BRINDISI – Non ci sono dispersi per lo sbarco di clandestini avvenuto la notte scorsa sulla costa brindisina in località Cerano. Gli uomini della sezione Volanti della questura di Brindisi hanno lavorato per tutta la notte e la mattinata di oggi per ricostruire la traversata del barcone che ha portato in territorio italiano una cinquantina di persone di varia nazionalità (presumibilmente pachistana, iraniana, afgana e bengalese).
BRINDISI – Un blitz a sorpresa. Poi il verdetto, durissimo: “Una indegna prigione, colma di sporcizia. Qui è una realtà antigiuridica e incivile. Cie da chiudere”. Più che una denuncia, un autentico atto di accusa. E’ furibondo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Accompagnato dall'assessore regionale alle Politiche per l'immigrazione, Nicola Fratoianni, il Governatore ha compiuto nel pomeriggio di oggi una visita ispettiva presso il Centro di identificazione e di espulsione di Restinco (che ospita anche il Cara, Centro di accoglienza per richiedenti asilo), nel territorio di Brindisi. “Ho provato un grande sentimento di vergogna”.
BRINDISI - Continua ad essere molto difficile la gestione del Cara-Cie di Restinco. Fitta sassaiola la sera di Natale da parte degli extracomunitari rinchiusi nel Centro di identificazione ed espulsione contro le forze dell'ordine e i militari schierati per impedire l'ennesima evasione in massa. Secondo l'ufficio di gabinetto della questura non vi sarebbero stati feriti nè da una parte nè dall'altra, e la sommossa avrebbe avuto una portata inferiore a quelle precedenti, dove i feriti ci sono stati, e l'evasione in massa pure.
BRINDISI - Ormai si rubano pure i portoni. Singolare furto ai danni di un'azienda agricola nella zona di Restinco. A fare la scoperta dell'insolita ruberia i titolari dell'azienda agricola Perchinenna che ieri mattina recatisi sul posto di lavoro hanno trovato divelto un portone di ferro posto a protezione dei quadri elettrici dell'attività.
BRINDISI – Ennesima nottata movimentata nel Cie di Restinco: ancora una volta gli ospiti, circa 47 tunisini, si sono lasciati andare ad atti di intemperanza nel tentativo di orchestrare una nuova fuga. Armati di spranghe si sono scagliati contro i cancelli principali tentando l'evasione. Le forze dell'ordine sono state costrette ad intervenire con gli idranti per respingere la folla infuriata che nel frattempo lanciava oggetti di ogni tipo contro i militari. La rivolta è rientrata solo dopo una mezz'oretta di tafferugli fortunatamente senza nessun ferito.
BRINDISI - Scavano un buco nelle pareti del Centro di identificazione ed espulsione, scavalcano il muro di cinta e scappano. Nuova evasione e disordini a Restinco dove di primo mattino sono evasi altri 18 tunisini. Nessuno scontro con le forze dell'ordine a parte un tafferuglio in seguito al quale tra le forze dell'ordine si registra un ferito lieve con una prognosi di tre giorni.
BRINDISI – Sradicano una panchina di cemento armato del peso di diversi quintali e la usano come ariete per sfondare il cancello e scappare. Fuga di massa all'alba da Restinco dopo la rivolta degli 81 ospiti del centro di identificazione ed espulsione per la maggior parte di nazionalità tunisina.
BRINDISI - Continua a rivelarsi in tutta la sua criticità la situazione del Cara-Cie di Restinco, dove le previsioni pessimistiche dei sindacati di polizia sul fattore di richio costituito dalla contemporanea presenza di richiedenti asilo (nel Cara) che godono di libertà di movimento esterno, e di persone indirizzate all'espulsione di fatto recluse per mesi (nel Cie), si rivelano costantemente fondate. Altri disordini la notte scorsa, con cinque o sei feriti lievi tra poliziotti e militari, e 60-70 clandestini che sono riusciti ad evadere.
BRINDISI – Mancano le sigarette? Scoppia una mini rivolta. Momenti di tensione con evasione nel centro di Restinco, fortunatamente senza alcuna conseguenza sul piano dell'incolumità fisica per personale di sorveglianza e cittadini extracomunitari. Nel pomeriggio di domenica la temperatura già alta, si è surriscaldata per la protesta di una ventina di extracomuitari ospiti del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) in attesa del completamento di tutte le pratiche per il loro riconoscimento.
BRINDISI - “I disordini nei Centri di identificazione ed espulsione sono diventati un problema comune, in tutta l’Italia. Stiamo aspettando disposizioni dal ministero, la situazione è in continua evoluzione, ma per il momento no, Restinco non chiude e gli ospiti restano dove sono”. Parla il capo di gabinetto della Prefettura Pasqua Erminia Cicoria, alle prese con l’ennesima rivolta nel Cie di Brindisi. Un gruppo di migranti reclusi e in attesa dell’espulsione dall’Italia, a quanto pare di origine tunisina, hanno appiccato fuoco agli arredi del centro, facendo scempio di camerate e servizi. Il rogo è divampato intorno alle 22 di venerdì sera, un inferno per domare il quale sono dovuti intervenire vigili del fuoco, Squadra mobile e Digos, dando man forte al presidio permanente dell’esercito.
BRINDISI – Restinco sempre più retrovia di Lampedusa e Calabria, come dimostra la programmazione dell’emergenza sbarchi di queste ultime settimane, e come dimostra anche lo stanziamento governativo per l’adeguamento della parte della struttura destinata a Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo). Ma neppure un uomo in più per la vigilanza, in totale contrasto con le ripetute denunce dei sindacati di polizia che parlano da anni di inadeguatezza dell’organico destinato a Restinco, che come ormai molti sanno e anche e soprattutto sede di un Cie (Centro di identificazione ed espulsione) dove per definizione stessa arrivano spesso elementi pericolosi. Le ultime rivolte, i danni gravi apportati alla struttura, gli scontri con agenti e militari lo dimostrano.
