Non so se l’impianto di rigassificazione a Brindisi arriverà ad essere realizzato e se potrà avere quell’impatto economico e sociale che già da anni si ipotizza e che, in questi ultimi giorni, è stato così pubblicizzato. Magari darà quell’auspicata boccata di ossigeno occupazionale di cui questo territorio ha ormai disperatamente bisogno, o magari sarà l’ennesima chimera che porterà i nostri disillusi disoccupati a inveire contro tutto e contro tutti.
BRINDISI – La risposta di Mennitti al decreto Via sul rigassificatore è arrivata nel bel mezzo del Consiglio comunale tenutosi ieri pomeriggio: il sindaco ha infatti deciso di impugnare il documento, e ha voluto informare i consiglieri della prossima mossa che sarà attuata dall’Amministrazione. “Ci sono 60 giorni di tempo per ricorrere al Tar e altri 120 per il Consiglio di Stato” ha detto il primo cittadino, che ha ribadito di essere “il sindaco del Comune”, chiedendo ancora una volta la risposta compatta dell’Assise. Nulla di formale, beninteso, ma nei fatti anche nel Consiglio di ieri il sostegno nei confronti del primo cittadino non è mancato. Così, insomma, l’Amministrazione risponde alle firme apposte sui pareri della Commissione Via da Stefania Prestigiacomo e Sandro Bondi, ministri rispettivamente dell’Ambiente e dei Beni Culturali. “Spetterà comunque al Ministero dello Sviluppo Economico – ha ricordato sempre ieri Mennitti – convocare una conferenza dei servizi per chiedere agli enti locali un parere sulla costruzione dell’impianto”.
BRINDISI - Si tratta ovviamente di un'opinione personale del giornalista, ma la nota del presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe Marinò, che negli intenti punta a costruire un dialogo sul progetto del rigassificatore di British Gas, non otterrà altro risultato che irritare almeno una delle due figure istituzionali cui si rivolge, il sindaco di Brindisi, e la terza che non cita, il presidente della Regione Puglia, ente che nella vicenda esprime un parere di primaria importanza ma che Marinò snobba.
ROMA - Legambiente nazionale ha diffidato il ministro dell’Ambiente e la Commissione VIA-VAS, sottocomitato Via, ad annullare in autotutela il recente giudizio di compatibilità ambientale espresso in merito alla realizzazione del rigassificatore nel porto di Brindisi. Ciò in quanto legambiente ritiene che la Commissione VIA-VAS fosse chiamata, fra l’altro – e non lo avrebbe fatto – ad attenersi alle disposizioni della Direttiva Europea 85/337 CEE ed a valutare perciò complessivamente e specificamente l’impatto dell’impianto di rigassificazione di Brindisi Lng sul territorio, gli effetti ed i rischi di questo e delle sue opere ed attività connesse, partendo dalla “opzione zero”, anche questa non valutata.
ARI - "Le notizie informali che ci giungono in relazione a un parere positivo che il ministero di Sandro Bondi avrebbe dato all'impianto di rigassificazione di Brindisi, non possono che far confermare il punto di vista che, come Regione, abbiamo già dichiarato in più sedi: siamo e resteremo contrari all'opera". Lo sottolinea in una nota l'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro.
A proposito della firma del decreto ministeriale che ufficializza il parere del Comitato nazionale VIa, favorevole con prescrizioni al progetto del rigassificatore di Capo Bianco, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato delle associazioni che si battono contro la realizzazione dell'impianto, le quali affermano come lo stesso Comitato Via abbia disatteso le indicazioni giunte dalla Commissione Europea a proposito di rischio industriale e sicurezza delle popolazioni.
BRINDISI – La firma del ministro dell’Ambiente sul parere della Commissione Via sul rigassificatore è stata messa nero su bianco, ma il sindaco Domenico Mennitti, rappresentante di un’Amministrazione da sempre contraria alla realizzazione dell’impianto, si dice tranquillo. La sua posizione resta ovviamente la stessa rispetto a quella espressa lo scorso 19 giugno, in occasione della manifestazione promossa dalle associazioni ambientaliste per ribadire uno sviluppo in grado di coniugare lavoro e salute. Uno sviluppo che – era questo il concetto espresso dagli organizzatori – non poteva passare per la realizzazione del rigassificatore.
BRINDISI – Corrado Tarantino, segretario provinciale del PD, l’assenza di Massimo Ferrarese alla manifestazione del 19 per lo sviluppo sostenibile a Brindisi non imbarazza la maggioranza di centrosinistra alla Provincia e il suo partito? “Perché? Lui non ha detto che non c’era perché è favorevole al progetto della Brindisi Lng, ma perché ritiene che chi governa non debba scendere in piazza, ma lavorare invece per risolvere i problemi. Del resto, questa era una posizione di Ferrarese già nota da tempo”.
