Fiori in mare per i morti della "Kater"
BRINDISI – Non fu uno speronamento volontario, ma la prua della corvetta Sibilla fu spietata, sprofondando in un gelido abisso di 800 metri la vecchia motovedetta albanese “Kater I Rades” con il suo carico umano di donne e bambini imprigionato sottocoperta. Quindici anni fa, il 28 marco 1997, un Venerdì Santo. I morti accertati furono 84, molti ancora trattenuti dalle lamiere della “Kater” quando sei mesi dopo fu recuperata da una nave specializzata su decisione del pm Leonardo Leone De Castris, che aveva affidato le indagini di polizia giudiziaria alla Squadra mobile. E oggi si può dire che il magistrato fu costretto a blindare quell’indagine, imponendo agli investigatori da egli stesso selezionati di non interloquire neppure con i loro superiori. C’erano troppe pressioni esterne. Un capo di stato maggiore fu svegliato e interrogato nel cuore della notte, a sorpresa. Così la verità non finì in fondo al mare come quelle vittime innocenti.