Gli irrequieti ospiti del Cie già presenti pare siano in fase di spostamento a Cara, i nuovi arrivati (si parla di una ottantina di clandestini) vanno al Cie perchè - secondo alcune fonti - si sospetta siano detenuti evasi dalle carceri durante la rivolta contro Ben Alì. Emergenza nell'emergenza. I sindacati di polizia restano sul piede di guerra per una situazione che diventa sempre più delicata ed impegnativa perchè la struttura ormai si rivela sempre più inadeguata.
BRINDISI – Si è trattato dell’ennesima fuga, la prima nel mese di settembre, dopo un’estate (compreso il giorno di Ferragosto) caratterizzata dalle evasioni di massa. Ancora disordini nel Centro di Accoglienza di Restinco, dove la notte scorsa sono fuggiti otto extracomunitari. Altri cinque, per la verità, avevano pensato di scappare ma dopo pochi metri hanno fatto rientro nella struttura.
BRINDISI – L’evasione di massa da Restinco – con circa una ventina di extracomunitari che sono riusciti a fuggire, seguendo così la sorte di altri ospiti che erano andati via dalla struttura pochi giorni prima – scatena ulteriori polemiche sulle condizioni del Centro di Accoglienza. Dalla Provincia e dal centrosinistra partono richieste al governo, mentre scoraggiate, dopo i continui appelli senza risposta, sono le parole dei sindacati di polizia.
BRINDISI – Ennesima evasione di massa da Restinco – non senza scontri e tensioni con le forze dell’ordine -, e si torna a parlare dei problemi della struttura. “Bisogna aspettare il morto affinchè chi di competenza affronti definitivamente il problema della gestione del Centro di identificazione ed espulsione di Restinco?”. A dichiararlo è il senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale Udc, che già nel passato si interessò della questione e criticò la trasformazione del centro di Restinco da Centro di permanenza temporanea ed accoglienza a Centro di identificazione ed espulsione.
BRINDISI – Ancora tensione nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, con un tentativo di evasione di massa dalla struttura. Minuti molto concitati, quelli della notte scorsa, con il risultato di otto extracomunitari fuggiti, due militari feriti assieme ad un terzo ospite, precipitato dal muro di cinta.
BRINDISI - E' un quadro di emergenze diffuse quello che emerge dal rapporto sui 21Centri per immigrati in Italia stilato da Medici senza frontiere e dall'associazione umanitaria Finis Terrae. Brindisi, con il caso di Restinco che riunisce sia un centro per l'accoglienza (Cara) che uno per l'identificazione e l'espulsione di immigrati clandestini (Cie), si colloca in questa emergenza come una struttura che necessita di maggiore organizzazione. L'assistenza sanitaria non è adeguata e il lavoro nero, radicato nel tessuto economico del territorio, non aiuta l'inserimento nella società.
BRINDISI – E’ stata una mezz’ora, quella trascorsa all’interno del Centro per immigrati di Restinco, in cui i due senatori del Pd, Salvatore Tomaselli e Dario Ginefra, hanno avuto modo di parlare con gli ospiti e con chi all’interno del centro svolge il compito della vigilanza. “Una situazione tutto sommato buona” l’ha descritta Tomaselli al termine della visita ma che deve fare i conti una legge, quella sull’immigrazione, “ipocrita e che, dopo sei mesi, lascia liberi gli immigrati clandestini”.
BRINDISI – Una delegazione del Partito democratico, composta dal senatore Salvatore Tomaselli e dall’on. Dario Ginefra visiterà domani mattina la struttura di Restinco, che ospita contemporaneamente il Centro per l’immigrazione e l’espulsione (Cie) e il Centro di accoglienza per i richiedenti asilo politico (Cara). Unica struttura in Italia nella quale coesistono questi due organismi.
BRINDISI - Tentativo di fuga in massa dal centro per immigrati Cara-Cie di Restinco, a pochi chilometri da Brindisi, dove attorno alle 21 di questa sera si sono concentrate numerose pattuglie di carabinieri, polizia e guardia di finanza nel tentativo di rintracciare e bloccare una decina di extracomunitari che si erano immediatamente defilati nelle campagne circostanti, protetti dal buio, dopo aver superato il cordone di sorveglianza che ha affrontato rapidamente e con pochi danni l'emergenza.
BRINDISI – Dramma dell’immigrazione nel Cara-Cie (Centro assistenza richiedenti asilo, ma anche Centro identificazione ed espulsione) di Brindisi, dove un cittadino afghano si è cucito due volte le labbra per protestare contro il divieto impostogli di prendere contatto con la sua famiglia, e in particolare con i figli. Per evitare che l’immigrato potesse ricorrere ad altri atti di autolesionismo, è stato necessario che il sindaco di Brindisi nel disponesse il ricovero coatto in ospedale, dove è sottoposto a vigilanza.
BRINDISI – Il sindacato Cgil si schiera al fianco dei nove clandestini africani, giunti in Italia a bordo della nave liberiano Vera D nello scalo di Napoli tre giorni fa. Si tratta di sei Nigeriani e tre ghanesi senza documenti che hanno chiesto asilo politico e che sono in arrivo al Cara di Restinco.
BRINDISI - Perfino nel trasporto in ospedale per farsi curare una ferita per una caduta, aveva intravisto la possibilità di una fuga, per non rientrare nel Centro di Restinco. Ha pure malmenato due poliziotti, ma la sua corsa è durata comunque poco. Nel giro di pochi minuti, è stato acciuffato e arrestato.