Il premier ha partecipato per il terzo anno consecutivo a un evento pubblico, preceduto da un incontro con il sindaco di Brindisi su contratti di sviluppo e transizione energetica
Il presidente è arrivato insieme alla compagna. Prima tappa in Municipio, dove ha incontrato un'associazione di Taranto che si batte per la chiusura dell'ex Ilva
ROMA - Si è concluso nel pomeriggio l'incontro tra il premier italiano Mario Monti e le due delegazioni di studenti brindisini dell'Itis G.Giorgi e l'Ipsss Francesca Morvillo Falcone, tra quest'ultimi anche le ragazze di Mesagne rimaste ferite nell'attentato del 19 maggio. Alle ore 12.30 invece, gli studenti avevano incontrato i ministri Andrea Riccardi e Francesco Profumo. "Vogliamo vivere serenamente", questo il messaggio lanciato da Sabrina, Selena, Azzurra, Veronica e Vanessa.
BRINDISI - Si sono messe in viaggio anche le cinque studentesse che avevano riportato lesioni gravi in seguito all’attentato del 19 maggio. E’ stato consentito loro di farsi accompagnare dai genitori: Veronica, Vanessa, Selena, Azzurra, Sabrina sono in pullman, insieme agli altri, per raggiungere Roma dove una delegazione di cinquanta studenti del professionale Morvillo Falcone e dell’industriale Giorgi sarà ricevuta domani prima dal ministro per la Cooperazione internazionale e Gioventù, Andrea Riccardi, poi dal premier Mario Monti.
BRINDISI – Partiranno giovedì 13 settembre da Brindisi, accompagnati dai loro docenti, 30 ragazzi dell’Itis Giovanni Giorgi e 20 studenti dell’Ipsss Morvillo Falcone, per Roma. Venerdì 14, incontreranno prima il ministro Andrea Riccardi, e poi il Premier Mario Monti. E’ stato il presidente del Consiglio a chiedere e volere fortemente questo incontro con gli studenti di Brindisi, per augurare loro un buon inizio di anno scolastico, dopo l’attentato del 19 maggio scorso dinanzi l’istituto brindisino che ha scosso un intero Paese e dove perse la vita Melissa Bassi, la studentessa mesagnese di 16 anni.
NEW DELHI - I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono due «assassini» che devono essere processati per omicidio secondo le leggi indiane. Lo ha dichiarato oggi il il primo minisytro del Kerala, Oommen Chandy. In una intervista al quotidiano Hindustan Times lo stesso Chandy ha respinto le accuse che la sua posizione inflessibile stia creando problemi alle relazioni fra Italia e India. Riguardo alla vicenda Chandy ha sostenuto che «dobbiamo trattarla in sintonia con la legge della nostra terra. Due innocenti pescatori sono stati uccisi senza alcuna provocazione. Gli accusati dovranno rispondere alla imputazione di omicidio. Nessun paese al mondo farebbe farla franca a due assassini».
KOCHI – Serio incidente diplomatico alla vigilia del verdetto dell’Alta Corte del Kerala sulla giurisdizione del caso in cui un peschereccio indiano il 15 febbraio fu centrato da raffiche di armi automatiche partite da un mercantile, e che vede come presunti responsabili i due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, del nucleo di protezione antipirateria della petroliera Enrica Lexie. Il primo ministro dello Stato indiano del Kerala, Oommen Chandy, ha escluso oggi che i due sottufficiali del Reggimento San Marco, in carcere con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani, possano essere trasferiti in Italia per essere processati. Ferma e immediata la reazione del sottosegretario italiano agli Esteri, Staffan de Mistura.
ROMA – “Tendopoli non solo al sud”. A dichiararlo in coro sono 62 deputati del centrodestra, che in giornata sono usciti allo scoperto, rivolgendosi al Premier. Distribuire le tendopoli per gli immigrati «in modo equo e proporzionato sull'intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud»; evitare «maxitendopoli», così da consentire una migliora vigilanza dei siti destinati all'accoglienza degli immigrati; rilasciare permessi di soggiorno per motivi umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili, come è già avvenuto per l'emergenza Kossovo. Sono questi i tre punti della lettera che i 62 parlamentari del Pdl, di tutte le aree geografiche e di tutte le aree politiche e culturali del partito, hanno inviato sull'emergenza immigrazione clandestina al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tra i firmatari non c’è l’onorevole Luigi Vitali, francavillese, notoriamente non schierato con i mantovaniani bensì con i fittiani.