BRINDISI - “I movimenti politici Regione Salento, MpA e Movimento Schittulli, uniscono le proprie forze e si schierano convintamente a sostegno di Mauro D'Attis, candidato sindaco del centro destra a Brindisi, al quale garantiremo il più concreto e adeguato sostegno elettorale. Presenteremo una lista unitaria con un simbolo identificativo che sarà al fianco della altre forze di centro destra che sostengono D'Attis. L'impegno è quello di proseguire questa azione congiunta anche dopo aver esaurito l’attuale momento elettorale”.
BRINDISI - Il progetto di una "Regione Salento" non conviene neppure la Cgil. La segreteria regionale del sindacato e le segreterie delle Camere del Lavoro di Brindisi, Lecce e Taranto hanno diramato un documento in cui affrontano la questione ed esprimono la loro motivata contrarietà ad un'idea che colpirebbe soprattutto il percorso di sviluppo intrapreso dalla Puglia.
Comincia con questo articolo la collaborazione con BrindisiReport.it di Peppino Caldarola, uno dei notisti e commentatori politici italiani più apprezzati e attenti. Attuale editorialista del quotidiano "Il Riformista", Caldarola è stato direttore de "L'Unità" dal 1996 al 1998, deputato dal 2001 al 2008, ed è un profondo conoscitore delle vicende sociali, economiche e culturali della Puglia.
di Peppino Caldarola
Smetteremo di chiamarci pugliesi? La sola prospettiva che questo possa accadere mi atterrisce. La proposta di creare una regione salentina cade in un periodo, che dura ormai da molti anni e che mi auguro non finisca mai, in cui la Puglia è diventata un brand di fama mondiale. Non c’è estate in cui non si scopra che un nuovo amico ha deciso di fare le vacanze nella nostra regione, sono tanti in diverse città italiane i ristoranti che si esercitano nella cucina pugliese, nelle librerie gli autori pugliesi sono in cima alle vendite, nel mondo dello spettacolo molti artisti esibiscono dialetti e cadenze delle nostre parti.
BRINDISI – Passa anche da Brindisi, ovviamente, la campagna per l’istituzione della Regione Salento, e si allunga l’elenco in Puglia dei patron di emittenti televisive private che decidono non solo di mettersi alla testa, ma di promuovere campagne politiche.