BRINDISI - Il sindaco Mimmo Consales oggi ha preso contatto sia con la Capitaneria di Porto di Brindisi che con l'Arpa, per avere contezza della situazione e possibilmente i primi dati delle indagini di laboratorio sugli effetti dello sversamento in mare, nel pomeriggio di ieri, di un quantitativo imprecisato di soda caustica al 10 per cento da una condotta del petrolchimico di Brindisi, nel tratto di costa tra le Isole Pedagne e Capo di Torre Cavallo. Solo dopo aver consultato i dati ed i pareri della Guardia costiera e dell'agenzia preposta alla tutela ambientale, Consales deciderà se assumere provvedimenti a tutela della salute pubblica.
BRINDISI – Dopo la preoccupante giornata di fuoco e fiamme che ieri ha visto Brindisi al centro delle cronache per i due principali impianti industriali, la centrale Enel di Cerano e il petrolchimico Polimeri Europa, il movimento ‘Brindisi bene comune’ sta svolgendo una campagna per comprendere cosa questi eventi possono aver comportato per l’ambiente, e cosa è stato emesso nell’aria.
BRINDISI - C'è la nuova proroga concessa dalla procura della Repubblica per la realizzazione del termossidatore e degli altri accordimenti tecnici prescritti dal magistrato, e sembra che ciò abbia dato oggi la stura alla catena di fiammate della torcia del cracker (l'impianto più importante della fabbrica) di Polimeri Europa, costantemente accesa per l'intera giornata, quasi ad accompagnare, nella mattinata, l'incendio al desolforatore del quarto gruppo della centrale di Cerano.
BRINDISI – “Ritorno di fiamma” al Petrolchimico, proprio nel giorno in cui la Procura della Repubblica concede una nuova proroga di sei mesi. Dal 25 maggio (termine di scadenza per il completamento del termossidatore) al 25 novembre, per completare tutti gli adempimenti prescritti, dopo il sequestro dell'ottobre 2012 scattato ad opera della Digos, perché le torce venivano usate come inceneritori e non come sistemi di sicurezza per le quali erano autorizzate.
BRINDISI – Giovedì mattina una esplosione rimasta avvolta nel mistero, venerdì sera una nuova sfiammata. Strani e consueti fenomeni di fuoco al Petrolchimico di Brindisi. Della vicenda del botto di giovedì nessuna traccia e nessuna segnalazione nemmeno agli organi deputati ad intervenire nel caso, come i vigili del fuoco. Non risulterebbero tracce di richiesta d’intervento per ieri mattina intorno alle 7.30. Eppure sebbene l’alba fosse già passata, alcuni pescatori – che svolgevano l’attività nella zona – attratti da una detonazione avrebbero notato anche una palla di fuoco.
BRINDISI – Seconda rapina nell’arco di poche ore a Brindisi. E questa volta il colpo riesce ai danni dell’ex spaccio dei dipendenti Montecatini al rione San Paolo. Malavita scatenata durante il giorno della vigilia di Natale.
BRINDISI – Cosa hanno respirato per lunghe ore i brindisini il 28 agosto scorso, quando il petrolchimico di Brindisi, centrale Enipower inclusa, è andato in tilt a causa di un buco di tensione sulle reti Terna? Non lo sapremo mai. La relazione pubblicata da Arpa Puglia, Dap di Brindisi, sull’accaduto contiene valutazioni “rassicuranti” negli esiti, ma profondamente condizionate dall’inadeguatezza dei sistemi di misurazione disponibili, che non rilevano la vasta gamma di inquinanti collegati alle produzioni chimiche industriali. E in questo caso i dubbi restano.
ROMA - Polimeri Europa ottiene l'Autorizzazione integrata Ambientale per i suoi impianti nel petrolchimico di Brindisi, ed ora può mettere mano alla realizzazione del termossidatore e degli altri sistemi prescritti dalla relazione tecnica della procura di Brindisi sui malfunzionamenti ed il ricorso illecito al sistema delle torce di emergenza utilizzate anche per distruggere i reflui di lavorazione.
BRINDISI – Il dipartimento Arpa di Brindisi, malgrado le fiammate siano durate dalla notte sino al tardo pomeriggio, non avrebbe effettuato alcuna misurazione delle ricadute inquinanti con apparecchiature mobili. Lo di desume da un comunicato del presidiente della Provincia, Massimo Ferrarese, che dopo un contatto con la stessa Arpa, fa sapere che entro domani avrà a disposizione le misurazioni effettuate con le centraline fisse, solo una delle quali, quella installata nei pressi della sede dell’Asi – se nel frattempo non sono stati aggiunti altri sensori – è in grado di misurare gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici).