BRINDISI - Spuntano proprio nelle ore che precedono la manifestazione di protesta per dire di no al rigassificatore, i dettagli sul documento con cui la Commissione tecnica per la Via ha espresso il parere positivo alla costruzione dell’impianto a Capo Bianco. Si tratta ovviamente di un documento ricco di prescrizioni alle quali la Lng dovrà attenersi scrupolosamente. Ma la notizia ormai nota da mesi trova ora conferma nelle carte, nelle quali si distingue tra: fase preliminare all’inizio dei lavori, fase di cantierizzazione, fase di esercizio e progetto di dismissione a fine esercizio.
BRINDISI – A 48 ore dalla manifestazione contro il progetto del rigassificatore a Capo Bianco e per la riduzione del carbone, sostanza essenziale delle politiche di sviluppo compatibile reclamate dal fronte ambientalista ma anche dai partiti e dalle associazioni che annunciano l’adesione all’iniziativa, è giunta una dichiarazione del presidente della Regione, Nichi Vendola (che sarà in prima fila al corteo) in cui si ribadisce il no al nucleare e a British Gas, mentre da Lecce giunge il sostegno dal presidente della giunta provinciale di centrodestra, Antonio Gabellone, a rendere ancora più imbarazzante il silenzio e l’assenza del presidente della giunta provinciale di centrosinistra, Massimo Ferrarese, anche perché il PD ci sarà e chiederà la chiusura progressiva della centrale Edipower di Costa Morena.
BRINDISI - “A volte impianti perfetti possono non essere compatibili con l’ambiente circostante, e io non metto in dubbio che l’impianto della British Gas che si intende realizzare a Brindisi non sia perfetto, ma secondo me, poiché c’erano problemi di bonifica e questa città era stata dichiarata Sito inquinato di interesse nazionale, sarebbe stato necessario sottoporlo a Via, la valutazione di impatto ambientale. Anche perché era importante verificare un eventuale effetto domino. E cioè, in caso di un incidente, cosa sarebbe potuto accadere”. Lo ha affermato questa mattina, nel corso del processo per la “gassopoli”, la professoressa Maria Rosa Vittadini, docente universitaria a Firenze, ex direttore generale Via al ministero dell’Ambiente.
BRINDISI - Il fronte delle associazioni per il no al progetto del rigassificatore di Brindisi, che sin dall'inizio segue anche le vicende giudiziarie legate al primo iter autorizzativo, ha espresso in un comunicato disappunto per la decisione del tribunale, che ha rinviato alla sentenza anche le decisioni circa le istanze di prescizione avanzate dalle difese di alcuni imputati. Per l'uscita dal processo delle posizioni ormai soggette a prescrizione si erano pronunciati anche i pm Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia, ritenendo che in tal modo il dibattimento si sarebbe snellito in maniera significativa da decine di deposizioni.
BRINDISI “Non ci sono atti dai quali si evince che la zona di Capobianco nel quale si stava realizzando la colmata per il rigassificatore sia stata sottoposta a Via”. L’ingegnere Giuseppe Ferri, perito dell’accusa, ha sgomberato il campo da equivoci su questo aspetto della vicenda rigassificatore. Un aspetto non secondario perché tutto il meccanismo corruttivo che si instaurò agli inizi del Duemila per la realizzazione dell’impianto dell’allora British Gas ruota sulla Valutazione di impatto ambientale che non poteva esserci poiché le autorizzazioni a costruire, secondo l’accusa, non erano in regola.
BRINDISI – Le associazioni ambientaliste brindisine lanciano una iniziativa in quattro punti su tutte le questioni aperte nel capoluogo: riduzione del carbone, rigassificatore, occupazione e gasdotto Tap. Un incontro a tutto campo con gli organi di stampa, quello di stamani, da parte degli esponenti del movimento. Focus ovviamente su quella che al momento viene considerata l’emergenza incombente, vale a dire il progetto della Brindisi Lng/British Gas.
“Guardi, ingegnere, se lei avesse declinato quel famoso adagio invece che sulla vista, sull’udito non avrei avuto nulla da obiettare perché quello vacilla, ma le posso assicurare che in quanto a vista non ho assolutamente problemi: ho una perfetta “visione” delle cose per le quali mi spendo, soprattutto l’ho molto chiara sul tipo di sviluppo, che non trascurando il presente, traguardi altre economie che valorizzino le peculiarità e le potenzialità del nostro porto e territorio. Il tutto in piena libertà e onestà intellettuale, civilmente e senza insultare nessuno, salvo che lei non cataloghi come insulto il dissenso sulle pretese della sua società.
