BRINDISI - Una mattinata sotto torchio per il maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Lisi, finito in cella il 2 dicembre scorso per le ipotesi di reato di corruzione, violazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento personale nei confronti dell'avvocato brindisino Giovanni Faggiano, finito nel ciclone relativo ai rifiuti a Napoli, ma anche in Calabria e in Abruzzo. Secondo la pubblica accusa – sostenuta dal pm Milto De Nozza - il maresciallo della Guardia di Finanza avrebbe passato informazioni riservate all'avvocato Faggiano, sotto inchiesta a Napoli, ottenendo in cambio l'assunzione della figlia all'interno di un istituto di vigilanza riconducibile allo stesso avvocato.
BRINDISI - Nelle prime ore del mattino di oggi, 2 dicembre 2011, i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Brindisi hanno eseguito un’ ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta di questa Procura della Repubblica, che applica la misura cautelare personale della custodia in carcere nei confronti di due persone: Giovanni Faggiano di anni 52, detenuto per altra causa (varie indagini sui rifiuti collegati alle attività di Enerambiente), e Pasquale Lisi di anni 59, maresciallo delle "fiamme gialle". I reati contestati sono i seguenti: ad entrambi nelle rispettive qualità di legale rappresentante della società di vigilanza privata Securcity con sede in zona industriale a Brindisi, e di pubblico ufficiale il secondo in servizio presso la compagnia di Brindisi, concorso in corruzione continuata al solo al solo Pasquale Lisi nella qualità predetta, rivelazione di segreti di ufficio continuata ed aggravata, favoreggiamento personale continuato ed aggravato. I fatti risultano commessi dal febbraio 2011 ad oggi.