BRINDISI – E’ stata l’interruzione della fornitura di energia elettrica su entrambe le linee ad alta tensione di Terna a scaricare l’intera massa di richiesta di energia sulle centrali Edipower ed Enipower di Brindisi, facendo saltare il dispositivo di protezione che evidentemente non è calibrato sull’eventualità del black-out totale. Sarebbe questa la prima spiegazione ricevuta stamani dai sindacati dei lavoratori chimici ed elettrici da Enipower (centrale turbogas da 1.170 megawatt ), per il blocco totale degli impianti del petrolchimico consortile di Brindisi e delle stesse già citate centrali termoelettriche, avvenuto alle 3 del mattino di domenica, e durato sino alle 11, quando Terna ha ripristinato la normalità.
Un buco di tensione sulla rete Terna nazionale, e l'effetto-domino causa il distacco delle centrali termoelettriche di Brindisi, da Edipower a Enipower sino al primo nodo, quello di Enel Cerano. Il black-out ha provocato la fermata di tutti gli impianti di Polimeri Europa e Basell nel petrolchimico consortile. I sistemi di protezione non hanno funzionato. Alte fiammate e fumo nella notte e per l'intera mattinata dalla torce di emergenza, che hanno bruciato decine di tonnellate di sostanze chimiche inviate nel circuito dagli impianti in blocco.
BRINDISI – Il problema che ha bloccato totalmente gli impianti del petrolchimico consortile di Brindisi, non solo quelli di Polimeri Europa ma anche di Basell, è collegato ad un problema accusato dalla rete nazionale Terna, ed ha investito anche le centrali termoelettriche di Edipower e quella a turbogas di Enipower. La situazione in questi minuti dovrebbe tornare alla normalità, con il ripristino dell’energia agli impianti chimici che possono ora cominciare le procedure di rimessa in marcia.
BRINDISI - Torcia di emergenza di Polimeri Europa ripetutamente in funzione questa mattina a Brindisi, mentre si cerca di apprendere se ciò sia dovuto ad un malfunzionamento dell'impianto di cracking, cui è collegata la candela di Torre Cavallo, oppure se si tratti di un blocco dell'impianto dovuto ad un black-out.
Polimeri Europa, alla scadenza del termine del 15 luglio 2011 per realizzare impianti di trattamento dei reflui (un termossidatore) e sistemi di controllo dei materiali inviati nelle torce di emergenza, ha ottenuto dalla procura di Brindisi una proroga in considerazione del fatto che l'azoenda ha ancora in piedi le procedure per il rilascio dell'Aia. Ma oggi alle 15,45 una nube nera si è levata dallo stabilimento petrolchimico.
BRINDISI – Disco verde della procura della Repubblica per Basell e via libera al dissequestro delle torce. Nove mesi dopo l’apposizione dei sigilli (era il 26 ottobre 2010), la procura della Repubblica dispone il dissequestro delle due candele della multinazionale americana della chimica che, insieme con le cinque di Polimeri Europa, furono messe sotto sigilli perchè usate come termodistruttori, senza alcuna autorizzazione, e non come sistemi di sicurezza dell'impianto.
FERRARA - Il tribunale del Riesame di Ferrara si è riservato sulla richiesta di sequestro di quattro torce di emergenza del Petrolchimico, rinnovata durante l'udienza dal pm Nicola Proto ai giudici del collegio che hanno dibattuto la questione in camera di consiglio con i legali delle aziende Yara e Basell.
BRINDISI – Solo due mesi e mezzo di tempo, ancora, sino al fatidico 15 luglio stabilito come termine dal pm per la conclusione delle opere di ambientalizzazione prescritte, pena l’attivazione dell’efficacia integrale del sequestro cui è sottoposto dal 26 ottobre scorso il sistema delle torce del Petrolchimico consortile di Brindisi. Ma i lavori sono ancora fermi al palo per problemi legati all’iter autorizzativi. Questo ha riferito recentemente Polimeri Europa alle parti sociali, seminando preoccupazione: in caso di sequestro senza facoltà d’uso, obbligatoriamente l’azienda dovrebbe fermare gli impianti con le conseguenze immaginabili.
BRINDISI - La Digos della questura di Brindisi sta svolgendo accertamenti sulle operazioni in corso da venerdì scorso nella zona del Petrolchimico che si affaccia sul porto industriale, nel punto in cui si trovano le condotte di carico e scarico delle acque del dissalatore della fabbrica, utilizzate per i processi industriali. La polizia ha appurato che un grosso carico di fanghi prelevati dai fondali circostanti era stato distribuito in alcune decine di sacchi in materiale sintetico, e poi caricati su un grosso automezzo. Un peso tale che la parte posteriore del pianale ha ceduto.
ROMA - L'Eni ora punta a chiudere con una transazione il contenzioso aperto con il ministero dell'Ambiente per la bonifica di nove siti industriali (Priolo, Napoli Orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova, Porto Torres e Gela). È quanto emerge dalle comunicazioni sul preconsuntivo 2010 del gruppo in cui si precisa che la proposta di transazione, presentata anche per conto di Syndial (società di servizi), "ha determinato uno stanziamento straordinario al fondo rischi ambientali di 1.109 milioni e per effetto della fiscalità relativa un minor utile netto di 783 milioni".