Riceviamo e pubblichiamo una nuova nota di Brindisi Lng, ma questa volta senza replicare perchè riteniamo esaustiva la nostra prima risposta sul paragone Brindisi-Barcellona, e anche perchè l'intervento riguarda un articolo -da noi pubblicato- di una terza persona perfettamente in grado di ribattere. Sarebbe tuttavia importante se il confronto potesse allargarsi: da un lato a chi sostiene che il rigassificatore non intralcerebbe altri progetti di sviluppo del porto (il problema infatti non è quello dei tempi di attracco di una gasiera, ma è ben più complesso, come tutti sappiamo molto bene), quindi a pareri di natura urbanistica e programmatoria e non tecnico-portuali, e viceversa a chi è convinto che l'impianto della British Gas sia un'operazione commerciale utile quasi esclusivamente alla stessa società e non a Brindisi.
BRINDISI – Usciranno presto di scena dal processo British Gas in corso davanti al tribunale di Brindisi i protagonisti imputati di corruzione. Reato ormai coperto da prescrizione grazie alle leggi varate da questo governo. Ciò è già avvenuto in un procedimento stralcio per una dirigente pro tempore della multinazionale inglese, Yvonne Barton, ed avverrà presto anche per un’altra pattuglia di personaggi che facevano parte del management incaricato dell’operazione tra la fine degli anni ’90 e il 2003, quando il 21 gennaio il governo Berlusconi concesse l’autorizzazione senza procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ma c’è ancora un capo di imputazione che resiste, e sostiene il provvedimento di sequestro del cantiere di Capo Bianco: quello di occupazione abusiva di area demaniale marittima.
l detto latino “pecunia non olet” (il denaro non puzza) citato da Vittorio Bruno Stamerra, non è sempre corrispondente alla saggezza dei Romani, certo lo è per chi “incassa” ma non per chi guarda e giudica. Alcune volte “puzza” e come! Soprattutto quando ci troviamo di fronte a sponsorizzazioni che perseguono fini particolari, molto particolari. Come nel caso appunto della sponsorizzazione della Brindisi Lng elargita allo Snim. Questa oltre ad essere “sconcertante” è sostanzialmente paradossale. E’ vero che la Brindisi Lng persegue i propri esclusivi interessi e usa i mezzi a disposizione, cioè un considerevole potere economico, ma è anche vero che ci dovrebbe essere un limite alla decenza e al buon gusto, insomma la sfacciataggine e l’impudenza divengono un offesa alla intelligenza e alla dignità.
BRINDISI – E’ stato Anton Martinez, responsabile del terminal Enagas di Barcellona, a presentare nella conferenza organizzata da Brindisi Lng il rigassificatore di Barcellona ai brindisini: proposto come esempio virtuoso di come un impianto di questo tipo possa, pur mantenendo gli standard di sicurezza, aiutare il porto a crescere. Una posizione, quella della società che a Brindisi è pronta alla costruzione del rigassificatore, che mira a dimostrare come i vantaggi della sua realizzazione siano effettivi e nel massimo rispetto della città.
E’ vero che “pecunia non olet”, che la sponsorizzazione della British Gas allo Snim ha portato dei soldini nelle casse dell’organizzazione (privata) dell’evento, e con i tempi che corrono qualche euro in più fa sempre comodo, ma questa partecipazione diciamolo francamente: è come un cazzotto nello stomaco.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota, inviataci dal direttore delle relazioni esterne di Brindisi Lng, Vittorio Cino, a proposito del nostro articolo che metteva in discussione i possibili paragoni tra l'impatto del rigassificatore Enagas sul porto di Barcellona, e quello del rigassificatore British Gas sul porto di Brindisi.
BRINDISI - La campagna per rompere l'accerchiamento attorno al progetto del rigassificatore di Capobianco starebbe andando a gonfie vele, e la Brindisi Lng accresce la propria presenza negli eventi che coinvolgono la città mettendo il proprio marchio all'edizione dello Snim (il Salone nautico del Mediterraneo) che comincia domani. Questo ha fatto sapere stamani l'azienda ai giornalisti, annunciando anche che il 15 mattina, nell'area espositiva si terrà un convegno dedicato alla compatibilità tra la presenza e le attività del rigassificatore e il futuro sviluppo del porto.
BRINDISI – Ormai nel processo per la gassopoli brindisina si fa solo il conto degli anni, mesi e giorni che sono trascorsi dal momento in cui sono stati commessi i reati. Si parla solamente di prescrizione. E’ la conseguenza del processo breve voluto da Berlusconi per tirarsi fuori dai suoi guai giudiziari, infischiandosene di ciò che sarebbe accaduto a migliaia di altri processi. Uno di questi è la vicenda che riguarda l’ex sindaco di Brindisi Giovanni Antonino e i vertici della British Gas.