BERGAMO – Respinge le accuse mosse nei suoi confronti, nega di far parte di organizzazioni mafiose, la Scu in primis, e di aver avuto mai a che fare col neo pentito Ercole Penna. Parla e risponde alle accuse mosse nei suoi confronti il 46enne di Francavilla Fontana, costituitosi spontaneamente, intorno alle 18.30 di lunedì, nel carcere di Bergamo. Interrogato in mattinata, per rogatoria (concessa dal gip Nicola Lariccia) dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Petillo, alla presenza del suo legale di fiducia – il penalista Ladislao Massari – Leo ha negato la presunta attività di estorsione contestatagli nell’ordinanza relativa all’operazione “Last Minute”, condotta - sotto la regia della Direzione distrettuale antimafia di Lecce – dalla squadra mobile di Brindisi in collaborazione col commissariato di Mesagne, che portò a 28 provvedimenti di fermo, firmati dal pm Alberto Santaccatterina.
BERGAMO – Sarà interrogato venerdì mattina, per rogatoria (concessa dal gip Nicola Lariccia) dal giudice per le indagini preliminari di Bergamo, Giovanni Petillo il 46enne Gaetano Leo di Francavilla Fontana, costituitosi spontaneamente intorno alle 18.30 di lunedì nel carcere di Bergamo. Leo – che sarà ascoltato alla presenza del suo avvocato di fiducia Ladislao Massari -, era latitante dal 28 dicembre scorso.
BERGAMO - Si è costituito intorno alle 18.30 di ieri, direttamente nel carcere di Bergamo, Gaetano Leo, 46enne di Francavilla Fontana, latitante, ricercato nell’ambito dell’operazione Last Minute, condotta dalla squadra mobile di Brindisi in collaborazione col commissariato di Mesagne, che il 28 dicembre scorso portò al fermo di 28 presunti affiliati alla Sacra Corona Unita dopo le dichiarazioni rese dal neo pentito Ercole Penna.
BRINDISI – Si è costituito lunedì pomeriggio, ed oggi Vito Antonio D’Errico, 42 anni, latianese, è tornato in libertà. Il giudice per le indagini preliminari Non ha convalidato il fermo dell’uomo, coinvolto nell’operazione denominata “Last Minute” provocata dalle dichiarazioni del pentito Ercole Penna. L’ avvocato Giancarlo Camassa, difensore di D’Errico, ha dimostrato che il suo assistito non è stato in carcere contestualmente a Simone Caforio, collaboratore di giustizia che ha indicato in D’Errico, peraltro cognato di Antonio Bruno, uno degli uomini più fidati del clan di Ciro Bruno che controlla Torre Santa Susanna e in parte Latiano. Secondo Camassa non ci sono i gravi indizi di colpevolezza e quindi D’Errico non doveva essere sottoposto a fermo. Il giudice ha accolto la sua tesi e D’Errico è tornato in libertà.
BRINDISI - Si è costituito lunedì pomeriggio il terzo dei sei introvabili. Vito Antonio D'Errico, 42 anni, di Latiano. Irreperibile all'alba del blitz scattato il 28 dicembre scorso, messo a segno dalla squadra mobile di Brindisi e dal commissariato di polizia di Mesagne contro i 28 presunti affiliati alla Scu segnati a dito da Ercole Penna nelle sue memorie, il 42enne ha scelto di ritornare su suoi passi, presentandosi volontariamente alle porte della casa circondariale di Brindisi. Con l’arresto del latianese scende a tre il numero degli irreperibili.
BRINDISI – Braccato dalla polizia, senza via di scampo, non ha avuto alternative. Ieri sera si è costituito Antonio Centonze, 42 anni, brindisino, indagato per associazione di stampo mafioso e accusato di aver riciclato e investito soldi della Sacra corona unita da Ercole Penna, mesagnese, ultimo pentito in ordine di tempo della quarta mafia. Si è presentato a Bari. Un personaggio, questo Centonze, che rappresenta l’altra faccia della criminalità mafiosa del Brindisino, quella che gli inquirenti ritengono più pericolosa per la sua collocazione nel mondo delle imprese.