BRINDISI - Le torce del Petrolchimico tornano a infiammare il cielo di Brindisi, la sorpresa a corredo dell’evento è legittima fino a un certo punto: tutto previsto e prevedibile, fino a quando i piani di riconduzione a norma e la realizzazione dei termossidatori progettati da Polimeri Europa e Basell con l’assenso della procura, non giungeranno a compimento, ossia entro il 15 luglio del prossimo anno. Tutt’altro che ozioso è invece l’interrogativo che chiede perché le torce tornino ad accendersi: stanno ancora, illegittimamente, bruciando rifiuti e scarti di produzione, replica non autorizzata dei reati che hanno fatto scattare i sigilli il 26 ottobre scorso?
BRINDISI - La buona nuova, è questa: il consulente del pubblico ministero Antonio Negro, ingegnere Mauro Sanna, ha detto sì al piano Polimeri che prevede la costruzione di un termo ossidatore per lo smaltimento dei rifiuti gassosi, per i quali la società dovrà ovviamente munirsi delle prescritte autorizzazioni. Significa che i sigilli restano, ma le torce di emergenza tornano alla società per la riconduzione a norma degli impianti. Ergo, la produzione non sarà interrotta allo scadere dell’ultimatum di 20 giorni contenuto dal decreto di sequestro preventivo posticipato. La scadenza fissata per il completamento dei lavori, è quella del 15 luglio 2011, pena il ripristino dello stato di illegittimità al quale la procura diretta da Marco Di Napoli ha deciso di porre fine il 26 ottobre scorso.
BRINDISI - La procura di Brindisi da stamani ha restituito a Polimeri Europa l'uso del sistema delle torce di emergenza, a fronte del piano di riconduzione a norma dello stesso impianto presentato dalla società del gruppo Eni nei giorni scorsi. Il progetto è stato valutato positivamente dal consulente tecnico del pm Antonio Negro, che conduce le indagini sull'impiego abituale delle torce per la combustione dei residui di lavorazione (gas e fluidi vari), materiali, secondo una applicazione innovativa della norma fatta dalla stessa procura brindisina, considerati a tutti gli effetti come rifiuti, quindi anche dal punto di vista autorizzativo.
BRINDISI - La richiesta non è ancora formale, ma l'americana Basell sembra intenzionata a calcare le orme del percorso già segnato da Polimeri Europa, chiedendo da qui a breve un incontro con il sostituto procuratore Antonio Negro, mentre pare che i rappresentanti dell’azienda abbiano già incontrato il gip Paola Liaci. Nel frattempo, entro giovedì al massimo, lo stesso pubblico ministero deciderà invece in merito al piano di riconduzione a norma presentato dalla società del gruppo Eni. Entro lo stesso termine Basell ha fatto sapere ai rappresentati sindacali che saranno comunicate le decisioni dell’azienda utili a scongiurare la paralisi delle attività industriali annunciata dal decreto di sequestro preventivo.
BRINDISI - Se il Comune convoca un consiglio d’urgenza per discutere del “caso Petrolchimico”, la Provincia deve fare altrettanto. E non certo per emulazione. Per Sinistra ecologia e libertà (incluso il gruppo al consiglio provinciale), l’intervento dell’autorità giudiziaria che dispone il sequestro preventivo delle torce d’emergenza degli stabilimenti Polimeri Europa e Basell, è di portata tale da necessitare una presa di posizione da parte delle istituzioni tutte. In ballo ci sono il futuro occupazionale di una intera popolazione operaia, ma anche le prospettive del comparto chimico made in Brindisi, e ancora la salute pubblica in nome della quale la procura non ha esitato a intervenire in una vicenda troppo a lungo ignorata. Vicenda legata a filo doppio, dunque, con il futuro stesso della città, in nome del quale il silenzio di iniziative da parte dell’amministrazione provinciale, in merito, è bollato come “deplorevole”.
BRINDISI - Non si hanno ancora notizie ufficiali circa eventuli contatti tra Basell e la procura di Brindisi, dopo quello avvenuto invece tra Polimeri Europa e il pm, che è servito ad avviare la valutazione - da parte del consulente tecncio del magistrato - del piano di riconduzione a norma del sistema delle torce di emergenza del Petrolchimico consortile. Se ci sarà l'ok degli inquirenti, Polimeri Europa potrà richiedere la restituzione degli impianti (il sequestro effettivo sarebbe scattato a 20 giorni dalla notifica, avvenuta martedì 26 ottobre) e avviare i lavori di adeguamento, per una durata prevista di 8 mesi e probabilmente dietro versaento di una cauzione. Intanto la Digos, che ha condotto le indagini, oggi ha notificato il decreto di nomina a custode giudiziale degli imopianti di Polimeri Europa al nuovo direttore di stabilimento, Elio Russo, successore di Paolo Zuccarini, indagato, che ora dirige il petrolchimico di Porto Torres.