Il pentito Penna incastra Pasimeni: “Piccolo Dente? E’ il boss di sempre”
BRINDISI - Di fronte a giudici, pubblico ministero, l’aula gremita di legali, ha pronunciato atto d’abiura nei confronti del proprio passato: “Signor pm, non mi guardi così, non sono mai stato un santo, ma oggi sono un altro uomo”, ma non di pentimento, malgrado l’aria contrita e l’espressione quasi implorante. Per il più fedele dei suoi compagni di ventura, il pentito assai ben informato Ercole Penna le cose stanno altrimenti, il boss Massimo Pasimeni quello che era, resta. Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Giorgio Lino Bruno, ha chiesto e ottenuto l’acquisizione agli atti dell’ultimo verbale di interrogatorio reso dal collaboratore di giustizia alla polizia di Stato, in cui racconta con dovizia di particolari chi è il capo dei Mesagnesi, oggi. Penna sarà ascoltato il 17 maggio, nella prossima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione Codice da Vinci, messa a segno il 25 febbraio 2010 dal commissariato di polizia di Mesagne, guidato dal vice-questore Sabrina Manzone, e dalla squadra mobile di Brindisi, al comando del dirigente Francesco Barnaba.