brindisi, Nicola Di Donna. Il processo è quello che vede alla sbarra, in qualità di principali imputati, i due fratelli Giovanni (detto Francesco) e Raffaele Brandi, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo del racket delle estorsioni a Brindisi e dintorni.
BRINDISI - “Mai avuto pressioni, né tanto meno aggressioni verbali da parte del capogruppo di Alleanza nazionale, Massimiliano Oggiano, per l’assunzione di Francesco Brandi nella Multiservizi”. Con queste parole l’ex presidente del consiglio comunale di Brindisi, Nicola Di Donna, testimone chiamato in causa dal difensore di Oggiano, Fabio Di Bello, smentisce l’ex presidente della società partecipata del Comune Cosimo Pagliara. Il processo è quello che vede alla sbarra, in qualità di principali imputati, i due fratelli Giovanni (detto Francesco) e Raffaele Brandi, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo del racket delle estorsioni a Brindisi e dintorni.
BRINDISI – Una nuova contestazione di traffico di droga ai “fratelli semaforo”, gli albanesi residenti a Brindisi Arbel e Viktor Lekli, a Gianfranco Contestabile e Antonio Lococciolo. E il processo “Berat Dia” slitta al 24 maggio per concedere ai difensori un congruo lasso di tempo che consenta loro di studiarsi le nuove carte.